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Nel 1899 [[Lenin]] recensì gli articoli di Parvus apparsi sulla ''Neue Zeit'' dal titolo ''Il mercato mondiale e la crisi agraria'', raomandandone la lettura. Ed anche gli altri marxisti russi, come Plechanov e Axel'rod, si resero conto dell'importanza di questo opinionista, e del prestigio che dava al marxismo russo<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 30</ref>.
Nel maggio 1899 si erano diffuse voci circa una grande carestia in Russia, che aveva causato rivolte contadine. Parvus insieme a un amico medico entrò clandestinamente in Russia con un falso passaporto austriaco e la girò per qualche mese: visitò per la prima volta Mosca e San Pietroburgo, ma soprattutto percorse la valle della Volga. Conobbe [[Aleksandr Nikolaevič Potresov|Potresov]] a [[Vjatka (città)|Vjatka]] dove era stato mandato al confino, e insieme schizzarono l'idea della rivista ''[[Iskra]]''. Il racconto dell'avventuroso viaggio divenne nel 1900 il libro ''La Russia che ha fame''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 36-62</ref>.
Nell'autunno 1900 Parvus persuase Potresov, che già conosceva, Lenin e [[Julij Martov|Martov]]
In questo periodo Parvus collaborava assiduamente alla ''Neue Zeit'', fino a che un articolo polemico non solo contro Bernstein, ma anche nei confronti di [[Ignaz Auer]] e di [[Georg von Vollmar]], tutti accusati di opportunismo, scatenò contro di lui l'animosità di molti compagni, alcuni dei quali gli rinfacciarono di essere un ebreo russo rifugiato politico, che non avrebbe dovuto impicciarsi della politica tedesca. Così non poté più collaborare alla ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 67-69</ref>.
==Note==
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