Medioevo: differenze tra le versioni
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Nella Gallia merovingia si registra per la prima volta la presenza di tenute bipartite, le [[corte (storia)|curtis]], articolate in base a una distinzione tra l'appezzamento centrale direttamente gestito dal proprietario fondiario, la ''pars dominica'' (terra del ''dominus''), e i fondi affidati ai coloni, la ''pars massaricia''. Quest'ultima era composta da piccoli poderi, detti ''mansi'', sufficienti al sostentamento di una famiglia (5-30 ettari), concessi in affitto a famiglie di massari liberi in cambio di un censo in denaro o in natura oppure affidati al lavoro dei servi casati. Dalla metà dell'VIII secolo si diffuse la pratica di coltivare il dominico attraverso il lavoro forzato (le cosiddette ''[[corvée]]s'') degli affittuari del massaricio, secondo il modello economico chiamato dagli storici "sistema curtense". L'economia curtense era diffusa soprattutto nel regno dei [[Franchi]] e in particolare tra la [[Loira]] e la [[Senna]], che con alcune varianti si radicò un po' in tutta l'Europa cristiana.
In questo periodo si passò dalla rotazione biennale alla [[rotazione triennale]]: il primo anno l'appezzamento era coltivato a cereali invernali, il secondo anno si seminavano legumi o cereali primaverili e solo nel terzo anno il terreno erano lasciato a maggese. Contemporaneamente si diffuse l'[[aratro|aratro pesante]], a vomere asimmetrico, dotato di avantreno mobile su ruote e che necessitava di essere trasportato da buoi o talvolta cavalli. Il suo utilizzo portò a un susseguirsi di invenzioni per facilitare il compito dell'animale quale il ''[[giogo|giogo frontale]]'' per i buoi e il ''[[collare|collare da spalla]]'' per i cavalli. Si avviò così un processo che lentamente condusse a un aumento, seppur modesto, delle rese agricole.
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