Blade Runner: differenze tra le versioni

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'''''Blade Runner''''' è un [[film di fantascienza]] del 1982, diretto da [[Ridley Scott]] e interpretato da [[Harrison Ford]], [[Rutger Hauer]], [[Sean Young]], [[Edward James Olmos]] e [[Daryl Hannah]]. La sceneggiatura, scritta da [[Hampton Fancher]] e [[David Webb Peoples]], è liberamente ispirata al romanzo del 1968 ''[[Il cacciatore di androidi]]'' (''Do Androids Dream of Electric Sheep?'') di [[Philip K. Dick]].
 
Il lungometraggio è ambientato nel 2019 in una [[Los Angeles]] [[Distopia|distopica]], dove [[replicanti]] dalle stesse sembianze dell'uomo vengono abitualmente fabbricati e utilizzati come forza lavoro nelle [[Colonizzazione dello spazio|colonie extra-terrestri]]. I replicanti che si danno alla fuga o tornano illegalmente sulla Terra vengono cacciati e "ritirati dal servizio", cioè eliminati fisicamente, da agenti speciali chiamati "Blade''blade Runner"runner''. La trama ruota attorno ad un gruppo di androidi recentemente evasi e nascostisi a Los Angeles e al poliziotto Rick Deckard, ormai fuori servizio, che accetta un'ultima missione per dare loro la caccia.
 
Del film sono state distribuite sette versioni differenti, in base alle scelte, spesso controverse, dei diversi responsabili. Una versione ''[[director's cut]]'' piuttosto raffazzonata è stata pubblicata nel 1992 e messa in commercio in [[DVD]] nel 1997. Nel 2007, in occasione del 25º anniversario dell'uscita della pellicola, la [[Warner Bros.]] ha pubblicato ''The Final Cut'', una versione digitalmente rimasterizzata e l'unica su cui Scott ha avuto totale libertà artistica<ref name="Sammon353">{{cita|Sammon|pp. 353, 365}}</ref>. Questa edizione è stata proiettata in un ristretto numero di sale e successivamente distribuita in DVD, [[HD DVD]] e [[Blu-ray Disc|Blu-ray]]<ref>{{cita web|url=http://www.thedigitalbits.com/site_archive/reviewshd/bladerunnerfinalallver01.html|titolo=Blade Runner: The Final Cut|editore=thedigitalbits.com|data=26 luglio 2007|accesso=17 settembre 2014|lingua=en}}</ref>.
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Per distinguere un replicante da un umano, il soggetto è sottoposto a un test per la valutazione degli stati emotivi denominato Voigt-Kampff. Esso consiste in un interrogatorio condotto con un oculare puntato sull'occhio; il replicante, di fronte alle domande pensate per suscitare una forte reazione emotiva, tradisce la sua natura con improvvise dilatazioni e contrazioni della pupilla, essendo incapace di controllare le emozioni a causa della mancanza delle esperienze di vita vissuta che caratterizzano ogni essere umano. Per la riuscita del test, inoltre, sono fondamentali i tempi di reazione delle risposte.
 
Nello svolgimento della trama, alcuni indizi suggeriscono che anche Deckard sia un replicante; tale interpretazione fu confermata da [[Ridley Scott]] nel 2000, quando dichiarò che «Blade Runner, anche Ford era un replicante»<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/11/Blade_Runner_anche_Ford_era_co_0_0007114385.shtml «Blade Runner, anche Ford era un replicante»<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tra gli indizi più significativi c'è il sogno dell'unicorno: quando Gaff realizza un [[origami]] con le fattezze dell'animale mitologico, dimostra di conoscere il sogno che, di conseguenza, non può essere il prodotto della mente di Deckart, ma il risultato di un innesto artificiale.
 
