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=== Età Neolitica ===
[[File:Ceramica stentinello neolitico curinga calabria.jpg|miniatura|Ceramica stentinelliana di Curinga, ricostruita grazie al Laboratorio di Archeologia Sperimentale del prof. Rocco Purri.]]
Grazie alle ricognizioni condotte tra il 1974 ed il 1977 da Albert J. Ammerman vengono individuati sulla grande duna fossile ''(Rina)'' in località Prato S. Irene i resti di alcuni abitati del periodo neolitico (databile tra la fine del [[VII millennio a.C.|settimo]] e gli inizi del [[III millennio a.C.|terzo millennio a. C.]]). Si tratta di circa 40 capanne a pianta rettangolare, dotate di focolari. Le abitazioni hanno pareti in incannucciata ricoperta d'argilla, con struttura lignea formata da paletti. Basamento di pietra, struttura portante in legno, pareti in graticcio intonacato. Il tetto, sorretto da un palo centrale o da pali perimetrali, era di paglia o di canne, rivestito di argilla. Nei pressi sono stati trovati materiali in ossidiana e ceramica<ref>{{Cita web|url=https://www.penn.museum/sites/expedition/early-italian-pottery/|titolo=Expedition Magazine {{!}} Early Italian Pottery|sito=www.penn.museum|lingua=en|accesso=2017-07-11}}</ref>. Nel 1992 l’area è stata oggetto di scavo da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e sulla duna venivano individuati i buchi dei pali di un insediamento di capanne preistoriche oltre che un focolare circolare, resti di intonaco di strutture abitative, di strumenti litici, per la quasi totalità in ossidiana proveniente da [[Lipari (Italia)|Lipari]], ceramiche con decorazioni impresse, accette levigate e fusaiole. Riconducibile alla cultura di [[stentinello]], individuata da [[Paolo Orsi]] nel 1890 e cronologicamente riferibile ad una fase evoluta del Neolitico antico, questa comunità era dedita allo sfruttamento delle risorse agricole e allo smistamento dell’ossidiana delle [[Isole Eolie]] verso le regioni adriatiche. Più di recente, un laboratorio di archeologia sperimentale, supportata da analisi archeometriche eseguite presso i laboratori dell’[[Università della Calabria]], è stato sviluppato da Rocco Purri. Attraverso un approfondito studio dei materiali originali che caratterizzano la ceramica stentinelliana di Curinga sono state ripercorse tutte le fasi del processo di produzione: dall’approvviggionamento della materia prima, alla realizzazione delle forme, alla loro decorazione fino alla loro cottura. I reperti originali recuperati nella zona sono conservati presso il [[Museo archeologico lametino|Museo Archeologico Lametino]] e il Museo Pigorini di Roma.
=== Età Classica ===
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