Web radio: differenze tra le versioni

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'''Web radio''' o '''radio on line''' è il termine che designa emittenti [[radiofonia|radiofoniche]] che trasmettono in forma digitale il proprio [[palinsesto (televisione)|palinsesto]] attraverso [[Internet]], sulla rete telematica, risultando accessibili con qualsiasi strumento in grado di accedere in rete.
 
In alcuni casi si tratta di radio tradizionali, ricevibili via etere in [[modulazione di frequenza|FM]], che ampliano il proprio raggio di ascolto ripetendo le trasmissioni in linea; in altri casi si tratta di emittenti, amatoriali o meno, che mettono a disposizione i propri programmi esclusivamente per una fruizione su Internet.
 
L'[[Audio digitale|audio]] delle trasmissioni viene inviato sotto forma di [[flusso]] dati audio compresso che viene definito ''[[streaming|stream]]'' e che deve essere [[decoder (elettronica)|decodificato]] sul computer ricevente da un'apposita [[applicazione (informatica)|applicazione]], solitamente un [[lettore multimediale]].
 
== Storia ==
Web radio, in senso più ristretto del termine, sono definite per convenzione tutte le radio che trasmettono unicamente per il [[web]] un programma in ''[[streaming]]'' (il metodo di trasmissione di file audiovisivi in tempo reale su [[Internet]]). Gli utenti possono direttamente fruire online dei file senza previo scaricamento su [[Personal Computer|PCcomputer personale]]. Si simula, pertanto, in tal modo la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi.
 
Il primo formato audio che ha reso possibile ciò è stato [[RealAudio]], realizzato da Rob Glaser nell'aprile del [[1995]], subito seguito dalla piattaforma [[Microsoft Media Services]].
 
Su internet i siti possono essere aperti e chiusi con estrema facilità e non è perciò possibile tenere una statistica: il [[Massachusetts Institute of Technology|M.I.T.]], nel [[2002]], calcolò 27.000{{formatnum:27000}} web radio stabilmente funzionanti sul web, ma ora si stima che si siano moltiplicate.
 
Dall'epoca dell'introduzione delle Web radio [[1995|'95]] all'epoca attuale il quadro legale è molto mutato. Da un lato c'è stata la focalizzazione delle tematiche dei diritti d'autore, specialmente in campo musicale, vedi [[Napster]] ma correlativamente anche il [[copyleft]], dall'altro l'introduzione degli [[Mp3MP3]] e l'enorme sviluppo di Internet.
 
Solitamente il carattere di massima economicità nella realizzazione di una web radio può permettere, a chi la pensa e la realizza, di fornire una programmazione altamente specializzata per un pubblico di estrema nicchia. L'esempio Italianoitaliano è [[Musicazione]], radio on-line interamente dedicata alla [[musica alternativa]] ed al [[Rock Identitario]], nata nel [[1998]] su ispirazione di una web radio scandinava dedicata al [[Viking Rock]], la quale trasmetteva esclusivamente canzoni in [[Lingua svedese|Svedesesvedese]] e che contava già nel [[1997]] ben oltre 50.000{{formatnum:50000}} visite.
Per spiegare un fenomeno del genere occorre accettare il fenomeno che caratterizza la rete internet: la [[Glocalizzazioneglocalizzazione]] (''Glocalization'', [[crasi]] di ''globalizationglobalizzazione'' e di ''locallocale'').
 
== Trasmissione e diffusione ==
'''La trasmissione radiofonica via Internet''' è il modo più semplice per diffondere un proprio programma: bastano pochi clickclic per ascoltare una radio sul web, ma soprattutto ne bastano pochissimi per crearne una propria.
La radio via Web ha notevoli vantaggi: arriva in ogni angolo del mondo con una spesa irrisoria, è semplice da realizzare e gestire. {{Citazione necessaria|Secondo un recente studio americano dal 2000 ad oggi il numero degli ascoltatori via Internet è cresciuto di oltre il 240%, ma la crescita è destinata ad aumentare in maniera esponenziale.}}
 
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Molto probabilmente per questo motivo, nel [[2001]], i discografici americani, rappresentati dal [[RIAA]] (l'equivalente americana dell'[[italia]]na [[SCF Consorzio Fonografici|S.C.F.]]), che da tempo perseguivano il [[file sharing]] o meglio, il sistema di scambio-file come ad esempio Napster, imposero a tutte le web-radio il pagamento di [[royalties]] per la musica da loro trasmessa. Il RIAA, nella sua nuova crociata, poteva contare sull'appoggio dell'Ufficio americano del copyright che emise un parere formale secondo cui le emittenti web non sono esenti dal pagamento dei diritti d'autore quando trasmettono musica via Internet.
 
