Giorgio Parodi: differenze tra le versioni

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Passato alla [[260ª Squadriglia]] su [[Macchi M.5]] il 24 febbraio 1918 Parodi viene abbattuto dall'asso Franz Gräser su [[Albatros D.III]] riuscendo a rientrare ammarando in zona italiana.
Successivamente, mentre attaccava un pallone da osservazione nemico fu a sua volta attaccato da un [[aereo da caccia]] rimanendo ferito, ma riuscì a rientrare alla base con il suo velivolo. Per questo fatto fu decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare. Trasferito dal mese di maggio ai velivoli didella basecaccia aterrestre della 241ª Squadriglia del [[Lido di terraVenezia]] conseguì due vittorie aeree in 26 missioni operative, e fu decorato con una terza Medaglia d'argento al valor militare.<ref name=Pannullo/>
In quel periodo conobbe alla Stazione della 260ª Squadriglia il meccanico di aerei [[Carlo Guzzi]]<ref name=Pannullo/> col quale condivideva la passione per le [[motocicletta|moto]] e le corse motociclistiche.<ref>Insieme a Guzzi e Parodi avrebbe dovuto esserci come socio anche l'aviatore, e comilitone, Giovanni Ravelli, ma quest'ultimo decedette in un incidente aereo nel corso del 1919. L’aquila d’oro ad ali spiegate che si vede su tutte le moto della Guzzi, rappresentano la presenza eterna di Giovanni Ravelli nella società, e fu adottata per espresso desiderio di Parodi e Guzzi.</ref> Grazie al prestito di duemila [[Lira italiana|Lire]]<ref name=Pannullo/> ottenuto dal padre, il 15 marzo [[1921]] fondò a Genova la "Società Anonima [[Moto Guzzi]]", insieme al suo amico Carlo. La produzione cominciò in un piccolo stabilimento a [[Mandello del Lario]] in [[provincia di Lecco]].<ref name=Pannullo/>