Everest: differenze tra le versioni
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{{immagine grande|Panoramique_mont_Everest.jpg|800px|Panoramica da ovest: da sinistra, il Khumbutse e il Passo Lho La, il Changtse, la spalla Ovest, la cima dell'Everest, il Colle Sud, il Lhotse (appena visibile) e il [[Nuptse]]; al centro le ''Icefalls'' e il [[ghiacciaio Khumbu]]}}
== Altezza dell'
La storia della misurazione della quota del monte Everest (e di altre grandi montagne dell'[[Himalaya]] e del [[Karakorum]]), parte da un articolo di [[Alexander von Humboldt]] nel 1816 su “''Annales de Chemie et de Physique''”, che per primo si interessa dell'altezza delle montagne himalayane. Nel frattempo, si era già avviata la ciclopica campagna di misurazioni e livellazioni topografiche che durerà oltre 60 anni (dal 1802 al 1866), nota con il nome di GTS (''Great Trigonometrical Survey''), effettuata dagli inglesi del Survey of India, che rilevano (per finalità non solo conoscitive ma anche di controllo dei territori occupati) tutta la penisola indiana per arrivare fino alle lontane montagne. Nel 1852 un operatore indiano del Survey, Radhanath Sikdar, nel verificare i complessi calcoli sulle osservazioni strumentali, individua per la prima volta tra le lontane vette dell'Himalaya una cima, che era stata denominata Peak XV, come la montagna più elevata, e le attribuisce la quota di 29.002 ft / 8.840 m. Questa misura, incredibilmente vicina alla misura di quota attuale, viene ufficializzata nel 1856, e nel 1865 al Peak XV viene attribuito il nome di monte Everest, in onore di [[George Everest]], British Surveyor General del GTS dal 1830 al 1843.
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