Totò: differenze tra le versioni
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===Fellini, Lattuada, Pasolini===
[[Immagine:Totò Iago.jpg|thumb|right|
Proprio quasi fuori tempo massimo, quando il grande comico pensava di avere sprecato il suo talento in filmetti dozzinali, arrivarono le proposte di grandi cineasti per le quali il principe riservò entusiasmo e perplessità. [[Federico Fellini]] lo volle per il suo progetto più ambizioso e mai realizzato, ''[[Il Viaggio di G. Mastorna]]'', interrotto per la grave malattia del maestro riminese; [[Alberto Lattuada]] nel [[1965]] gli affidò il ruolo del frate Timoteo nella versione di un grande testo teatrale di [[Niccolò Machiavelli]], ''[[La Mandragola (film)|La Mandragola]]''; qui le scene della persuasione di madonna Lucrezia e il dialogo con i teschi nella cripta, considerate tra le migliori della sua arte, vennero girate in condizioni impossibili e in clandestinità dentro un convento di [[Urbino]].
La critica lo lodò compatta e a quel punto Totò capì di essere stato male utilizzato, lasciandosi andare a reminiscenze malinconiche e vagheggiando ancora i due grandi progetti ai quali teneva tantissimo: la trasposizione di un ''[[don Chisciotte della Mancia]]'' e un film da girare interamente muto.
Lattuada lo voleva anche come interprete di un film tratto da una novella di [[Luigi Pirandello|Pirandello]], ''[[La cattura]]'', ma questo progetto si arenò perché Totò incontrò sulla sua strada uno dei più lucidi scrittori e intellettuali del [[XX secolo|Novecento]], [[Pier Paolo Pasolini]], il quale lo spogliò di tutta la sua aggressività e cattiveria, per farne un sottoproletario innocente in un film sulla crisi del [[marxismo]] dopo la morte di [[Palmiro Togliatti]], ''[[Uccellacci e uccellini]]'', oggi indubbiamente datato in molti punti, tranne ovviamente nelle sequenze stupende dei tentativi di evangelizzazione dei falchi e dei passerotti, uno dei massimi punti della sua arte. Per questa grande interpretazione, realizzata da Totò ormai pressoché cieco, vinse nel [[1966]] una [[Palma d'Oro]] speciale al [[Festival di Cannes]], e un [[Nastro d'Argento]] come miglior attore di quell'anno. Con Pasolini fece in tempo a girare altri due cortometraggi tra la fine del [[1966]] e l'inizio del [[1967]], il più riuscito ''[[La Terra vista dalla Luna]]'' e l'emozionante e poetico ''[[Che cosa sono le nuvole?]]'' il suo autentico testamento artistico, nel quale interpreta la marionetta di Jago nella recita shakesperiana in un teatro dei burattini che, dopo aver convinto Otello ([[Ninetto Davoli]]) a uccidere Desdemona ([[Laura Betti]]) viene distrutta dal pubblico e mandata al macero in una discarica, dove, prima di morire, si accorge di quella grande bellezza del creato che sono le nuvole. Questa degnissima conclusione della carriera cinematografica ebbe però un'appendice assai deludente col piccolo schermo.▼
Lattuada lo voleva anche come interprete di un film tratto da una novella di [[Luigi Pirandello|Pirandello]], ''[[La cattura]]'', ma questo progetto si arenò perché Totò incontrò sulla sua strada uno dei più lucidi scrittori e intellettuali del [[XX secolo|Novecento]], [[Pier Paolo Pasolini]], il quale lo spogliò di tutta la sua aggressività e cattiveria, per farne un sottoproletario innocente in un film sulla crisi del [[marxismo]] dopo la morte di [[Palmiro Togliatti]], ''[[Uccellacci e uccellini]]'', oggi indubbiamente datato in molti punti, tranne ovviamente nelle sequenze stupende dei tentativi di evangelizzazione dei falchi e dei passerotti, uno dei massimi punti della sua arte.
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===Amare delusioni televisive===
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