Satyajit Ray: differenze tra le versioni
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}}</ref>.
Durante la realizzazione di ''Aparajito'', Ray non aveva ancora pensato a realizzare una trilogia, idea che gli viene in seguito ad una domanda postagli durante la mostra del cinema di Venezia<ref>{{cita|Wood|p. 61.}}</ref>. L'ultimo episodio, ''Apur Sansar'' (''Il mondo di Apu'') viene girato nel 1959 e viene spesso indicato dalla critica come il migliore dei tre, oltre ad essere considerato come uno dei più grandi film della storia del cinema<ref>{{cita web|url=http://www.rottentomatoes.com/m/apur-sansar-the-world-of-apu1959/|titolo=''Apur Sansar'' su Rotten Tomatoes|editore=[[Rotten Tomatoes]]|accesso=2 luglio 2011}}</ref><ref name=Caldwell>{{cita web|autore=Aaron e Mark Caldwell|titolo=Sight and Sound|editore=Top 100 Movie Lists|anno=2004|url=http://www.geocities.com/aaronbcaldwell/dimsscri.html|accesso=2 luglio 2011|urlarchivio=
Il successo ha poche ripercussioni sulla sua vita quotidiana durante gli anni successivi: continua a vivere con la madre, lo zio e la famiglia in una casa in affitto<ref>{{cita|Robinson|p. 5.}}</ref>.
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|accesso=5 luglio 2011
}}</ref>. La Columbia Pictures espresse più volte nel corso degli anni 1970 e 1980 il desiderio di ridare vita al progetto, ma senza risultati.
Dettagli della lavorazione erano già noti nell'ambito cinematografico già a partire dal 1967<ref>{{cita pubblicazione|autore=A. Malik|titolo=Satyajit Ray and the Alien|rivista=Sight and Sound|data=inverno 1967/68}}</ref>, inoltre anche la sceneggiatura originale era reperibile in fotocopie e un'analisi dei motivi che portarono al fallimento della produzione venne fatta dallo stesso Ray in un numero del 1980 della rivista ''[[Sight & Sound]]''. Così quando nel 1982 esce ''[[E.T. l'extraterrestre]]'' molti, tra cui lo scrittore di fantascienza [[Arthur C. Clarke]], videro forti analogie con la sceneggiatura di Ray. Il biografo di Ray Andrew Robinson rivela in ''The Inner Eye'' del 1989 come questi ritenesse che il film di Spielberg "non sarebbe stato possibile se la mia sceneggiatura di ''The Alien'' non fosse stata disponibile in America in forma ciclostilata". Spielberg negò questa opinione affermando di essere solo un bambino ai tempi<ref name=timesofindia>{{cita web|titolo=Close encounters with native E.T. finally real|data=5 aprile 2003|editore=The Times of India|url=http://timesofindia.indiatimes.com/articleshow/42443247.cms|accesso=5 luglio 2011}}</ref>, fatto poi contestato dalla rivista [[Star Weekend Magazine]] che osservò come Spielberg si fosse diplomato nel 1965 e avesse iniziato la carriera di regista nel 1969<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Perceptions: Satyajit Ray and The Alien!|nome=Obaidur|cognome=Rahman|rivista=Star Weekend Magazine|volume=8|numero=70|data=22 maggio 2009|anno=2009|url=http://www.thedailystar.net/magazine/2009/05/04/perceptions.htm|accesso=31 maggio 2009}}</ref>. Secondo alcuni anche il precedente film di Spielberg ''Incontri ravvicinati del terzo tipo'' potrebbe essere stato ispirato da ''The Alien''.<ref name=timesofindia/><ref>{{Cita web|titolo=Satyajit Ray Collection Receives Packard Grant and Lecture Endowment|data=18 settembre 2001|editore=[[University of California]]|url=http://www.universityofcalifornia.edu/news/article/3572|accesso=2 giugno 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013192057/http://www.universityofcalifornia.edu/news/article/3572|dataarchivio=13 october 2012}}</ref>.
Nel 1969 Ray realizza il suo più grande successo commerciale con il musical fantasy ''Goopy Gyne Bagha Byne'', basato su un racconto per bambini scritto dal nonno. Il cantante Goopy e il percussionista Bagha, muniti di tre ossa prestategli dal Re dei fantasmi, intraprendono un viaggio fantastico per cercare di evitare lo scoppio di una guerra tra due regni vicini. Una delle realizzazioni più costose del cineasta, il film si rivelò difficile da finanziare, al punto che Ray fu costretto a rinunciare a girarlo a colori<ref>{{cita|Seton|pp. 291–297.}}</ref>. Dopo ''Goopy Gyne Bagha Byne'' Ray firma ''Aranyer Din Ratri'', un lavoro ispirato da un romanzo di un giovane poeta e scrittore, Sunil Gangopadhyay. All'interno di una cornice musicale più complessa di quella di ''Charulata''<ref>{{cita|Wood|p. 13.}}</ref>, lo spettatore segue la storia di quattro giovani che passano le loro vacanze in campagna nel tentativo di lasciarsi dietro le loro insignificanti esistenze cittadine.
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