|Data_di_nascita = 26 gennaio 1915
|Nato_a = Roma
|Data_di_morte =21 gennaio 1943
|Morto_a =
|Cause_della_morte =caduto in combattimento
|AnnoNascita = 1915
|LuogoMorte = Novo Postepolewka
|GiornoMeseMorte = 21 gennaio
|AnnoMorte = 1943
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
}}
Sottotenente degli [[alpini]], fu decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento durante la [[Seconda battaglia difensiva del Don]].
==Biografia==
NacqueNato a Roma il 26 gennaio [[1915]],<ref name=B1p409/> figlio dello scrittore e patriota triestino [[Scipio Slataper|Scipio]],<ref>Il cantore del [[Carso]], direttore della fiorentina ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'' che tanto profondo segno ha lasciato in tutta la cultura italiana, caduto sul Podgora nel 1915.</ref> e di Gigetta Carniel, e nipote del pluridecorato [[tenente colonnello]] [[Guido Slataper|Guido]].<ref>Il cui figlio [[Giuliano Slataper|Giuliano]] cadde a sua volta in Russia e fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.</ref> Dopo aver conseguito la [[laurea]] in [[ingegneria industriale]]<ref name=B1p409/> presso il Politecnico di Milano, nel [[1939]] viene ammesso a frequentare la Scuola Allievi Ufficiali di Artiglieria della specialità [[Alpini|alpina]] di [[Bra]].<ref name=B1p409/> Uscitone con il brevetto di [[sottotenente]]<ref name=B1p409/> di complemento<ref name=B1p408>{{Cita|Bianchi, Cattaneo 2011|p. 408}}</ref> nell'aprile del [[1941]], viene destinato a prestare servizio presso l'Arsenale di [[Torino]]. Dopo aver chiesto insistentemente di essere trasferito a un reparto da combattimento,<ref name=B1p409/> nel giugno successivo è assegnato al [[3º Reggimento artiglieria terrestre (montagna)|3º Reggimento artiglieria alpina]]<ref name=B1p35>{{Cita|Bianchi, Cattaneo 2011|p. 35}}</ref> appartenente alla [[3ª Divisione alpina "Julia"]] di stanza in [[Grecia]]<ref name=B1p35/>. Rientrato in Patria<ref name=B1p409/> insieme al suo reggimento viene assegnato al Gruppo artiglieria “Udine”<ref name=B1p35/>; nel novembre 1941 sposa Julia Marini da cui ha nell'ottobre 1942 un figlio chiamato Aurelio. Nell’agosto del [[1942]] parte per il [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]].<ref name=B1p409/> Nel gennaio [[1943]] viene ferito a Novo Postepolewka durante le fasi della [[Seconda battaglia difensiva del Don|ritirata]]<ref name=B1p408/>.
Dopo aver conseguito la [[laurea]] in [[ingegneria industriale]]<ref name=B1p409/> presso l’Università di Roma, nel [[1939]] venne ammesso a frequentare la Scuola Allievi Ufficiali di Artiglieria della specialità [[Alpini|alpina]] di [[Bra]].<ref name=B1p409/>
Uscitone con il brevetto di [[sottotenente]]<ref name=B1p409/> di complemento<ref name=B1p408>{{Cita|Bianchi, Cattaneo 2011|p. 408}}</ref> nell'aprile del [[1941]], fu destinato a prestere servizio presso l'Arsenale di [[Torino]]. Dopo aver chiesto insistentemente di essere trasferito a un reparto da combattimento,<ref name=B1p409/> nel giugno successivo fu assegnato al [[3º Reggimento artiglieria terrestre (montagna)|3º Reggimento artiglieria alpina]]<ref name=B1p35>{{Cita|Bianchi, Cattaneo 2011|p. 35}}</ref> appartenente alla [[3ª Divisione alpina "Julia"]] di stanza in [[Grecia]].<ref name=B1p35/>
Rientrato in Patria<ref name=B1p409/> insieme al suo reggimento venne assegnato al Gruppo artiglieria “Udine”,<ref name=B1p35/> e nell’agosto del [[1942]] partì per il [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]].<ref name=B1p409/> Il 21 gennaio [[1943]] cadde eroicamente in [[Offensiva Ostrogorzk-Rossoš|combattimento]] a Novo Postepolewka durante le fasi della [[Seconda battaglia difensiva del Don|ritirata]], ed in sua memoria venne decretata la concessione<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=45658|titolo=Medaglia d'oro al valor militare|accesso=22 aprile 2015}}</ref>. della [[Medaglia d'oro al valor militare]].<ref name=B1p408/>
== Onorificenze ==
|motivazione=''Ufficiale addetto ai collegamenti di un Comando di Reggimento di Artiglieria Alpina, dislocato in un osservatorio avanzato sul Don, attaccato improvvisamente da una pattuglia avversaria, balzava alla testa di pochi artiglieri e, sotto violento fuoco, costringeva il nemico a precipitosa fuga. Benché ferito al capo da una scheggia di bomba si lanciava all’inseguimento, riuscendo a catturare un ufficiale e quattro soldati e, rientrato nelle nostre linee, rimaneva con i suoi uomini per condividerne la sorte. Successivamente partecipava ad una estenuante ed epica fase di ripiegamento, durante la quale lo si vedeva sempre alla testa dei superstiti artiglieri che trascinava con l’esempio a lotte corpo a corpo, per rompere l’accerchiamento del soverchiante nemico. Nemmeno la rottura di un braccio, provocata da un colpo di mitragliatrice, stroncava il suo slancio. In un estremo combattimento, superando con la virtù indomita dello spirito lo strazio del corpo ormai esausto, riusciva ad azionare una mitragliatrice rimasta senza serventi. Nel disperato tentativo di arrestare ancora una volta il nemico irrompente, scompariva nella mischia. Fulgida figura di soldato, fedele alle tradizioni di italianità della sua famiglia e della gente triestina.''
|luogo= ''Golubaja-Postojaly-Nowo Georgiewki-Novo Postepolewka (Russia), 16 dicembre 1942 – 21 gennaio 1943.''
|fonte= {{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=45658|titolo=Medaglia d'oro al valor militare|accesso=22 aprile 2015}}
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