Altri preziosi alleati per la RIAA, in questa battaglia, furono le [[net-company|net-companies]] che aspettavano di poter far decollare i propri business su Internet non appena fosse cessata la distribuzione o lo scambio di musica on-line, che ancora oggi avviene in modo per lo più illegale o incontrollato.
Ovvio che per le Web Radio americane dell'epoca si trattò di un duro colpo, ma la storia certamente non si fermò in quel quasi lontano [[2001]], anzi, quasi come le nostre emittenti libere degli [[Anni 1970|anni settanta]], anche negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] si assistette ad un dimezzamento delle emittenti. In ogni caso, nel [[2003]], a Londra, venne stipulato un nuovo accordo che prevedeva una licenza unica per poter trasmettere musica in streaming. L'accordo, si pensava, ponesse fine ad anni di incertezze riguardo allo status giuridico delle radio internet e avrebbe dovuto rendere più trasparenti i rapporti tra queste ultime e i detentori dei diritti di proprietà intellettuale.
 
Fino al [[2005]], le web radio pagavano all'associazione una somma per ogni canzone trasmessa oppure un forfait in base ai brani trasmessi finora moltiplicato per il numero di utenti. Le radio prive di pubblicità e che trasmettevano senza scopo di lucro, pagavano tra i {{formatnum:500}} e i {{formatnum:2500}} dollari all'anno.
 
Con la riforma del [[2007]], tutti gli operatori dovranno pagare per ogni canzone in base al numero di utenti che la scaricano in [[streaming]], da un minimo di 0,0008 dollari nel 2007 ad un massimo di 0,0019 dollari nel 2010 per ogni downloadscaricamento di canzone/utente.
 
La decisione alza molto i costi del copyright e penalizza in primo luogo le emittenti prive di pubblicità, che fornivano un servizio migliore e senza interruzioni, paragonandole alle radio commerciali.
 
=== Il nuovo mercato ''legale'' ===
I discografici, che vollero l'accordo con [[RIAA]], hanno sottolineato come le attività di [[web casting]] rappresentino un settore economico emergente che contribuisca allo sviluppo del business sul nuovo medium. "«Questa - ''dichiarava a proposito della licenza unica [[Jay Berman]], presidente e amministratore delegato dell'associazione internazionale del settore [[IFPI]]'' - è un'altra pietra miliare nello sviluppo dei servizi di musica su internet. Nel passato, ottenere licenze per la trasmissione multiterritoriale su Internet, per esempio in Europa, era difficile e richiedeva molto tempo. Era inoltre importante, per le società di collecting nazionali, strutturare un sistema che rimuovesse questi ostacoli"».
 
Tutto questo, naturalmente, entusiasmava i discografici da lungo tempo a caccia di nuovi modelli di business che potessero rivelarsi vincenti nell'era digitale, un'era che ha fin qui visto crescere in modo straordinario la condivisione, senza controllo, di musica e altri contenuti tra milioni di utenti internet e, solo negli ultimi tempi, un mercato legale deldello [[downloadDownload|scaricamento]] e dello [[streaming]].
Da questo si può iniziare a intuire e perché no, anche sospettare, che la licenza unica sia stata voluta anche per trovare rimedio alallo downloadscaricamento illegale da parte di utenti sconosciuti nei confronti dei discografici e di conseguenza la web radio è stata presa di mira come buon mezzo per rimediare a danni causati da terzi, e non certo dagli editori del web la cui unica colpa è stata quella di avere una passione infinita per il mezzo di comunicazione “radio”«radio» e le nuove tecnologie.
 
