Discussione:Lingue parlate in Italia/Archivio: differenze tra le versioni

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Non è indispensabile che la definizione sia solamente legale, ma la distinzione è evidente e deve essere indicata. Dopotutto il 72% degli italiani si rivolge "Solo o prevalentemente italiano" in pubblico, contro un 5,2% che usa prevalentemente il dialetto. (Dati Istat 2006 http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070420_00/testointegrale.pdf) Nelle regioni con lingue equiparate, il loro uso è ben più diffuso di qualsiasi dialetto (ad es. 66,4% a Bolzano).
Un articolo che parla delle "lingue parlate in Italia" non può appiattire tutto su un solo termine: sarebbe una palese distorsione della realtà. Dopotutto, se la stessa Istat usa il termine "dialetto" nel suo sondaggio e 54.000 italiani sono in grado di comprendere il termine e rispondere, significa che la distinizione esiste ed è piuttostotutt'altro chiarache ambigua.
 
Entrando nello specifico, ripeto che ogni dialetto È una lingua, cioè mezzo di comunicazione di una comunità, quindi non c'è conflitto nel parlare di "Lingua siciliana" e specificare che è un dialetto.
La linguistica non può spiegare quella linea che separa il 72% e il 66,4% dal 5,2% perché è storica, politica e legislativa, ma non per questo possiamo fingere che non esista. Ripeto il mio invito a suggerire terminologie alternative che possano rimarcare questa distinzione, ma per ora l'unica miche sembrariesca a farlo in modo oggettivo è "dialetto", sulle basi indicate nell'articolo. [Alain]
 
== Fonti ==
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