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Nel [[1782]] apparve la seconda e ultima opera della serie sull′''Histoire de l'astronomie moderne''. Diversamente dalla prima opera, l′''Histoire de l'astronomie moderne depuis la fondation de l'école d'Alexandrie jusqu'à l'époque de 1730'', pubblicata in due volumi in quarto nel [[1779]], essa è invece costituita da tre volumi. I primi due volumi in realtà sono identici ai due volumi dell'opera del [[1779]]; a questi è aggiunto un terzo volume inedito e originale che
{{citazione||Bailly nell′''Histoire de l'astronomie moderne''.<ref>Bailly, ''Histoire de l'astronomie moderne'' 3: 331.</ref>|Le phénomène de l'attraction doit donc être regardé comme la base constante de toutes nos recherches... Il faut considérer ce hardi système de Newton comme un magnifique tableau de la nature, où ce puissant génie à dessiné à grands traits les formes principales, en laissant à ses successeurs la gloire de détailler ces formes esquissées, de remplir les vides et d'ajouter la ressemblance de toutes les parties à la verité de l'ensemble.|lingua=fr}}
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Di conseguenza Bailly si preoccupa della perfezione dei principi newtoniani mostrata da migliori osservazioni, migliori misure, strumenti più sottili e, soprattutto, dal campo, in estensione, della matematica. Tra le realizzazioni del secolo egli elenca:
*la determinazione accurata della dimensione e della forma della Terra attraverso delle misurazioni effettuate in Lapponia, Francia, Perù e Sud Africa;
*le misurazioni della gravitazione in piccoli corpi fatte da [[Pierre Bouguer]] e [[Nevil Maskelyne]];
*la conferma della teoria delle comete di [[Edmond Halley]];
*gli enormi passi in avanti fatti nel determinare correttamente il moto dei pianeti e dei satelliti (ambito al quale lo stesso Bailly aveva contribuito);
*gli studi di Bouguer, di [[Christian Mayer (astronomo)|Mayer]] e Halley sulla rifrazione atmosferica;
*il rapido sviluppo in Inghilterra di
*l'invenzione delle lenti acromatiche.
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