Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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* [[955]] (circa). Nascita di Arduino da Dadone, conte di [[Pombia]] e da una figlia di Arduino III, conte di [[Torino]].
* [[989]] Arduino venne eletto, per decreto dell'imperatore [[Ottone III del Sacro Romano Impero|Ottone III]], signore della Marca di Ivrea; marca che allora comprendeva un vasto territorio, dal [[Canavese]] alle terre del vercellese e del novarese.
* [[997]] - [[999]] Furono anni di feroce lotta contro i vescovi-conti di [[Ivrea]] e di [[Vercelli]]. Ai fini di limitare il potere dei marchesi e di impedire che il loro titolo diventasse dinastico, gli imperatori del [[Sacro Romano Impero]] avevano infatti da tempo imboccato la strada del conferimento di poteri secolari a vescovi da essi direttamente prescelti ("lotta per le investiture").
*907 Arduino, con i suoi vassalli minori, entrò in Vercelli ed incendiò il Duomo, causando la morte del vescovo Pietro. Feroci furono in quell'anno anche gli scontri contro [[Beato Warmondo|Warmondo]], vescovo di Ivrea, che per due volte lanciò contro Arduino terribili maledizioni e scomuniche.
* 999 Il nuovo papa Sivestro II (salito al soglio pontificio per volere di Ottone III) convocò Arduino a Roma e lo scomunicò di fronte al Sinodo ed allo stesso imperatore. La ulteriore e più solenne scomunica non fiaccò tuttavia lo spirito ribelle di Arduino e le sue trame di lotta anti-imperiale.
* [[1002]] Approfittando della morte di Ottone III, un nutrito gruppo di vassalli, ostili al potere imperiale - nella chiesa di San Michele a [[Pavia]] - elesse Arduino Re d'Italia.
*1002-[[1003]] [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]], succeduto ad Ottone III, inviò truppe in Italia per far deporre ad Arduino lo scettro di Re d'Italia. Arduino ottenne una serie di successi militari contro le milizie dei vescovi –conti-conti e contro le truppe imperiali (vittoria delle "Chiuse dell'[[Adige]]").
* [[1004]] Enrico II calò in Italia, chiamato dai vescovi-conti e dai feudatari ostili al marchese di Ivrea. Dopo aver sconfitto Arduino alle chiuse della [[Valsugana]], costringendolo a ripiegare nella sua Marca, Enrico II gli tolse il titolo regale, facendosi a sua volta incoronare a Pavia Re d'Italia.
* [[1005]] Arduino donò i prorpi beni tra i fiumi Orco e Malone all'abbazia di [[Fruttuaria]] - posta nel territorio di [[San Benigno Canavese]]- la cui edificazione egli aveva appoggiato ed alla quale fu costantemente legato.
* [[1007]] Attaccato nelle sue terre, Arduino resistette all'assedio delle milizie imperiali, rifugiandosi nella roccaforte di [[Sparone]], nell'Alto Canavese.
* [[1014]] Enrico II, sceso nuovamente in Italia, fu solennemente proclamato imperatore a Roma da [[papa Benedetto VIII]] e riuscì a domare le resistenze dei nobili romani suoi avversari (e, pertanto, alleati di Arduino).
* 1014 Tornato in Germania Enrico II, Arduino riprese le armi e si mosse alla conquista di Vercelli, Novara e Pavia. Caduto ammalato, si ritirò nell'abbazia di Fruttuaria inseguendo il proposito di una "buona morte" tra le cure dei [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]].
* [[1015]] Morte di Arduino nell'abbazia di Fruttuaria .
 
==Le vicende delle spoglie mortali di Arduino==
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Sulle spoglie di Re Arduino si è tramanda - veri o falsi che siano i vari suoi particolari - la seguente storia (raccontata anche dallo scrittore [[Giuseppe Giacosa]]).<br>
Verso la seconda metà del XVII secolo, il cardinal Ferrero, abate di Fruttuaria, considerava ancora indegno il fatto che le ossa di Arduino, macchiate dai tanti misfatti contro la Chiesa, fossero conservate come preziose reliquie nell'abbazia. Decise dunque di violare il sepolcro e di seppellire in terra sconsacrata le ossa che si erano conservate. Ma un pio frate si incaricò di spiare l'abate, di segnare il luogo della sepoltura e di avvisare dell'accaduto il conte Filippo di Agliè, che vantava antiche discendenze da Re Arduino. <br>
Quest’ultimoQuest'ultimo fece allora nuovamente esumare le nobili spoglie ordino di trasporle nel suo castello in [[Agliè]] ove rimasero sin al [[1764]]. <br>
In quell'anno il castello passò ai [[Casa Savoia|Savoia]], ai quali nulla importava delle ceneri di Arduino. Ma la sorte dispose che la marchesa Cristina di Saluzzo Miolans, moglie del marchese Giuseppe San Martino, ex proprietario del castello, fosse anche amante riamata del conte Francesco Valperga di Masino.<br>
Racconta il Giacosa che: <br>
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In questo bel castello (ora di proprietà del [[Fondo per l'Ambiente Italiano|F.A.I.]]) le spoglie mortali di Re Arduino riposano finalmente in pace.
 
La storia si inscrive manifestamente nelle strategie di nobilitazione dinastica perseguite con frequenza nel passato e testimonia la grande popolarità di cui ha continuato a godere, nel Canavese, la figura di Re Arduino, ormai sospesa tra storia e leggenda.
 
== La figura di Arduino nel folklore del Canavese==
La passione per le rievocazioni storiche medievali - che ha connotato la cultura romantica e che si è tramandata sino ai nostri giorni - si manifesta nel Canavese in numerose feste in costume. Tra esse vanno ricordate:
*la Settimana Fructuariense che si celebra a [[San Benigno Canavese]];
*il Torneo di Maggio, istituito a [[Cuorgnè]] con il proposito esplicito di celebrare la leggenda di Re Arduino;