Cesare Casella: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 19:
Dopo i contatti, tutti a vuoto, di novembre ’88 e marzo-aprile ’89 (quando viene inviata una terza prova in vita), all’inizio di giugno 1989 ne arriva uno telefonico: Luigi Casella dichiara di avere solo mezzo miliardo di lire e non i due richiesti; il bandito dall’altro capo del filo gli dà del bastardo e pretende, stavolta, cinque miliardi. E’ ciò che indurrà la madre di Cesare, Angela, a manifestare pubblicamente e in maniera clamorosa la sua disperazione. Il 10 giugno 1989 la signora lascia Pavia alla volta della [[Locride]] (zona aspromontana delimitata dall’importante paese di [[Locri]], sullo Jonio, e da tre cittadine interne: [[Platì]], [[Ciminà]] e [[San Luca]], quest’ultimo doppiamente famoso per la provenienza di molti malviventi e, in positivo, del poeta [[Corrado Alvaro]]), accompagnata da un’amica e finanziata dal quotidiano [[La Provincia Pavese]]. Angela gira le piazze dei vari centri, raccoglie firme di solidarietà e per dare un’idea della probabile condizione del figlio, arriva perfino a incatenarsi (“Mio figlio è così da 17 mesi”) e a dormire in una tenda. La sua determinazione, per la quale i mass-media (ne parlerà anche il settimanale americano [[Time]] in un articolo chiamato “Searching in the Wild West”) la soprannominano “Mamma Coraggio”, suscita ammirazione, commozione, ma anche preoccupazione per la sfida aperta al muro di omertà e all’autorità che la malavita esercita in quei luoghi. A livello istituzionale e politico, si decide di incrementare il numero di militari in Aspromonte rendendo più capillari le ricerche dei sequestrati e dei latitanti, ma si chiede anche alla signora di lasciare la Locride per non “intralciare”: Angela dapprima va a [[Fuscaldo]] (provincia di [[Cosenza]]), poi fa ritorno a Pavia. Il 27 giugno i rapitori inviano una lettera in cui dichiarano che la liberazione di Cesare dopo la “sfida” di sua madre è impossibile per una questione di principio: significherebbe la loro sconfitta e attenuerebbe la paura alle famiglie dei sequestrati. Tuttavia la banda riduce ragionevolmente l’importo del riscatto: da cinque a un miliardo e mezzo di lire.
==Verso la fine del sequestro==
| |||