== Produzione ==
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Nel 1977 seguì la sceneggiatura dell'attore [[Hampton Fancher]]<ref>{{cita|Sammon|pp. 23-30}}</ref>. Egli scrisse una prima bozza per un film a basso budget, denominato ''Mechanismo''. Lo ''script'' prevedeva che il film fosse ricco di dialoghi, quasi interamente ambientato in interni e che alla fine Rachael si suicidasse. A Dick non piacque molto perché il suo romanzo veniva svuotato dei suoi più profondi significati esistenziali e suggerì di introdurre una voce narrante fuori campo<ref name="sceneggiatura">{{en}} ''Incept Date – 1980: Screenwriting and Dealmaking'', parte di ''Dangerous Days: Making Blade Runner'' contenuto all'interno dell'edizione ''The Final Cut'' del DVD, [[Warner Home Video]], 2007.</ref>. Fancher sottopose il suo lavoro al parere di [[Michael Deeley]], il quale si interessò alla bozza e contattò [[Ridley Scott]] come possibile regista. Scott inizialmente rifiutò la proposta perché impegnato con la [[pre-produzione]] di ''[[Dune (film)|Dune]]'' ma, esasperato dalla lentezza del progetto e desideroso di lavorare ad una produzione più dinamica per distrarre la mente dalla recente scomparsa del fratello maggiore, si svincolò dall'impegno precedente<ref>{{cita|Sammon|pp. 43-49}}</ref>.
 
[[File:Ridley Scott by Gage Skidmore.jpg|thumb|upright=0.9|left|[[Ridley Scott]], il regista del film]]
 
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Nel 1992 Ford ammise che «''Blade Runner'' non è uno dei miei film preferiti. Non mi sono trovato con Ridley»<ref name="cita|Sammon|p. 211">{{cita|Sammon|p. 211}}</ref>. Nel 2006 a Ridley Scott fu chiesto chi fosse stata la maggior spina nel fianco con cui avesse mai lavorato. Egli rispose che era stato Harrison Ford: «Quando abbiamo lavorato insieme era il mio primo film ed ero l'ultimo arrivato. Ma abbiamo fatto un buon film»<ref>{{cita web|url=http://www.bbc.co.uk/films/callingtheshots/ridley_scott.shtml|titolo=Getting Direct With Directors… - Ridley Scott|editore=[[BBC]]|autore=Rob Carnevale|accesso=19 settembre 2014|lingua=en}}</ref>. Ford dichiarò nel 2000 che lui e Scott avevano avuto un approccio negativo, ormai superato, e ammise di essere un ammiratore del lavoro del regista<ref>{{cita pubblicazione|titolo=And beneath lies, the truth|rivista=[[Empire (rivista)|Empire]]|data=novembre 2000|autore=Colin Kennedy|numero=137|pagina=76|lingua=en}}</ref>. Nel 2006 Ford, facendo una riflessione sulla produzione del film, disse: «Ciò che ricordo più di ogni altra cosa quando vedo ''Blade Runner'' non sono le 50 notti di riprese sotto la pioggia, ma la voce fuori campo... Ero ancora obbligato a lavorare per quei pagliacci che continuavano a inserire una brutta voce fuori campo dopo l'altra»<ref>{{cita pubblicazione|titolo=In Conversation with Harrison Ford|rivista=[[Empire (rivista)|Empire]]|data=aprile 2006|numero=202|pagina=140|lingua=en}}</ref>.
 
[[File:RutgerHauerEscapeFromSobiborPublicDomain1.jpg|thumb|left|L'attore [[Rutger Hauer]], interprete del replicante Roy Batty]]
 
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Per alcune scene vennero impiegate delle controfigure; ad esempio quando Zhora si schianta contro alcune vetrine mentre Deckard le spara, o quando Pris attacca Deckard eseguendo capriole e salti mortali. Per quest'ultima scena era stata ingaggiata come controfigura una ginnasta professionista, ma Scott le fece rigirare talmente tante volte la scena da renderla esausta. La sequenza finale che si vede nel film è stata girata quindi con un ginnasta uomo. In una delle scene finali, quando Deckard e Batty saltano da un tetto all'altro, Harrison Ford è interpretato da una controfigura, mentre fu lo stesso Rutger Hauer ad eseguire il salto, reso meno rischioso modificando la scenografia, avvicinando cioè i due palazzi montati su sostegni mobili<ref name="riprese">{{en}} ''Living in Fear: Tension on the Set'', parte di ''Dangerous Days: Making Blade Runner'' contenuto all'interno dell'edizione ''The Final Cut'' del DVD, [[Warner Home Video]], 2007.</ref>.
[[File:Ennis House front view 2005.jpg|thumb|left|La [[Ennis House]] di [[Frank Lloyd Wright]], il cui design ha ispirato gli interni dell'appartamento di Deckard]]
 
