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Il PCdI si oppone e denuncia l'invasione della Cecoslovacchia ad opera delle truppe del Patto di Varsvavia, 21/08/1968, e alla dottrina Breznev lella sovranità limitata; e questo porta nuove adesioni e nuove simpatie a quel partito.<ref>{{Cita libro|titolo=storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia.}}</ref>
Al contrario del PCdI il PCI, nel periodo della segreteria di Luigi Longo, e quindi nel 1968, ma poi anche nel periodo della segreteria di Enrico Berlinguer, non poté mai opporsi con coerenza al socialimperialismo russo anche perché dipendeva, in modo determinante dai finanziamenti, diretti e indiretti, dei sovietici; e con essi doveva mantenere una pletora di funzionari.
Anni dopo (1998), nell'intervista concessa a [[Roberto Niccolai]], per il suo lavoro "Parlando di Rivoluzioni" (interviste a 21 protagonisti dei gruppi, dei movimenti e delle riviste degli anni "60 e "70 che descrivono la loro idea del mutamento sociale), O. Pesce si è interrogato sul perché Mao tse tung ha voluto incontrare la delegazione che lui guidava e perché, sulla prima pagina del Quotidiano del Popolo, hanno voluto dare tutto quel risalto all'evento. La risposta che si è data è stata nel senso che il presidente Mao probabilmente ha capito che il PC(ml)d'I rappresentava una cosa nuova che però nasceva nella continuità della storia dei comunisti italiani e si contrapponeva alla deviazione revisionista del PCI; ed, inoltre, era un partito che già aveva saputo inserirsi nelle lotte in Italia e egli voleva incoraggiare la nascita di nuove forze comuniste.
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