Catalogna: differenze tra le versioni
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* Altre teorie suggeriscono che la parola provenga da un mitico principe [[Alemanni|alemanno]], [[Otgero Cataló]], oppure dalla parola [[Lacetani]], il nome di una tribù che abitava le terre che oggi sono il [[Vallès Occidental]]e e l'[[Vallès Oriental|Orientale]] e il [[Barcelonès]], che per una [[metatesi (linguistica)|metatesi]] abbastanza frequente nelle [[lingue romanze]] si sarebbe evoluta in ''katelani'' e da qui a ''catalans''.<ref>[http://www.racocatala.cat/forums/fil/61606/misteri-de-paraula-catalunya El Misteri de la Paraula Cathalunya]</ref>
Il '''[[Principato di Catalogna]]''' è un termine giuridico che apparve soltanto nel [[XIV secolo]] per indicare il territorio soggetto alla giurisdizione delle ''Corts Catalanes'' ("Corti Catalane"), territorio il cui sovrano (in [[lingua latina|latino]] ''princeps'') era il [[re d'Aragona]] del [[Casato di Barcellona]]. Ciononostante, questo territorio non era formalmente un [[Monarchia|regno]], bensì un raggruppamento di contee con delle leggi uniformate dalle ''Corts'', e una entità
Il nome ufficiale del governo della Catalogna (formato dal consiglio, dal [[Parlamento della Catalogna|parlamento]] e dal [[Presidente della Generalitat de Catalunya|presidente]]) è ''[[Generalitat de Catalunya]]'' in [[lingua catalana|catalano]].<ref>''Generalidad de Cataluña'' in [[lingua spagnola|spagnolo]], anche se di fatto questa forma è rara e non ufficiale (l'unica terminologia riconosciuta dalla legge è quella in catalano, che pertanto viene utilizzata anche nei testi o nei discorsi in spagnolo).</ref> Alcuni applicano scorrettamente questo nome soltanto al consiglio, come se fosse la stessa cosa del [[gabinetto di governo]]. ''Generalitat de Catalunya'', invece, designa tutto il sistema istituzionale di autogoverno catalano (all'interno dello [[Spagna|Stato spagnolo]] ma non sotto l'autorità diretta del governo centrale di [[Madrid]]).
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Con la vittoria di [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], nel 1714, nella guerra di successione Spagnola, la Catalogna e tutta la Corona d'Aragona perse una buona parte di potere a vantaggio di un accentramento verso la corona di Castiglia.
Nella storia unificata della Spagna, la Catalogna recupera e riperde varie volte vari gradi di autonomia, fino alla salita al potere di Francisco Franco, nel 1939, che arriva persino a dichiarare illegale l'uso delle lingue regionali, tra cui il catalano. Dopo la morte di Franco, la Catalogna votò favorevolmente per la nuova Costituzione e divenne una delle Comunità Autonome all'interno della Spagna.
La forte spinta identitaria dei catalani, tuttavia, non trovò una risposta né durante la transizione democratica, né nei decenni successivi, tanto che ancora oggi è causa di frizioni con il governo centrale.
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[[File:Casa generalitat web.jpg|miniatura|320px|[[Palau de la Generalitat de Catalunya|Palazzo della Generalitat de Catalunya]], Barcellona. Sede del governo e della presidenza della Catalogna]]
Alle elezioni regionali tenutesi il 16 novembre [[2003]], nelle quali Jordi Pujol rinunciò a candidarsi, i partiti coalizzati della Sinistra sconfissero CiU per la prima volta, e [[Pasqual Maragall i Mira]] divenne Presidente della [[Generalitat de Catalunya|Generalitat]]. I Socialisti di Maragall, comunque, persero dei seggi: il grande vincitore fu la ERC, fermo sostenitore di una piena indipendenza catalana, e i Verdi. Mentre il PSC mantenne il posto di Presidente della Generalitat (Maragall), l'ERC nominò il "conseller primer" (primo consigliere), Bargalló. Il governo di Maragall fu quindi una scomoda alleanza tra PSC ed ERC, poiché l'ERC favoriva politiche più di sinistra e il progresso verso l'indipendenza catalana, in contrapposizione con le idee politiche del PSC, il governo cadde con un anno di anticipo per divergenze tra socialisti e repubblicani sulla forma del nuovo Statuto autonomo.
Le elezioni si tennero di nuovo a fine [[2006]] (1º novembre). Questo appuntamento vide un'astensione record: poco più del 56% dei catalani si recò alle urne. I risultati premiarono con una lieve crescita CiU, diventato primo partito (31,5%) con 11 seggi in più del PSC; i socialisti a loro volta non riuscirono a invertire il decennale trend negativo che li vedeva perdere l'11% dei voti dal 1999 - in termini assoluti ben 400.000 suffragi. Nelle ore immediatamente successive al voto era [[Artur Mas]], leader del partito vincitore CiU, la persona che tutti accreditavano come nuovo presidente della Generalitat, ma fu [[José Montilla]], capo del PSC, a ottenere l'incarico. Anche se sconfitti i socialisti infatti riuscirono a costruire una nuova alleanza con le forze di sinistra di ERC (in leggera flessione rispetto al 2003) e ICV-EUiA (un partito al contrario in ottima salute). PSC, ERC e ICV-EUiA insieme infatti raccoglievano 70 seggi, e avevano la maggioranza assoluta al ''Parlament'' per tre voti. CiU reagì annunciando il ritiro di ogni appoggio al governo nazionale socialista di Zapatero, e votando contro la fiducia a Montilla insieme ai popolari e al movimento ''Ciutadans-Partit de la Ciutadania''. Il nuovo governo della Generalitat iniziò la sua attività il 25 novembre sulla base della promessa di Montilla di "dare priorità alle politiche sociali rispetto a quelle identitarie".
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