Gneo Sergio Fidenate Cosso: differenze tra le versioni

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== Primo tribunato consolare ==
Nel [[387 a.C.]] fu eletto [[tribuno consolare]] con [[Lucio Valerio Publicola]], [[Lucio Emilio Mamercino (tribuno consolare 389 a.C.)|Lucio Emilio Mamercino]], [[Lucio Papirio Cursore (tribuno consolare 387 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]] e [[Licinio Menenio Lanato]]<ref name="ReferenceA">[[Tito Livio]], "''Ab Urbe Condita"condita'', VI, 5.</ref>.
 
I tribuni della plebe riproposero la questione dell'assegnazione dell'[[agro Pontino]] strappato ai [[Volsci]] e vennero create 4 nuove [[Tribù (storia romana)|tribù]], la Stellatina, la Tromentina, la Sabatina e la Arniense, portando il numero totale delle tribù a venticinque<ref name="ReferenceA"/>.
 
== Secondo tribunato consolare ==
Nel [[385 a.C.]] fu eletto [[tribuno consolare]] con [[Tito Quinzio Cincinnato Capitolino]], [[Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino (tribuno consolare 386 a.C.)|Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino]], [[Publio Cornelio]], [[Lucio Papirio Cursore (tribuno consolare 387 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]] e [[Aulo Manlio Capitolino]]<ref>Tito Livio, "''Ab Urbe Condita"condita'', VI, 2, 11.</ref>.
 
Durante l'anno il Senato nominò [[Aulo Cornelio Cosso (dittatore)|Aulo Cornelio Cosso]] [[dittatore romano|dittatore]], per far fronte all'ennesima minaccia portata a Roma dai [[Volsci]] e ai possibili disordini interni, dovuti alle richieste della plebe, portate avanti da [[Marco Manlio Capitolino]].
 
== Terzo tribunato consolare ==
Nel [[380 a.C.]] fu eletto [[tribuno consolare]] con [[Servio Cornelio Maluginense (tribuno consolare 386 a.C.)|Servio Cornelio Maluginense]], [[Lucio Valerio Publicola]], [[Licinio Menenio Lanato]], [[Publio Valerio Potito Publicola]]<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', VI, 3, 27, nomina 6 tribuni consolari per quell'anno. L. et P. Valeriis, Lucio per la quinta volta, Publio per la terza, C. Sergio per la terza volta, Licinio Menenio per la seconda, e poi P. Papirio e Ser. Cornelio Maluginense</ref>.
 
L'anno fu contrassegnato dalle dispute tra patrizi e plebei sulla questione dei cittadini romani tratti in schiavitù per debiti. Dei contrasti interni provarono ad approfittarne gli abitanti di [[Preneste]], che arrivarono fin sotto a [[porta Collina]]. Allora per scongiurare il pericolo esterno, ma anche per limitare il potere dei [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]], il Senato nominò [[dittatore romano|dittatore]] [[Tito Quinzio Cincinnato Capitolino]] che condusse i romani alla vittoria contro i Prenestini<ref>Tito Livio, "''Ab Urbe Condita"condita'', VI, 3, 27-29.</ref>.
 
==Note==