Vittorio Gasparini: differenze tra le versioni

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Vittorio Gasparini, capitano di complemento degli [[Alpini]] e dirigente industriale, coniugato con Ernestina Marconi nel 1940, padre di Angiola nel 1941, il secondogenito Pietro nascerà due anni dopo, entrò nel 1941 nella direzione amministrativa dello stabilimento di [[Colleferro]] (Roma) del complesso industriale chimico [[Bombrini Parodi Delfino]] (B.P.D.) e per questo fu esonerato dalla chiamata alle armi.
A Roma rimase in contatto con i laureati cattolici e conobbe [[Paolo Bonomi]], altro dirigente amministrativo della B.P.D. e comandante del raggruppamento [[Resistenza romana|bande partigiane]] di Colleferro Carpineto, poi [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]], partecipe delle riunioni clandestine che, con [[Alcide De Gasperi]], alla fine del 1942 e all'inizio del 1943, portarono alla stesura delle [[Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana]]. Vittorio Gasparini così «fu partecipe» (“Il popolo”, 10 agosto 1945) dell'attività della [[Democrazia Cristiana]] romana.
Dopo l'armistizio dell'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] «si prestava volontariamente a cooperare con il fronte clandestino di resistenza nella [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]] (dalla motivazione della [[Medaglia d'oro al valor militare]]), collaborando con il Servizio Strategico ([[Office of Strategic Services|OSS]]) della [[United States Army North|5ª Armata Americana]]. Nel gennaio 1944 si trasferì in Alta Italia, da aprile in veste di dirigente dello stabilimento B.P.D. di [[Montichiari]] ([[Brescia]]), «come copertura della sua attività clandestina a Milano in «Piazza Fiume»<ref name=Belotti>{{cita libro |cognome=Belotti | nome=Giuseppe |titolo=I cattolici di Bergamo nella resistenza |volume=2 |editore=Minerva Italica |città=Bergamo |anno=1977 }}</ref>. Qui era posto un centro radio, con un apparecchio trasportatovi da Roma, per segnalazioni sull'attività tedesca e sulla produzione industriale bellica a favore degli occupanti e per collegare cellule partigiane del Nord Italia. In questa zona Gasparini compì numerosi viaggi, soprattutto per raccogliere fondi per la resistenza, avendo a disposizione una Fiat e documenti procurati, per lui e per un collaboratore, dottor Beltrami, da un altro dirigente della B.P.D., l'ing. Giovanni “Nino” Cecchini, appartenente alle [[Brigate Fiamme Verdi|Fiamme Verdi]].
 
Nella terza decade di maggio, il centro radio clandestino di Gasparini fu localizzato, lui arrestato a [[Montichiari]], il collaboratore ing. Bellini a [[Brescia]]; Cecchini il 30 maggio a Milano.