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'''Uhud''' è il nome della montagnoladell'altura, a settentrione di [[Medina]], sallealle cui pendici fu combattuta la seconda battaglia campale fra musulmani e pagani il [[31 Marzo]] [[625]] (15 ''shawwāl'' dell'anno 3 dell'[[egira]].
 
Dopo [[Badr]] i maggiorenti di [[La Mecca|Mecca]] cercarono una rivincita che potesse infine sradicare la Comunità islamica (''[[Umma]]'') che si era costituita a [[Yathrib]].
 
Armarono quindi un forte contingente, al comando di [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] e lo spedirono contro la città-oasi per impartire una dura lezione ai musulmani fuoriusciti ([[Muhajirun|Muhājirūn]] e ai convertiti medinesi ([[Ansar|Ansār]]).
 
Malgrado la riottosità del profeta [[Maometto|Muhammad]] che si rendeva del suo stato di debolezza numerica, i più giovani fra i musulmani e i più zelanti fra loro insistettero per accettare battaglia. Lo scontro avvenne sotto il monte Uhud e lì Muhammad appostò un gruppo di arcieri, al comando del [[Sahib]] [[Sa'd ibn Abi Waqqas|Sa‘d b. Abī Waqqās]], con l'ordine di non abbandinare la posizione qualsiasi cosa fosse successa.
 
Khālid invece si appostò di fianco al monte con la sua cavalleria e inviò suoi uomini a impegnare gli arcieri, dando loro ordine di retrocedere al momento opportuno per invogliare i musulmani a staccarsi dalla loro posizione difensiva.
 
Quando un arretramento vi fu - vero o simulato - i musulmani furono presi da incontenibile desiderio di razziare l'accampamento meccano e si lanciarono all'inseguimento di quanti sembravano ormai in rotta. La cavalleria di Khālid li colpì allora di fianco e la rotta musulmana fu totale.
 
Rimase ferito lo stesso profeta Muhammad e il suo svenimento lo salvò perché fu scambiato per morto. Rimase ucciso lo zio del profeta, [[Hamza ibn Abd al-Muttalib|Hamza b. ‘Abd al-Muttalib]], il cui ventre fu squarciato e il fegato estratto e morso dalla moglie di [[Abu Sufyan|Abū Sufyān]], Hind, che aveva avuto il padre ‘Utba ucciso a Badr.
 
L'esercito meccano si ritirò e non si dedicò all'annientamento del nemico, visti i vincoli di parentela e di clientela che legavano Mecca e Yathrib, e tornò in patria.
 
Subito dopo la disfatta Muhammad attuò l'espulsione del gruppo ebraico dei [[Banu Nadir|Banū Nadīr]] da Medina e il [[Corano]] addebitò la sconfitta alla disubbidienza dei musulmani nei confronti del loro Profeta.
 
==Voci correlate==