Cina: differenze tra le versioni

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=== Etnie ===
[[File:GZ FS Prayers 2.jpg|thumb|left|Cinesi [[Han]]]]
La Cina riconosce ufficialmente 56 gruppi etnici distinti, il più grande dei quali sono i cinesi [[Han]], che costituiscono circa il 91,9% della popolazione totale, ma la distribuzione è molto irregolare; esistono infatti vaste zone della Cina occidentale in cui l'etnia Han è una minoranza. Inoltre la riunione di molti cinesi nella maggioranza Han oscura alcune delle grandi differenze linguistiche, culturali e razziali che sussistono tra persone all'interno di questo stesso gruppo. Le grandi minoranze etniche comprendono gli [[Zhuang]] (16 milioni), i [[Manciù]] (10 milioni), i cinesi [[Hui (popolo)|Hui]] (9 milioni), i [[Miao]] (8 milioni), gli [[Uiguri]] (7 milioni), gli [[Yi (popolo)|Yi]] (7 milioni), i [[Tujia]] (5,75 milioni), i [[Mongoli]] (5 milioni), i [[tibetani]] (5 milioni), i [[Buyei]] (3 milioni) e i [[coreani]] (2 milioni). La natura multietnica della Cina è il risultato in parte dei territori incorporati dalla dinastia [[Qing]], i cui imperatori erano essi stessi di etnia Manciù e non membri della maggioranza Han. Le teorie etniche cinesi sono pesantemente influenzate da quelle dell'[[Unione Sovietica]]. La politica ufficiale afferma di essere contro l'assimilazione e sostiene che ogni gruppo etnico dovrebbe avere il diritto di sviluppare i propri linguaggio e cultura. Il grado di integrazione dei gruppi etnici di minoranza con la comunità nazionale varia largamente da gruppo a gruppo. Alcuni di essi, come i tibetani e gli Uiguri provano un forte sentimento di ostilità verso la maggioranza. Invece altri gruppi come gli Zhuang, i cinesi Hui e i Manciù, sono ben integrati.
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[[File:张挥公大殿.jpg|thumb|Grande Tempio di Zhang Hui, il tempio cattedrale della corporazione di lignaggio Zhang, a Qinghe, [[Xingtai]], in [[Hebei]].]]
[[File:Shangrao Dongyue Miao 2014.03.23 14-54-08.jpg|thumb|Tempio taoista a [[Shangrao]], in [[Jiangxi]], dedicato a Dongyuedadi, il "Grande Dio del Monte Tai", una delle montagne sacre cinesi.]]
Il governo cinese si dichiara formalmente "laico" e in quanto tale non riconosce laalcuna religione "di Stato". L'articolo 36 della [[Costituzione della Repubblica popolare cinese|Costituzione cinese]] stabilisce la libertà di credo religioso, bandendo e proibendo qualsiasi forma di intolleranza e coercizione. L'idea cinese di "religione" non corrisponde pienamente a quanto con questo termine si intende in Occidente; il termine cinese tradotto come "religione" (''zong jiao'') è una introduzione recente (dal giapponese nel XX secolo) e definisce le "dottrine", dotate di un corpo istituzionale e scritturale ben definito. Gran parte della tradizione spirituale cinese, tuttavia, si svolge al di fuori delle forme dottrinali ed ecclesiastiche, costituendo quella che è definita "[[religione tradizionale cinese]]".
 
Le religioni ufficialmente riconosciute, e in quanto tali gestite a livello statale, sono cinque religioni di tipo dottrinale (''zong jiao''): il [[buddhismo]], il [[taoismo]], il [[protestantesimo]], il [[cattolicesimo]] e l'[[islam]]. Il taoismo si sviluppò in Cina a partire dal I-II secolo. Il buddismo si diffuse nel Paese, introdotto dall'[[India]], con il VI secolo. Il [[cristianesimo]] e l'islam sono presenti in Cina come religioni minoritarie, il secondo predominante tra alcune etnie non-[[han]] (i più numerosi sono gli [[Hui (popolo)|hui]] e gli [[uiguri]]). Il quadro religioso del Paese è tuttavia più complesso, una volta che si guardi alla situazione al di fuori dei riconoscimenti ufficiali.