Daria Nicolodi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
NacqueNasce a [[Firenze]] il 19 giugno del 1950. Il padre, avvocato, che aveva partecipato alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], era figlio di [[Aurelio Nicolodi]], il fondatore dell'[[Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti|Unione Italiana Ciechi]]. La madre era la figlia del compositore [[Alfredo Casella]]. Si trasferì a [[Roma]] alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]]. Ebbe, nei primi [[anni 1970|anni settanta]], una relazione con lo scultore [[Mario Ceroli]], da cui nacque nel 1973 la sua prima figlia Anna.
 
Nel 1970 partecipò al varietà televisivo in quattro puntate ''Babau'', scritto da [[Paolo Poli]] e [[Ida Omboni]] e diretto da Vito Molinari, programma che a causa dei contenuti all'epoca ritenuti oltraggiosi venne "archiviato" dalla RAI e trasmesso solo sei anni dopo. Nei primi anni settanta ebbe alcune significative esperienze cinematografiche e teatrali sotto la guida di [[Elio Petri]], come ''[[La proprietà non è più un furto]]'' (1973) e di [[Carmelo Bene]], come ''[[Salomè (film 1972)|Salomè]]'' (1972). Di quegli anni anche un vinile in formato 45 giri. Sempre negli stessi anni, partecipò ad alcune produzioni televisive, quali i film a puntate ''[[I Nicotera]]'', ''[[Senza lasciare traccia]]'' con [[Rossano Brazzi]], ''[[Ritratto di donna velata]]'', con [[Nino Castelnuovo]] (1975), lo sceneggiato ''[[Saturnino Farandola (sceneggiato televisivo)|Saturnino Farandola]]'', con [[Mariano Rigillo]] (1978), ''[[Rosaura alle 10]]'' (1981) ed il film ''[[La Venere d'Ille]]'', ultima opera di [[Mario Bava]] (1978).