Palazzo Frizzoni: differenze tra le versioni

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Ma nel [[XVII secolo]] i due monasteri, quello delle Umiliate di sant'Agata e di Santa Lucia Vecchia, ormai carenti di vocazioni, vennero acquisiti dal convento di Santa Lucia che si trovava fuori dalle ''[[Torre del Galgario#Muraine|muraine]]'' fondato nel [[1337]] da [[Cirpriano degli Alessandri]], e che motivi di sicurezza preferiva spostarsi all'interno della mura cittadine, acquisendo nel 1586 tutte le proprietà dei due conventi e anche parte dell'ospedale, risulta molto efficiente durante la visita di san [[Carlo Borromeo]] che li citerà come ''ecclesia et monasterio monialium Sancta Lucia et sancta Agata ordinis sancto Augustini''<ref name="Carullo p 9" />. Sarà la visita pastorale del vescovo [[Federico Corner (1579-1653)|Federico Corner]] che obbligherà il convento ad avere reliquie che mancavano, fu così che ottennero le reliquie di santa Lucia provenienti dagli scavi del cimitero [[paleocristiano]] di san Callisto in [[Roma]], che verranno portate nella chiesa nel [[1632]] rimanendovi fino al [[1798]] quando il convento venne sopresso e adibito a caserma per ordine della [[Repubblica Cisalpina]] instaurata l'anno precedente.
[[File:Palazzo Frizzoni-Sala Consiliare.jpg|thumb|Palazzo Frizzoni-Sala Consiliare]].
Le relique sono dal 15 dicembre 1807 conservate nella chiesa delle [[Madonna dello Spasimo]] detta anche di Santa Lucia perchè il monastero venne definitivaentedefinitivamente chiuso nel 1798<ref>{{cita|Carullo|p 16}}</ref>, e il 30 novembre Francesco Maria Blonder acquistò l'intero complesso con le proprietà vicine e tutti i palazzi appartenenti alla Curia vescovile con la sola esclusione di quelli presenti nella parte alta della città in un unico solo atto notarile<ref>{{cita|Carullo|p 17}}</ref>. Ma lo svizzero Blonder già il 21 marzo 1799 vendette le proprietà a Giovanni Beltrami commerciante in seta e fratello di don Antonio che celebrava le funzioni negli anni precedenti nella chiesa del monastero. Le politiche cambiano, con l'arrrivo degli austrici-russi i francesi dovettero lasciare la città e i nuovi amministatori comunali non vollero dare il permesso per un grosso intervento di restauro dei locali sia del convento, che dell'ospedale e delle chiese<ref>{{cita|Carullo|p 20}}</ref>.
 
I francesi andando avevano lasciato la città in grave difficoltà, le famiglie erano in povertà e le suore che erano state scacciate dai monasteri rivolevano rientrare nei propri locali per aver la possibilità di sopravvivere, così avvenne anche per il monastero di santa Lucia e santa Marta che gli era confinante, questo contro la volontà degli eredi di Beltrami che ormai era deceduto<ref group=nota>Le monache chiesero il rientro nei monasteri il documento è firmato da ''D.a Cattrina Monaca del Suaccennato Convento a nome anche di tutte le altre religiose''{{cita|Carullo|21}}</ref>.