[[File:Ennis House front view 2005.jpg|thumb|left|La [[Ennis House]] di [[Frank Lloyd Wright]], il cui design ha ispirato gli interni dell'appartamento di Deckard]]
Scott incontrò delle difficoltà anche con il team di produzione, essenzialmente statunitense, che non era abituato ai suoi metodi di lavoro e alla sua tendenza a supervisionare totalmente la [[direttore artistico|direzione artistica]]. Svariati membri della squadra diedero le dimissioni durante il periodo di riprese. La tensione raggiunse il suo apice quando Scott dichiarò in un'intervista per un giornale britannico che avrebbe preferito lavorare con un team inglese. In segno di protesta il personale del film preparò delle magliette con scritto ''Yes Gouv, My Ass!'' (lett. "Si governatore, il mio culo!") e le indossò durante il lavoro. Informato del piano, Scott arrivò lo stesso giorno con un cappello da ammiraglio britannico con scritto ''Gouv'', oltre ad una maglietta con la scritta ''Xenophobia Sucks'' (lett. "La xenofobia fa schifo"). Questo gesto d'ironia contribuì ad allentare la tensione generale<ref name="sceneggiatura"/>.
 
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=== Design e scenografia ===
{{citazione|La mia prima reazione alla lettura della sceneggiatura è stata che sembrava all'apparenza un altro script futuristico, e pensai che ne avevo appena girato uno e volevo cambiare aria. Ma pensandoci meglio trovai che non era ''veramente'' futuristico. È ambientato 40 anni nel futuro, ma potrebbe accadere in qualsiasi epoca. E così cominciai ad immaginarmelo collocato nel passato – per quanto riguarda l'aspetto – e quello che stiamo veramente facendo è un film vecchio di 40 anni collocato 40 anni nel futuro.|Ridley Scott<ref>{{cita web|url=http://www.americancinemapapers.com/files/bladerunner.htm|titolo=Blade Runner: Ridley Scott Interviewed|editore=americancinemapapers.com|autore=Harlan Kennedy|accesso=19 settembre 2014|lingua=en}}</ref>|My initial reaction on reading the script was that it seemed on the surface another futuristic script, and I figured I'd just done that and I ought to change gear. But when I thought about it more, I thought it's not really futuristic. It's set 40-years on, but it could take place in any time slot. And so I started to backdate it in my head – as far as the look and feel are concerned – and what we're really doing is a 40-year-old film set 40 years in the future.|lingua=en}}
 
[[File:Hong Kong Skyline Restitch - Dec 2007.jpg|thumb|upright=1.4|Lo skyline di [[Hong Kong]] servì da ispirazione per l'aspetto della [[Los Angeles]] del 2019]]
 
