Project Nim: differenze tra le versioni

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Nonostante i progressi di Nim, Terrace esautorò Stephanie LaFarge e nominò responsabile della formazione di Nim Laura-Ann Petitto, una studentessa ventenne. Dalle interviste si desume che LaFarge e Petitto non cooperarono. Nel film Petitto descrive casa LaFarge come "caotica", mentre LaFarge giudica la Petitto priva di esperienza e scelta da Terrace per motivi sentimentali. L'addestramento di Nim avvenne non più nella casa in cui Nim abitava, ma in un'aula della ''Columbia'' senza finestre. Infine Terrace decise che Nim non avrebbe dovuto più vivere nell'atmosfera indisciplinata di casa LaFarge e pertanto avrebbe dovuto abitare con Laura-Ann Petitto; questa decisione è stata paragonata da LaFarge alla sottrazione di Nim dalla madre biologica. La nuova residenza di Nim fu una vasta villa di proprietà della ''Columbia University''; abitavano permanentemente nella villa la Petitto e due altre insegnanti, mentre Nim poteva conversare con altri visitatori. Fu sviluppato un sistema per registrare su nastro magnetico i segni di Nim, il quale mostrava evidenti progressi. Secondo Terrace il vocabolario di Nim comprendeva circa 120 segni. Il progetto fu descritto in diverse riviste scientifiche e in alcuni programmi televisivi. Come testimoniano le registrazioni, Nim aveva addirittura imparato a fare la propria firma.
 
Col passare del tempo, tuttavia, Nim diventava sempre più forte e a volte piuttosto aggressivo. Attaccò diverse volte la Petitto: nel film lei mostra i segni di morsi, uno dei quali le costò l'applicazione di 37 [[Sutura chirurgica|punti]] e un altro le recise un [[tendine]]. La fine della relazione di Terrace con la Petitto determinò l'allontanamento di quest'ultima dal Progetto Nim e la sua sostituzione con Joyce Butler, una studentessa che doveva svolgere una tesi di laurea sperimentale su Nim. Anche la terza madre adottiva fu ferita qualche volta da Nim, e lo stesso accadde a un' assistente. Terrace, il quale trovava difficoltà nel reperire ulteriori fondi, decise di mettere fine al progetto dopo soli quattro anni: comunicò al gruppo che non c'erano più motivazioni per la continuazione del progetto, in quanto erano stati già raccolti dati sufficienti, e che aveva deciso il ritorno di Nim al centro di provenienza. Negli scritti successivi Terrace affermò che il Progetto Nim era stato fallimentare, negò che gli scimpanzé potessero parlare e minimizzò i progressi compiuti da Nim. Joyce Butler, che accompagnò Nim in Oklahoma, scoppia in pianto quando rievoca davanti alla macchina da presa la conclusione della vicenda: Nim che, dopo essere stato separato dalla madre biologica, non aveva visto più nessun altro della sua specie e da allora aveva vissuto esclusivamente con esseri umani e verosimilmente si considerava un essere umano (quando aveva dovuto classificare delle foto raffiguranti uomini e scimmie aveva posto la foto che lo raffigurava fra quella degli esseri umani) era terrorizzato dagli altri primati e poté separarlo con difficoltà dall'abbraccio con cui aveva stretto la Butler. Lo stesso Terrace ammette nel film che il centro di ricerca sui primati gli si rivelò "sorprendentemente più primitivo" di quanto avesse immaginato, quando si recò nell'Oklahoma l'anno successivo; ma non intraprese alcuna iniziativa perché Nim fosse trasferito altrove.
 
In seguito Nim fu trasferito dapprima a un laboratorio, gestito dalla [[New York University]], nel quale i primati erano utilizzati per la sperimentazione di farmaci; successivamente fu accolto in una riserva per la fauna selvatica dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel [[2000]] per crisi cardiaca.