Wikipedia:Oracolo/Archivio/Gennaio - Febbraio 2015: differenze tra le versioni
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==Intervallo di quarta==
Nella scrittura a due parti la quarta è considerata una dissonanza; per i greci era una consonanza bellissima mentre per la teoria degli armonici il rivolto di una banale quinta è l'armonico n-mila. Ma una persona qualsiasi che scrive musica come deve considerare questo intervallo? --
== personaggi della letteratura ==
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--[[Speciale:Contributi/87.2.144.62|87.2.144.62]] ([[User talk:87.2.144.62|msg]]) 21:55, 30 gen 2015 (CET)
:Si, come dici ci sono particelle "che la massa non ce l'hanno": penso che tu ti riferisca al concetto di [[massa a riposo]] (la voce in italiano è molto ridotta, in effetti). --
</small>
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::Esatto di tutto ciò che hai detto non mi torna però solo una cosa, perché quando l'ho spiegata in effetti son stato poco chiaro e hai pensato che dicendo 1 come successore di 0 e 2 come quello di 1 parlassi di numeri. In realtà quel che volevo dire è che quando vado a "costruire" l'insieme partendo dai postulati, nel secondo postulato per la precisione, quando vado a vedere il successore del termine precedente io in realtà so già quale avrò altrimenti non posso definirlo, percui mettiamo che il successore di '''tavolo''' (il mio 0) sia '''sedia''' e il successore di sedia sia '''penna''' ecc.. io per definire il successore so già qual è in realtà e quindi è come se sapessi già l'insieme che vado a creare, quindi non lo sto creando. Infatti se non conoscessi e dovessi definire cosa è un successore non potrei saperlo e rimarrei bloccato allo zero. Ecco perché dico che mi sembra di non capire questo "modo di vedere" i postulati. --[[Speciale:Contributi/151.18.86.115|151.18.86.115]] ([[User talk:151.18.86.115|msg]]) 20:20, 25 feb 2015 (CET)
:::Non è vero che rimarresti bloccato allo zero. Dal secondo assioma si desume che lo zero possiede <u>necessariamente</u> un <u>unico</u> successore, che puoi chiamare come vuoi («1», «-1», «tavolo», «sedia», «penna», «bicchiere», «Giovanni», ...). Il nome di questo oggetto è del tutto arbitrario, ma la sua esistenza e la sua unicità sono garantite dal suddetto assioma a prescindere dal nome che gli vuoi dare; se preferisci lo possiamo chiamare semplicemente «successore dello zero». Aggiungo ''a latere'' che il successore dello zero dev'essere distinto dallo zero per il quarto assioma. Dal secondo assioma deduciamo anche che il successore dello zero appartiene al «sistema di Peano» (per usare la stessa locuzione che hai adottato tu sopra), dunque a sua volta ammetterà necessariamente un unico successore (cioè il «successore del successore dello zero», che dev'essere distinto da zero e dal successore dello zero in virtù del terzo e del quarto assioma), e così via. Per di più, in ossequio ai canoni dell'impostazione assiomatica moderna, tutto questo resta valido a prescindere da qualsiasi significato tu voglia attribuire agli stessi concetti primitivi, cioè alle parole «zero», «numero» e «successore»; di conseguenza è conveniente ragionare su di un piano completamente astratto. Pertanto, e questo è verosimilmente uno dei punti cruciali del tuo dubbio, «quando vai a vedere il successore del termine precedente» non dovresti in realtà pensare a nulla di preciso, in quanto la parola «successore» non ha ''a priori'' alcun significato se non ciò che discende dagli assiomi. Ad ogni modo, detto in termini forse più semplici, il risultato di un siffatto procedimento di «costruzione» risulta in buona sostanza determinato univocamente dai cinque assiomi e non dipende dalla terminologia o da «ciò che già sai». :) -- [[Utente:Etienne|É]][[Discussioni utente:Etienne|tienne]] 21:55, 25 feb 2015 (CET)
::::Vedi per esempio [[aritmetica di Peano]]. --
@^musaz: ti ringrazio ed ero già andato a legerlo infatti :).<br />
@Etienne: In effetti ora hai centrato il mio dubbio, come dici gli assiomi riesco a vederli in modo astratto, ovvero non legato ad oggetti, numeri ecc. Riesco a dire a zero ho un successore ma mi blocco nel momento in cui volessi andare a caratterizzare, creandolo, (affibbiando cioè dei nomi a ogni successore) un sistema di peano; per farlo io devo attribuire un valore/nome/oggetto al successore (se non lo facessi l'assioma mi dice che esiste, ma non so qual è e quindi non starei creando nulla). Devo avere un qualcosa che mi dice che a tavolo succederà sedia e ad esso penna. --[[Speciale:Contributi/151.18.86.115|151.18.86.115]] ([[User talk:151.18.86.115|msg]]) 23:09, 25 feb 2015 (CET)<br />
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Ciao a tutti! Abbiamo in azienda una nuova macchina che, prima di avviare una lavorazione, indica il tempo previsto in un formato che non riusciamo a comprendere. Ad esempio, stamattina il tempo di una lavorazione in due fasi era dato 99:46 (prima fase) + 797:15 (seconda fase), per un totale di 897:00, che cronometrati corrispondevano rispettivamente a 0,04 + 1,54 = 1,58 minuti<ref>Corrispondenza confermata dalla macchina stessa, che ''dopo'' la lavorazione indicava il tempo trascorso in un formato comprensibile a noi comuni mortali.</ref>. Qualcuno ha qualche idea di che misura di tempo può essere quella usata dalla macchina? --[[Speciale:Contributi/95.240.160.222|95.240.160.222]] ([[User talk:95.240.160.222|msg]]) 14:53, 24 feb 2015 (CET)
<references/>
:non credo che quantifichi il tempo, dato che altrimenti dovrebbe valere la proporzione 99.46/0.04 = 797.15/1.54. --
::Avete provato a chiedere al fabbricante o al manuale o a google? --[[Utente:Cruccone|Cruccone]] ([[Discussioni utente:Cruccone|msg]]) 16:25, 24 feb 2015 (CET)
::@Cruccone: il fabbricante non rispondeva (se riusciamo a contattarlo ve lo faccio sapere) e sul manuale non lo troviamo; a google non saprei cosa chiedere, non avendo dati da immettere. @^musaz: eppure è sotto l'indicazione "tempo di lavorazione". --[[Speciale:Contributi/93.39.82.36|93.39.82.36]] ([[User talk:93.39.82.36|msg]]) 17:01, 24 feb 2015 (CET)
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