== I vantaggi ==
=== Economicità e copertura ===
Per creare una web radio basta avere a disposizione un buon PCcomputer, una normale [[scheda audio]], qualche centinaio di file [[MP3]], scaricare e installare il poco software necessario gratuitamente reperibile, dotarsi di un microfono e una cuffietta. Il tutto in pochissimo tempo e praticamente senza nessuna spesa.
Per le radio già affermate, ovviamente, l'[[on-line]] rappresenta un buon canale per la diffusione dei programmi da affiancare all'etere.
 
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Mentre i media generalisti, come radio e televisione, non possono ''individualizzare'' i contenuti, le nuove tecnologie della comunicazione, come Internet, consentono la costruzione di palinsesti a misura di utente e soprattutto campagne pubblicitarie selezionate e ben definite per lanci di prodotti mirati a target ben specifici.
 
== Le Webweb Radioradio in Italia ==
Le web radio appaiono in Italia nel [[1998]]. La richiesta di un riconoscimento legale è stata respinta a lungo. In virtù dell'Accordo di Londra del [[2003]] (vedi ''sopra'') anche le web radio italiane possono trasmettere musica coperta da diritto d'autore, con la tecnologia [[streaming]]. Il [[ministero delle Comunicazioni]] non riconosce ufficialmente l'esistenza delle web radio, preferendo attendere una normativa europea che disciplini la materia.<ref>{{cita web|url=http://www.wra.it/storia-delle-web-radio/|titolo=Storia delle web radio in Italia|accesso=8 gennaio 2014}}</ref> Da rilevamenti effettuati nel [[2013]] risulta che in Italia vi siano oltre 200 emittenti attive, con un pubblico variante tra gli {{formatnum:8000}} e i 150.000{{formatnum:150000}} ascoltatori (ad esclusione delle web radio delle emittenti più conosciute in FM).<ref>{{cita news|autore=Giorgia Bertoglio|url=http://www.ufficiostampa.rai.it/pdf/2014/2014-01-03/2014010326426709.pdf|titolo=Costi bassi e nessun vincolo: è web radio mania|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|data=3 gennaio 2014|accesso=10 gennaio 2014|formato=pdf}}</ref>
 
La [[Società Italiana degli Autori ed Editori]] (SIAE) regolamenta le web radio che intendano utilizzare opere da essa tutelate, tramite la stipula di un contratto chiamato in gergo «modulo AWR». Tale modulo suddivide le web radio in amatoriali, istituzionali e commerciali, imponendo alle prime e alle seconde di non avere pubblicità di nessun tipo, dove per nessun tipo si intende né remunerativa, né gratuita, né nel flusso audio, né sul sito che ospita la web radio.
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La [[Società Consortile Fonografici]], che riunisce le case discografiche, regolamenta le web radio in modo sostanzialmente simile alla SIAE. È recente la modifica al contratto per le web radio amatoriali, che annulla il vincolo di [[Banda passante aggregata|massima banda passante]].
 
Nel novembre 2016 la guardia di finanza ha segnalato alla magistratura che una nota web radio, diffusa in oltre 300 esercizi commerciali, non avrebbe rispettato la legge sul diritto d'autore.<ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/11/27/news/web_radio_inchiesta-152918625/ Repubblica.it ''Milano, web radio nella bufera: indaga la Finanza.] "«Non rispettano la legge sul diritto d’autore"» Milano, web radio nella bufera: indaga la Finanza. "«Non rispettano la legge sul diritto d’autore"» L'inchiesta partita da un sito che offre spazi pubblicitari a "«trecento importanti aziende"» e musica da diffondere nei propri punti vendita.</ref>
 
== L'associazionismo tra Webweb radio ==
In questo quadro confuso dal punto di vista legislativo e nello stesso tempo di rapida evoluzione tecnica le Web radio hanno trovato un momento unificante in forme associazionistiche.
Oltre alla specifica e già menzionata W.R.A, che conta tra le proprie iscritte circa 100 emittenti, l'Associazione Aeranti Corallo evidenzia che tra i propri iscritti vi sono 10 realtà di radiotelevisione via internet.