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Già prima della formazione dei comuni nelle città italiane si erano costituite delle associazioni spontanee di cittadini che si occupavano della difesa della città. Ogni tratto delle mura era assegnato agli abitanti dell'area vicina, che si alternavano a fare la guardia. In alcune città queste associazioni prendevano il nome longobardo di ''guaite''<ref name=Pini>Antonio Ivan Pini, ''L'associazionismo: una peculiarità e un'eredità del Medioevo'' in ''Haec sunt statuta. Le corporazioni medievali nelle miniature bolognesi'', Modena, Franco Cosimo Panini, 1999</ref>, in altre prendevano il nome delle porte che difendevano.
In età comunale queste associazioni territoriali presero altri nomi: "vicinie", "cappelle", "[[contrada (geografia)|contrade]]" (come a Siena), "popoli" (a Firenze). Ciò significava anche la diminuzione dei compiti militari ed invece l'espansione di altre attività, dal mutuo soccorso, all'orine pubblico, alla prevenzione degli incendi, all'organizzazione
Con l'espansione urbanistica delle città, queste comunità territoriali furono accorpate in unità più grandi che ebbero, secondo quante erano in una città, il nome di [[terziere|terzieri]] (ad esempio a Siena), [[quartiere|quartieri]] (come a Firenze e Bologna) o [[sestiere|sestieri]] (a Venezia, Milano e Genova). Queste divennero le articolazioni rilevanti agli effetti militari e politici. L'esercito cittadino, infatti era
società d'armi
==Note==
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