Vera Croce: differenze tra le versioni
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[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] descrive nella sua ''Vita di Costantino'' [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-01/Npnf2-01-29.htm#P7646_3165242] come il luogo del [[Santo Sepolcro]], in origine luogo di culto per la comunità cristiana di [[Gerusalemme]], fosse stato interrato e come vi fosse stato costruito sopra un tempio di Venere — sebbene Eusebio non dica molto altro, questo atto faceva probabilmente parte del progetto di ricostruzione di Gerusalemme col nome di [[Aelia Capitolina]] del [[135]] (ordinato da [[Adriano (imperatore)|Adriano]] in seguito alla distruzione della città a causa delle rivolte del [[70]] e della ribellione del [[132]]–[[135]] di [[Bar Kochba]]). In seguito alla sua conversione al [[Cristianesimo]], l'imperatore [[Costantino I]] ordinò, nel [[325]]–[[326]] circa, che il sito fosse riportato alla luce e incaricò san [[Macario di Gerusalemme|Macario]], vescovo di Gerusalemme, di far costruire una chiesa sul luogo. Tuttavia, nella sua opera, Eusebio non fa menzione del ritrovamento della Vera Croce.
[[Socrate Scolastico]] (nato nel [[380]] circa), nella sua ''Storia Ecclesiastica'', fornisce un resoconto del ritrovamento[http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-06.htm#P394_149362]. In esso si narra come [[Elena (madre di Costantino)|Elena]], l'anziana madre di Costantino, avesse fatto distruggere il tempio pagano e avesse riportato alla luce il Sepolcro, dove furono ritrovate tre croci e il [[Titulus crucis|titulus]] della [[crocifissione]] di [[Cristo]]. Nella versione di Socrate, Macario fece porre le tre croci, una per volta, sopra il corpo di una donna gravemente malata. La donna, miracolosamente, guarì perfettamente al tocco della terza croce, che venne identificata con l'autentica croce di Cristo. Socrate sostiene che fossero stati ritrovati anche i chiodi della crocefissione, e che Elena li avesse mandati a [[Costantinopoli]], dove furono incorporati nell'elmo dell'Imperatore e uno fu trasformato nel morso del proprio cavallo (questo morso sarebbe quello conservato nel [[Duomo di Milano]] a decine di metri d'altezza dal suolo.) Un altro chiodo dovrebbe circondare l'interno della [[Corona Ferrea]] oggi conservata nel Duomo di Monza.
[[Sozomeno]] (morto nel [[450]] circa), nella sua ''Storia Ecclesiastica'' [http://www.ccel.org/fathers2/NPNF2-02/Npnf2-02-20.htm#P3156_1288060], fornisce in pratica la stessa versione di Socrate. In più egli aggiunge che era stato detto (non specifica da chi) che il luogo del sepolcro era stato "rivelato da un ebreo che abitava ad est, e che aveva tratto questa informazione da certi documenti ereditati da suo padre" (lo stesso autore mette però in dubbio l'autenticità di questo aneddoto) e che un morto era stato resuscitato dal tocco della Croce. Versioni più tarde della vicenda, di tradizione popolare, sostengono che l'ebreo che aveva aiutato Elena si chiamasse Giuda, e che in seguito si fosse convertito al Cristianesimo e avesse preso il nome di Ciriaco.
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