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Un'altro fattore di coesione e di impegno comune fu certamente la campagna per la repubblica in preparazione del [[Referendum per l'abrogazione  della monarchia in italia]] del 1946 che vide impegnati tutti i componenti del gruppo.
 
Prima ancora della fondazione dello [[Studio cooperativo di costruzioni civili]], tra gli studenti reggiani del Politecnico di Milano, nel corso della redazione di alcune ricerche e studi poi presentati alla [[VIII Triennale di Milano|VIII Triennale]], ci fu la formazione di un abbozzo di associazione, che per certi versi e indirizzi prefigurava la futura cooperativa, richiedendo per l'adesione l'impegno all'anonimato e all'adozione di un nome collettivo.<ref name=":7" /> Comune a questi studenti era un atteggiamento critico verso i contenuti dell'insegnamento universitario più accademici e svincolati dai problemi sociali e immediati della popolazione italiana del dopoguerra. Sono in particolare [[Osvaldo Piacentini]], da poco passato dalla facoltà di ingegneria a quella di architettura, destinato ad assumere negli anni successivi un ruolo carismatico nella Cooperativa Architettie e Ingegneri e nell'urbanistica italiana del dopoguerra, ed [[Eugenio Salvarani]], a presentare in quella cornice una relazione sul problema delle abitazioni a Reggio Emilia<ref name=":9" /> che è di grande interesse per capire le loro scelte successive di professionisti "impegnati"<ref>{{Cita namelibro|autore=":9"Osvaldo Piacentini|curatore=Silvaia La Ferrara|titolo=Senza stancarsi mai scritti di un cittadino diacono|anno=1999|editore=Edizioni Diabasis|città=Reggio Emilia|citazione= con l'approfondirsi delle indagini abbiamo constatato che l'urbanistica non è un problema a sè, ma uno dei tanti aspetti dell'unico vero problema che è la vita dell'uomo.}}</ref>.
 
. Essi (in particolare [[Osvaldo Piacentini]], Ligabue, Salvarani e Pastorini) trovarono ispirazione e stimolo alla maturazione di queste idee nella collaborazione con [[Franco Marescotti]] per la redazione di alcune sezioni del libro: ''Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione''<ref>{{Cita libro|autore=Irenio Diotallevi|autore2=Francesco (Franco) Marescotti|altri=Osvaldo Piacentini e i suoi colleghi curarono l'indagine sul problema dell'abitazione a Milano, Cap. 20, tavv. 1-4, Cap. 3, tav. 1-4, 5-12|titolo=Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione|anno=1948|città=Milano}}</ref>. Questa esperienza, fondata sull'analisi minuziosa e aggiornata oltreché estesa all'ambito internazionale delle tipologie residenziali a scala sia di quartiere che di edificio e dei singoli ambienti, fu trasferita all'intero gruppo, sul quale ebbe notevole influenza. Maturò così nei futuri professionisti la consapevolezza che l'attività che avevano scelto di intraprendere richiedeva collaborazioni e specializzazioni  poco compatibili con una attività solo individuale.