Boris Vian: differenze tra le versioni

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Autore anche di racconti e canzoni, Vian suonò la sua tromba tascabile (che nei suoi scritti si ritrova spesso sotto il nomignolo "trompinette") nel celebre Tabou, club (ormai chiuso) situato nella Rue Dauphine, nei pressi del quartiere [[Saint-Germain-des-Prés (Parigi)|Saint-Germain-des-Prés]], a [[Parigi]]. La sua canzone più famosa è ''Le déserteur'', dal testo spiccatamente [[pacifista]], scritta durante la [[guerra d'Indocina]]. Le sue canzoni sono state riprese da moltissimi artisti, tra cui [[Juliette Gréco]], [[Nana Mouskouri]], [[Yves Montand]], [[Magali Noel]], [[Henri Salvador]], E tra gli italiani anche [[Fausto Amodei]], [[Ivano Fossati]], [[Luigi Tenco]], [[Ornella Vanoni]] e [[Le luci della centrale elettrica]]. [[Serge Gainsbourg]] ha affermato che vedere Boris Vian all'opera lo ha ispirato a tentare di scrivere lui stesso delle canzoni.
 
Appassionato di jazz, fu ilin "contatto" (tra gli altri) di [[Duke Ellington]] e [[Miles Davis]] a Parigi. Scrisse articoli su diverse riviste francesi di jazz (''Le Jazz Hot'', ''Paris Jazz'') e pubblicò numerosi articoli sull'argomento anche in America, nonostante non vi avesse mai messo piede. Tuttavia i temi di questo paese, il jazz in particolare, si ritrovano spesso nell'arte di Vian. Le sue opere letterarie sono infatti intimamente intrecciate al suo amore per il jazz. Nella prefazione a ''L'Écume des Jours'', scrisse: "''Sono solo due le cose che contano: l'amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto...''".
 
La sua esperienza nel campo della musica lo indusse a scrivere il pamphlet ''En avant le zizique'' (''Musika & Dollaroni''). Il libro è un feroce e ironico attacco all'industria discografica e i suoi meccanismi, di cui Vian profetizza che, nel futuro, i musicisti non dovranno più servirsi per pubblicare i propri lavori.