Cartiere Burgo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 30:
Nel [[secondo dopoguerra]] Luigi Burgo fu estromesso, solo negli anni cinquanta l'azienda tornò ai livelli produttivi anteguerra e all'inizio degli anni sessanta passò sotto la guida della famiglia Adler: [[Lionello Adler]], ingegnere chimico rifugiatosi in Svizzera per motivi razziali, quindi emigrato in Venezuela e Argentina, diventò nel 1960 vicedirettore e nel 1962 amministratore delegato. La Burgo aveva sette stabilimenti di carta e quattro di produzione [[cellulosa]]. In collaborazione con il gruppo Scott Paper Co. (nel 1963 fu creata anche la Burgo Scott con Lionello Adler presidente) realizzò una serie di stabilimenti per la produzione di carta per uso sanitario e domestico: [[Villanovetta]], [[Maslianico]], [[Maraino]] e a [[Romagnano Sesia]].
 
Negli anni settanta, dopo l'incursione di [[Giovanni Fabbri]], definito dai giornali "il re della carta" prima del suo fallimento, l'azienda si trovò in difficoltà dal punto di vista proprietario costringendo [[Mediobanca]] ed [[Enrico Cuccia]] a promuovere nel [[1981]] un sindacato di controllo formato da nomi importanti dell'imprenditoria italiana: oltre a Mediobanca (azionista con una quota del 14%), ne fecero parte [[Pirelli]] con il 7,1%, [[Gemina]] (quindi gli [[Agnelli]]) con all'inizio il 2,99% per poi aumentare poco a poco, l'[[Italmobiliare]] di Giampiero Pesenti con l'1,7%, la Fineurop Gaic di [[Camillo De Benedetti]] con l'1,4% e le [[Generali]]. Di fatto la Burgo si trasformò in una public company, la seconda in Italia dopo le Generali.<reref>''Repubblica.it'', 2 ottobre 1987.</ref>
 
Nell seconda metà degli anni ottanta, con Lionello Adler presidente (sarà anche presidente della [[Comit]] privatizzata) e Giuseppe Lignana (classe 1937, esperienze alla Ceat, Union Cavi, Sirti) nel ruolo di amministratore delegato e direttore generale, Cuccia ebbe anche l'idea (ma il progetto rimase sulla carta e le trattative furono anche smentite) di dare vita ad una "grande Burgo" insieme al gruppo canadese Mac Millan Bhedel, il maggiore produttore di legname, cellulosa e carta del Nord America.<ref>''Repubblica.it'', 29 aprile 1994.</ref> Da lì a poco l'azienda entrò in crisi con una sovracapacità produttiva che portò ad avviare una guerra di sconti: nel [[1992]] il bilancio presentò una perdita record di 136 miliardi di euro.
 
La pesante crisi industriale del settore comportò importanti ristrutturazioni. Nel 2004 la Burgo (chiamata da allora ''Burgo Group'') fu integrata nel gruppo cartario Marchi, realizzando una concentrazione di 15 stabilimenti.