Attilio Prevost (ingegnere): differenze tra le versioni
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{{C|da un confronto con le fonti, risulta che alcune citazioni sono state attinte da fonti diverse da quelle indicate, modificate e/o riportate in modo non corretto, generando informazioni incomplete o errate|ingegneri|settembre 2017}}
{{P|toni troppo celebrativi. Pagina dal taglio eccessivamente pubblicitario anziché biografico-enciclopedico. Da verificare ed emendare degli aspetti meno enciclopedici|ingegneri|settembre 2017}}
{{Bio
|Nome = Attilio
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=== Gli inizi con lo zio Attilio Prevost ===
Il padre di Attilio, già socio dell'orologeria “Rocca” di Torino, era stato convinto dal fratello [[Attilio Prevost (1890-1954)]], a vendere le sue quote e la sua abitazione di Torino e trasferirsi con la famiglia a Milano per acquistare insieme il terreno su cui costruire i nuovi stabilimenti dell'azienda da far poi continuare al proprio figlio Attilio, dato che il fratello Attilio non aveva figli.
I due fratelli comprano nel 1937<ref> Società Anonima Immobiliare Anguissola del 14/13/37, iscritta al Registro Ditte n 259.838 del Registro delle Imprese n. 37253</ref> in via Desenzano 2 a Milano, il terreno su cui costruiscono, insieme a [[Elena Lanzoni Prevost]], moglie di [[Attilio Prevost (1890-1954)]]
Attilio Jr. entra in azienda nell'ottobre del 1945 e comincia a seguire lo zio sia nella parte tecnologica che in quella inventiva dei prodotti.
Attilio Prevost Jr. si dimostra un ingegnere particolare, capace di unire alla conoscenza della tecnologia e per l'ottica di precisione, quella per la poesia e la musica, un mix raro che, unito a una profonda umiltà e generosità portava sentimenti di stima e ammirazione in tutti quello che lo incontravano.
Nel 1953 Attilio Jr. diventa direttore delle Officine Prevost.
Il 26 agosto del 1954, dopo la scomparsa dello zio Attilio, entra a far parte della società insieme alla zia [[Elena Lanzoni Prevost]] (Presidente dell'azienda) e alla cugina Annamaria Lari Prevost.
=== Il fotocoagulatore Raverdino ===
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I [[Beatles]] a [[Londra]] nel [[1964]], aiutarono personalmente i tecnici della Prevost a togliere dall'imballaggio la moviola Mod SC72 che poi [[John Lennon]] si mise subito ad utilizzare "come se si trattasse di un giocattolo"<ref> La materia dei sogni, Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005, p.46</ref>.
[[Herbert Von Karajan]] era un altro cliente molto esigente. "Apportare i tagli – diceva il Maestro Von Karajan riferendosi alla fase di montaggio del film- è importante, come dirigere un'orchestra"<ref name="Vaughan-Karajan-Longanesi 264"> Roger Vaughan, Herbert Von Karajan, Longanesi & C., 1986, p.264</ref>. Nel [[1983]] gli venne montata a [[Salisburgo]], in due grandi stanze che erano state allestite a laboratorio, una Prevost otto piatti Modello 72/3 con tre schermi, così da poter avere la visione simultanea relativa agli strumenti dell'orchestra, alle sue mani e al suo volto. “Von Karajan sedeva su un seggiolino alto da disegnatore al centro del tavolo Prevost, alla sua sinistra il suo montatore [[Gela Marina Runne]]. Si trattava della [[Sinfonia n. 6 (Beethoven)|Sinfonia n.6 (Beethoven)]]”<ref name="Vaughan-Karajan-Longanesi 264" />. {{citazione necessaria|Andò tutto bene sino a quando il Maestro sentì la musica letta al contrario durante il riavvolgimento della pellicola. Il suono emesso gli procurò una reazione di disgusto e disse “Le mie orecchie non possono sentire questo obbrobrio”<ref name="Vaughan-Karajan-Longanesi 264" />e se ne andò dalla sala. Per lui, venne inventato un micro switch (che poi vollero tutti) che scattava quando la moviola tornava indietro disattivando il suono.}} Il dispositivo fu realizzato dal tecnico della Prevost Dino Paiola. (rif. nota <ref> La materia dei sogni, Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi, Carocci Editore, 2005, p.46</ref>
=== I collaboratori della progettazione ===
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