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Lawrence G. Paull, in qualità di scenografo e David Snyder, come direttore artistico, realizzarono gli schizzi di Scott e Mead. [[Douglas Trumbull]], già impiegato in film del calibro di ''[[2001: Odissea nello spazio]]'' e ''[[Incontri ravvicinati del terzo tipo]]'', e Richard Yuricich supervisionarono gli [[effetti speciali]] della pellicola. Scott e Trumbull si conoscevano da anni ma non avevano mai avuto occasione di collaborare prima. Il regista gli affidò il compito di elaborare le miniature per la panoramica del paesaggio industriale e per la piramide della Tyrell Corporation, viste ad inizio film, oltre alla riproduzione a grandezza naturale della cabina di pilotaggio delle navi che sorvolano la città<ref>{{cita web|url=http://www.allocine.fr/film/fichefilm-1975/secrets-tournage/|titolo=Anecdotes, potins, actus, voire secrets inavouables autour de "Blade Runner" et de son tournage!|editore=[[AlloCiné]]|accesso=20 settembre 2014|lingua=fr}}</ref>. ''Blade Runner'' è uno degli ultimi film di fantascienza che non utilizza effetti speciali creati al computer. La scena iniziale, in cui si vede una panoramica della città, è in realtà la ripresa di un modellino a [[prospettiva forzata]] profondo solo 4,5 metri e formato da sagome di palazzi riprodotti in serie. Le esplosioni di gas sono vere: vennero registrate e poi proiettate sul modellino una alla volta, cosicché la scena iniziale è in realtà la sovrapposizione di moltissime riprese<ref name="effetti">{{en}} ''Beyond the Window: Visual Effects'', parte di ''Dangerous Days: Making Blade Runner'' contenuto all'interno dell'edizione ''The Final Cut'' del DVD, [[Warner Home Video]], 2007.</ref>. Le riprese esterne vennero modificate in [[post produzione]] con la tecnica della pittura dei mascherini. Anche le scene girate nell'ufficio del dottor Tyrell furono cambiate nella parte superiore, perché non era possibile ricreare sul set in modo credibile gli effetti di luce che il sole avrebbe dovuto produrre<ref name="effetti"/>.
 
[[File:Blade Runner Police Car (4957139342).jpg|thumb|upright=1.1|left|Uno degli ''spinner'' utilizzati nel film esposto all'American Police Hall of Fame & Museum]]
 
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=== Temi trattati e analisi ===
Nonostante ''Blade Runner'' si presenti apparentemente come un film d'azione, esso opera a diversi livelli drammatici e narrativi. Deve molto alle convenzioni del genere [[noir]]: l'[[antieroe]] taciturno, solitario e dalla dubbia moralità, che preferisce prendere le distanze dalla società piuttosto che integrarvisi; la narrazione fuori campo del protagonista; la ''[[femme fatale]]'' seducente ma problematica<ref name="Barlow">{{cita|Brooker|Aaron Barlow, ''Reel Toads and Imaginary Cities: Philip K. Dick, Blade Runner and the Contemporary Science Fiction Movie'', pp. 43-58}}</ref><ref>{{cita|Brooker|Deborah Jermyn, ''The Rachel Papers: In Search of ''Blade Runner''s Femme Fatale'', pp. 159-172}}</ref>. L'ambientazione stessa risente di questa corrente, visibile nella pioggia incessante e nell'atmosfera scura, ombrosa e opprimente<ref>{{cita|Burdeau|p. 16}}</ref>. Inoltre, sebbene la storia del romanzo si svolga a [[San Francisco]], l'azione del film viene spostata a Los Angeles, città mitica e ricorrente del noir, in cui sono ambientati ad esempio i romanzi di [[Raymond Chandler]] e [[James Ellroy]]. La mescolanza di elementi futuristici e degli anni 1940, o di altre epoche, così come il lavoro di Scott sulle luci, hanno condotto i critici a qualificare lo stile del film come [[retrofuturismo|retrofuturistico]]<ref>{{cita|Burdeau|pp. 12-13}}</ref>.
 
[[File:Eye iris.jpg|thumb|L'immagine dell'occhio ricorre frequentemente nella pellicola: nella sequenza iniziale le luci e le esplosioni della città si rispecchiano nell'iride di un lavoratore della Tyrell Corporation, i replicanti fanno visita al progettista degli occhi dei Nexus 6 e Roy Batty conficca i pollici nei bulbi oculari del dottor Tyrell<ref name="Bukatman9-11">{{cita|Bukatman|pp. 9-11}}</ref><ref name="Saini">{{cita web|url=http://www.scribble.com/uwi/br/tinku/|titolo=Eye disbelieve|editore=scribble.com|autore=Tinku Saini|data=11 febbraio 1996|accesso=30 settembre 2014|lingua=en}}</ref>.]]