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Nel tentativo di migliorare le difese, il comandante della piazza, generale [[Enrico Pitassi Mannella]], fece interrare in più linee ad arco 39 carri M11 e 32 carri L in avaria, al fine di utilizzarli come [[bunker]] improvvisati; nonostante simili accorgimenti, la linea italiana risultava debole e priva di profondità a causa della scarsità di truppe. Dopo un prolungato bombardamento dal mare e da terra e una serie di attacchi aerei portati dai bombardieri [[Vickers Wellington]], alle 5:40 del 21 gennaio iniziarono gli attacchi della 6ª Divisione australiana, supportata dai superstiti 18 Matilda del 7° RTR; già alle 7:00 si era aperta una breccia nel settore sudorientale, breccia subito sfruttata dai reparti australiani.
 
I combattimenti furono molto duri, in particolare intorno al semicerchio dei carri interrati, dove le perdite italiane furono elevate; intorno alle 13:00, gli italiani tentarono un disperato contrattacco con l'appoggio degli ultimi 7 M11 ancora in grado di muoversi, riuscendo ad arrestare momentaneamente l'avanzata degli australiani, ma la scarsità di truppe impedì che l'azione potesse avere seguito. Nel tardo pomeriggio entrarono in battaglia i reparti della 7ª Divisione corazzata britannica, che aprirono brecce nel settore occidentale; a sera, quasi metà del perimetro fortificato era ormai nelle mani dei britannici. Alle 4:15 del 22 gennaio, con i reparti britannici ormai prossimi ad entrare nella stessa Tobruk, l'incrociatore ''San Giorgio'' si autoaffondò nel porto della città; intorno alle 16:00 si arrendeva anche l'ultimo caposaldo italiano. Il 13º Corpo d'armata britannico perse circa 400 uomini in tutto, infliggendo agli italiani la perdita di circa 15.000<ref>"''Early next morning, January 22nd, the Australian commander received the surrender of Tobruk in due form and the fighting had come to an end everywhere. Four generals and an admiral, with their staffs, over 15,000 prisoners, 200 guns, and quantities of other material of war, were among the trophies of a victory which had cost us less than five hundred casualties'' ..." The Army from January 1941 to March 1942, Eric William Sheppard, Hutchinson & Company, 1943, pag. 18</ref><ref>"''On the other side were ranged 15,000 Italian prisoners, including a number of high-ranking officers, and immense quantities of war materials''." Prelude to Battle, New Zealanders in the First Libyan Campaign, Army Board, 1942, pag. 22</ref>-30.000 uomini (768 morti tra cui 18 ufficiali, 2280 feriti tra cui 30 ufficiali, e 12.000-30.000<ref>"The advance was resumed on 3rd January, Bardia surrendered with a further 45,000 prisoners. Tobruk the famous port and coastal fortress, more than a hundred miles inside Libya, fell on the 22nd January with a further 30,000 POWs." Subedar to Field Marshal, Partap Narain, Manas Publications, 1999, pag. 114</ref> prigionieri<ref name="Esercito, p. 374"/>)<ref name=">Andrea Molinari, op. cit., pag. 19"</ref>.
 
[[File:Cruiser tank Beda Fomm.jpg|thumb|left|Un carro incrociatore britannico [[A9 Cruiser|A10]] del 2° RTR poco prima della [[battaglia di Beda Fomm]].]]