Khalid bin Sultan Al Sa'ud: differenze tra le versioni

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Nel novembre 2009, Khalid bin Sultan ha guidato l'intervento militare saudita in Yemen. La campagna è stata gravata da diversi errori tattici e il principe è stato pesantemente criticato. I sauditi hanno subito 130 vittime, mentre gli yemeniti hanno perso più di 1000 persone.<ref name=npr>{{Cita news|autore=Simon Henderson|url=http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=130747807&ft=1&f=1014|titolo=Foreign Policy: A Prince's Mysterious Disappearance|pubblicazione=NPR|accesso=8 dicembre 2010}}</ref>
 
Nel dicembre 2009, Khalid ha dato un ultimatum di 48 ore ai ribelli sciiti [[Huthi]], imponendogli di ritirarsi da Al Jabri. Presto, ha dichiarato che la campagna era finita dopo che i ribelli Huthi hanno promesso attraverso il giornale pan-arabo Al-Quds Al-Arabi che si sarebbero ritirati dal confine, in cambio di un cessate il fuoco. Gli Huthi hanno anche dichiarato che il governo dello Yemen aveva usato il territorio saudita come obbiettivo per un bombardamento.<ref name=wikileaks2009>{{Cita web|titolo=Sitrep on Saudi military operations against the Houthis|url=http://wikileaks.ch/cable/2009/12/09RIYADH1687.html|sito=Wikileaks|accesso=27 maggio 2012|data=30 dicembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130426041921/http://wikileaks.ch/cable/2009/12/09RIYADH1687.html|dataarchivio=26 aprile 2013}}</ref>
 
Nel febbraio 2010, l'ambasciatore statunitense James B. Smith si è incontrato con il principe Khalid. Smith ha portato l'attenzione sugli attacchi aerei sauditi sugli ospedali yemeniti. Khalid ha ammesso che l'evento si è verificato perché lo Yemen aveva designato la zona come base militare Huthi e a causa delle attrezzature militari imprecise e del rifiuto degli Stati Uniti di fornire il regno di aeromobili a pilotaggio remoto [[General Atomics RQ-1 Predator|Predator]]. Ha continuato a dire che la strategia saudita era di forzare gli Huthi a riconciliarsi con il governo yemenita con una forte dimostrazione di forza militare <ref name=wikileaksfeb10>{{Cita web|titolo=Saudi Arabia: Renewed assurances on satellite imagery|url=https://wikileaks.org/cable/2010/02/10RIYADH159.html|sito=Wikileaks|accesso=27 maggio 2012|data=7 febbraio 2010}}</ref> ma che era difficile evitare vittime civili. Le commissioni saudite-yemenite hanno poi concordato gli spazi in cui condurre gli attacchi.<ref>{{Cita news|url=http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2009/11/20091151323886933.html|titolo=Saudi jets bomb Yemeni Houthis|pubblicazione=Al Jazeera|data=5 novembre 2009|accesso=8 dicembre 2010}}</ref> Si è però lamentato che l'intelligence yemenita era inaffidabile e politicamente motivata. Il governo yemenita ha però inserito fra le aree controllate dai ribelli terroristi anche la zona in cui era situato l'ufficio del generale Ali Mohsen Al Ahmar, un avversario politico del presidente [['Ali 'Abd Allah Saleh]].<ref name=wikileaksfeb10/><ref>{{Cita news|autore=Mohammed Aly|url=http://online.wsj.com/article/SB125746088928732009.html|titolo=Saudi Forces Bomb Yemeni Rebels on Southern Border|giornale=The Wall Street Journal|data=6 novembre 2009|accesso=8 dicembre 2010}}</ref>
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Alla fine degli anni '90, il principe Khalid ha avuto contatti commerciali con il gruppo francese di elettronica Thomson-CSF.<ref>{{Cita news|titolo=The Political Leadership - King Fahd|url=http://www.thefreelibrary.com/SAUDI+ARABIA+-+The+Political+Leadership+-+King+Fahd.-a057816188|accesso=16 marzo 2013|pubblicazione=APS Review Gas Market Trends|data=29 novembre 1999}}</ref> Nel settembre 2000, ha istituito negli Stati Uniti la Fondazione Oceani da Vivere.<ref>{{Cita web|titolo=Khaled bin Sultan Living Oceans Foundation|url=http://www.livingoceansfoundation.org/index.php?option=com_content&view=article&id=17&Itemid=168|sito=Living Oceans Foundation|accesso=1º aprile 2012}}</ref> Nel 2012 ha vinto il Premio Perseo, <ref name=sacbee>{{Cita news|titolo=HRH Prince Khaled bin Sultan Honored with 2012 Perseus Award|url=http://www.sacbee.com/2012/11/08/4970889/hrh-prince-khaled-bin-sultan-honored.html|accesso=10 novembre 2012|giornale=The Sacramento Bee|data=8 novembre 2012}}</ref> assegnato ai proprietari di yacht che fanno sforzi nel contribuire alla conservazione della fauna marina.<ref name=sacbee/>
 
Khalid è presidente del comitato del Premio Internazionale per l'acqua Principe Sultan bin Abd al-Aziz <ref>[http://www.psipw.org/about.html "About the Prize"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090227175537/http://www.psipw.org/about.html |data=27 febbraio 2009 }} ''psipw.org''. Retrieved 31 December 2008.</ref> e del consiglio di amministrazione della Fondazione Sultan bin Abd al-Aziz.<ref>{{Cita web|titolo=Who we are?|url=http://www.sultanfoundation.org/Pages.aspx?id=1|sito=Sultan bin Abdulaziz Al Saud Foundation|accesso=7 aprile 2012}}</ref> È anche membro del consiglio di amministrazione fiduciaria della Fondazione pensiero arabo, un gruppo [[think-tank]] saudita, che tenta di migliorare le relazioni tra le nazioni arabe e le nazioni occidentali.<ref>{{Cita web|titolo=Board of Trustees|url=http://www.arabthought.org/en/main/board-trustees|sito=Arab Thought|accesso=2 maggio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120523191242/http://www.arabthought.org/en/main/board-trustees|dataarchivio=23 maggio 2012}}</ref>
 
È proprietario del quotidiano pan arabo Al-Hayat anche se si dice che non interferisca negli articoli fintanto che non vengono pubblicate critiche ai membri della famiglia reale.<ref>{{Cita web|titolo=Ideological and ownership trends in the Saudi media|url=http://www.cablegatesearch.net/cable.php?id=09RIYADH651|sito=Wikileaks|accesso=27 maggio 2012|data=11 maggio 2009}}</ref>