Etere (elemento classico): differenze tra le versioni

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{{Citazione|Successivamente gli alchimisti medievali indicarono con l'etere o quintessenza la [[forza vitale]] dei corpi, una sorta di [[elisir di lunga vita]].
Quella cosa che muta i [[metalli]] in [[oro]] possiede altre virtù straordinarie: come, ad esempio, conservare la salute umana integra sino alla morte e di non lasciar passare la morte (se non dopo due o trecento anni). Anzi, ''chi la sapesse usare potrebbe rendersi immortale''. Questo ''lapis'' non è certamente nient'altro che seme di vita, gheriglio e quintessenza dell'intero universo, da cui gli animali, le piante, i metalli e gli stessi elementi traggono sostanza.|[[Comenius|Jan Amos Komensky]], da ''Labirinto del mondo e paradiso del cuore'' del [[1631]]}}
Almeno fino al [[XVII secolo]], le proprietà [[alchimia|alchemiche]] dell'etere furono oggetto di studio anche ai fini della ricerca della [[pietra filosofale]], per produrre la quale era necessaria la disponibilità del grande Agente universale, cioè la stessa [[Anima del mondo]], altrimenti detta «[[Azoth|Azoto]]»,<ref>''[[Azoth|Azoto]]'' era un [[acronimo]] [[cabbala|cabbalistico]] di 4 lettere (''A-Z-Ω-Th''), simbolizzante il [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]]: ''"[[A]]"'' in quanto inizio dell'[[alfabeto]], ''"[[Z]]"'' in quanto fine, ''"[[O]]"'' come fine dell'[[alfabeto greco]] ([[Omega (lettera)|omega]]), ''"[[Taw (lettera)|TO]]"'' come fine dell'[[alfabeto ebraico]]. Le caratteristiche di contenere in sé l'inizio e la fine di tutto erano quelle attribuite appunto al mercurio (cfr. ''{{collegamento interrotto|1=[http://www.zen-it.com/symbol/mylius/Mylmercurio.htm L'anello del mercurio] |date=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}'').</ref> acronimo cabalistico che indicava appunto l'Etere divino di cui ogni elemento della realtà si riteneva fosse permeato:<ref>Georges Ranque, ''La pietra filosofale'', Edizioni Mediterranee, 1989.</ref> il ''lapis philosophorum'', analogamente detto «quintessenza»,<ref>[[Carl Gustav Jung|C.G. Jung]], ''Psychology and Alchemy'', pag. 243, Princeton, 1968.</ref> sarebbe risultato dalla sintesi di due realtà contrapposte, quali il [[mercurio (elemento chimico)|mercurio]], associato all'aspetto passivo dell'etere, e lo [[zolfo]], associato al lato attivo e solare dell'[[intelletto]].<ref>David Walsh, ''The esoteric origins of modern ideological thougth: Boehme and Hegel'', pag. 49, Università della Virginia, 1978.</ref>
 
Per il fatto che in ambito [[chimico]] la quintessenza fosse ritenuta un [[elisir (soluzione)|elisir]] ottenuto dalla quinta [[distillazione]] degli elementi, il termine «quintessenza» ha anche assunto un significato più ampio, quello di caratteristica fondamentale di una [[sostanza (filosofia)|sostanza]] o, più in generale, di una branca del sapere.