Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni

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Il reattore sperimentale di Kurčatov, progettato dallo scienziato tra agosto e ottobre 1946, venne costruito all'interno del Laboratorio N. 2, in una buca del terreno profonda sette metri dove, a partire dal 15 novembre 1946, venne assemblato un traliccio cubico di uranio di 50 tonnellate inserito all'interno di una sfera di grafite pesante 500 tonnellate e dal diametro di tre metri; al centro del reattore potevano essere inserite tre sbarre di cadmio<ref name="AL29">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 29.</ref>. Il reattore sperimentale (''Fizičeskij-1'') entrò in funzione il 25 dicembre 1946 sviluppando inizialmente una potenza minima che venne progressivamente incrementata<ref name="AL29"/>. Fin dal gennaio 1946 tuttavia Kurčatov aveva richiesto all'ingegnere [[Nikolaj Antonovič Dolležal|Nikolaj Dolležal]] di progettare e costruire il primo reattore sovietico di serie; Dolležal presentò a luglio 1946 un progetto di reattore all'uranio disposto verticalmente con sbarre di controllo che si sarebbero inserite lateralmente<ref name="AL30">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 30.</ref>. Questo progetto, noto come ''Annuška'' o "Reattore A", venne approvato per l'assemblaggio nel nuovo centro segreto di [[Ozërsk (Oblast' di Čeljabinsk)|Čeljabinsk-40]], a 80 chilometri a nord-ovest della città di [[Čeljabinsk]], che nell'autunno del 1946 iniziò ad essere costruito con l'impiego di manodopera forzata proveniente dal GULAG<ref name="AL30"/>.
 
Il reattore di Dolležal presentava notevoli inconvenienti tecnici e necessitava di importanti modifiche ma, nonostante le difficoltà, la sua costruzione venne portata a termine con successo a Čeljabinsk-40 tra marzo e maggio 1948 sotto la supervisione diretta di Kurčatov, Vannikov e Zavenjagin<ref name="AL30"/>. Il "Reattore A", cooncon 9,4 metri di diametro e 1.168 barre di uranio, entrò in funzione effettivamente il 10 giugno 1948 e fu in grado per la prima volta di produrre materiale fissile idoneo alla costruzione della bomba<ref name="AL30"/>. Il complesso segreto di Čeljabinsk-40, diretto da E. P. Slavskij, era di importanza fondamentale per l'operazione Borodino; non comprendeva solo il "Reattore A", ma vi era installato anche la cosiddetta "Installazione B" impiegata, sotto la direzione di Vitalij Klopin, per la separazione radiochimica del plutonio a partire dall'uranio prodotto nel reattore<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 30-31.</ref>. Questo impianto, che produceva il plutonio attraverso il trattamento dell'uranio con acido nitrico, diede inizio alla produzione all'inizio del 1949<ref name="AL31">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 31.</ref>. Il terzo impianto di Čeljabinsk-40 era la "Installazione V" che entrò in funzione nell'agosto 1949; in questo stabilimento, diretto dal chimico I. I. Černaëv e dai fisici, A. A. Bočvar e V. Vinogradov, il plutonio veniva purificato per renderlo idoneo all'impiego nella bomba; un primo processo sperimentale di produzione e purificazione del plutonio era peraltro già stato effettuato in precedenza nell'Officina N. 9, situata vicino al Laboratorio N. 2 di Mosca<ref name="AL31"/>.
 
=== Spionaggio ===