Gilbert Keith Chesterton: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto<ref>[[G. K. Chesterton]], "Eretici", 1921</ref>}}
 
A vent'anni, complici l'insuccesso universitario, l'allontanamento dai rapporti di amicizia del periodo scolastico e l'insorgere di tante domande sulla vita, Chesterton viene colpito da una grave forma di [[disturbo depressivo|depressione]] e da una crisi di [[Scetticismo filosofico|scetticismo]] durante la quale si avvicina al [[solipsismo]] e allo [[spiritismo]]. Ne parlerà esplicitamente anche nella sua ''[[Autobiografia (Chesterton)|Autobiografia]]''.<ref name=bio/>
 
Superata questa grave crisi attraverso le letture, in particolare del ''[[Libro di Giobbe]]'', si assiste ad una vera e propria rinascita. Nel [[1895]] Chesterton inizia a lavorare per l'[[editore]] londinese [[Redway]] e per [[T. Fisher Unwin]]. Molti suoi lavori, poi raccolti nel volume dal titolo ''The defendant'' (l'opera, il cui titolo significa letteralmente ''L'imputato'', è stata inizialmente tradotta in italiano come ''[[Il bello del brutto]]'') vengono pubblicati in giornali come ''The Speaker'', il ''Daily News'', l<nowiki>'</nowiki>''[[Illustrated London News]]'', l<nowiki>'</nowiki>''Eye Witness'', il ''New Witness'' (questi ultimi due sono fogli a cui diede vita Chesterton stesso, il primo con suo fratello Cecil e [[Hilaire Belloc]], il secondo con Belloc dopo la morte a causa della [[prima guerra mondiale]] di suo fratello Cecil), e nel settimanale che egli dirige personalmente per undici anni, il ''[[GK's Weekly]]''.<ref name=bio/>
 
[[File:Gilbert Keith Chesterton01.jpg|thumb|180px|Chesterton fotografato nel 1905.]]
Nel [[1900]] scrive la sua prima raccolta di poesie, ''[[Il cavaliere pazzo e altre poesie|The Wild Knight]]'', a cui seguiranno articoli di critica letteraria sullo ''Speaker'' e sul ''Daily News''. L'anno seguente sposa [[Frances Blogg]]. Nel 1905 pubblica ''[[Eretici (saggio)|Eretici]]''. Tre anni dopo, nel [[1908]], scrive ''[[Ortodossia (saggio)|Ortodossia]]'', forse il suo saggio più importante, una sorta di autobiografia filosofica, che continua in parte tematiche apparse nell'opera del 1905. Nel [[1909]] si trasferisce con la moglie a [[Beaconsfield]] dove vivrà fino alla morte.<ref name=bio/>
 
Tra il [[1911]] e il [[1936]] Chesterton inizia a scrivere i [[Padre Brown|racconti di padre Brown]] (molti dei quali ancora inediti).
Nel 1914 una grave malattia gli fa rischiare la vita.<ref name=bio>[http://uomovivo.blogspot.it/p/chi-e-gilbert-keith-chesterton.html Biografia a cura della Società Chestertoniana Italiana]</ref>
Dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] Chesterton fonda con lo scrittore Hilaire Belloc la [[Lega distributista]] allo scopo di aiutare lo sviluppo della piccola proprietà e della piccola industria mediante la divisione e la ridistribuzione delle grandi proprietà [[latifondismo|latifondiste]]. Di Belloc fu molto amico, tanto che [[George Bernard Shaw]] coniò il termine "Chesterbelloc" per indicare il loro sodalizio letterario e di amicizia.<ref name=bio/>
 
Nel [[1922]] Chesterton si converte al [[cattolicesimo]], anche grazie all'amicizia di padre [[John O'Connor]] (il sacerdote irlandese che gli ispirerà il personaggio di [[padre Brown]]) e di Hilaire Belloc. Viene battezzato da padre [[Vincent McNabb]], frate [[Ordine Domenicano|domenicano]], anche lui fervente distributista ed irlandese come padre O'Connor.<ref name=bio/>
 
Nel [[1934]], dopo aver ricevuto diverse [[laurea ad honorem|lauree ''honoris causa'']] dalle [[Università di Edimburgo]], [[Dublino]] e di [[Università di Notre Dame|Notre Dame]], gli viene conferito il titolo di cavaliere dell'[[Ordine di San Gregorio Magno]].<ref name=bio/>
 
Nello stesso anno, fu candidato al [[premio Nobel per la letteratura]], poi assegnato a [[Luigi Pirandello]]<ref>Luigi Pirandello, ''Tutti i romanzi'', 2 voll., Milano, A. Mondadori, 1973</ref>.