Mafalda Codan: differenze tra le versioni
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Dal 1º maggio al 12 giugno [[1945]] [[Trieste]] fu occupata dall'[[Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia]] in attesa dell'accordo, firmato a [[Belgrado]] il 9 giugno da [[Josip Broz Tito|Tito]] e dal generale inglese [[Harold Alexander]], che smembrò la regione [[Venezia Giulia]] secondo la linea di demarcazione nota come "[[linea Morgan]]". In questo periodo non vi era solo la "''passione nazionale e l'intolleranza politica (…) per cui si poteva scomparire talvolta per sempre. In molti casi bastava poco per decidere la sorte di un individuo, come del resto avviene di frequente nel vivo di grandi tragedie collettive (…)",'' come, nel caso di Mafalda Codan, bastava "''la parentela con una delle vittime delle foibe istriane del l'autunno del 1943, che suggeriva di far scomparire dalla circolazione testimoni scomodi''…"<ref>Raoul Pupo – Fra Italia e Jugoslavia. Saggi sulla questione di Trieste (1945-1954) – Del Bianco Editore – Udine – 1989</ref>
Così il 7 maggio 1945, Mafalda, a 19 anni, fu arrestata con il fratello Armando di 17 e portati, prima a [[Buie]], poi a [[Visinada]] e a [[Visignano]]:
{{citazione|''"(…) Con un filo di ferro mi legano le mani dietro la schiena e mi fanno salire su una macchina (…) Prima sosta, [[Visinada]]. (…) Mi portano sulla piazza gremita di gente, partigiani, donne scalmanate, urlano, gesticolano, imprecano. [[Nino Stoinich]] di [[Valletta]], partigiano, esecutore dell'arresto, mi presenta come italiana, nemica del popolo slavo, figlia di uno sfruttatore dei poveri. Tutti cominciano ad insultarmi, a sputacchiarmi, a picchiarmi con lunghi bastoni e a gridare: a morte, a morte. (…)" ''|Diario<ref name=diario>Diario di Mafalda Codan in: Istituto Regionale per la Cultura Istriana – Unione degli Istriani – Sopravvissuti alle deportazioni in Jugoslavia, Bruno Fachin Editore, 1997, Trieste, ISBN 88-85289-54-1</ref> – pag.18}}
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Dal settembre al 10 febbraio 1946 è in carcere a [[Fiume (Croazia)|Fiume]] dove viene processata e condannata; l'11 febbraio è inviata, con altri prigionieri, al carcere di [[Maribor]], dove rimarrà fino al 15 maggio 1946.
Dal 15 maggio 1946 al 29 giugno 1948 fu detenuta presso il "''Poboljsevalni Zavod''"
== La liberazione ==
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