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Oggi, Suzor-Côté è noto per l'ampiezza e la varietà dei soggetti che egli ha trattato lungo la sua carriera di pittore. Alcuni stimano che il numero dei suoi lavori superi i 1500. La sua fama inoltre è dovuta proprio a quell'impronta impressionista che avevano le sue tele, in un momento in cui nel Québec l'impressionismo era molto apprezzato e celebrato. Ma egli è conosciuto anche per le scene storiche che illustrano gli episodi della storia del Québec, come, ad esempio, la venuta di [[Jacques Cartier]] a Stadaconé, opera intitolata "''Jacques Cartier rencontre les Indiens à Stadaconé en 1535''". In origine essa fu offerta al Governo canadese che la rifiutò; oggi invece essa è conservata nel Museo Nazionale di belle arti del Québec e Suzor-Coté può essere definito come "il cantore dell'epopea della Nuova Francia e storico del Canada" (cit.).<br />
Un numero consistente dei suoi quadri illustra scene della vita quotidiana degli abitanti di Arthabaska, paese che Suzor-Coté amò per tutta la vita. Col passare degli anni e il consolidarsi della sua carriera egli si dedicherà vieppiù alla creazione di nudi femminili, realizzati con tecnica impressionista. Modelle di questi nudi erano sue amiche e conoscenti che egli amava chiamare "cugine";. molteMolte di queste opere si richiamanorifanno ancora alla tecnica accademica imparata in a Parigi.
 
Suzor-Coté è certamente uno dei pittori canadesi più significativi dell'inizio del XX secolo. In data 4 dicembre 1929 il quotidiano "La Presse" di Montréal riporta questo commento:
{{Citazione| Suzor-Coté è il pittore nazionale per eccellenza.}} <br />
Il critico d'arte Morgan Powell sottolinea inoltre che: {{Citazione|... i suoi paesaggi hanno una ricchezza, un'immensità, un senso dei grandi spazi. Quando paragono una delle sue vedute di foreste ai presunti "studi di foreste" del "Gruppo dei Sette", ho l'impressione di confrontare un gigante con un pigmeo.}}
 
Il mattino del 20 febbraio 1927, qualche mese prima di compiere 58 anni, Suzor-Coté è colpito da un [[ictus]] e conseguente [[emiparesi]]À la veille de ses 58 ans, leconseguentemente matinda duuna 20vasta février 1927, de Foy Suzor-Côté est victime d'une attaque d'[[apoplexieemiparesi]]. quiLa l'obligesua àattività cesserartistica sesvenne activitéscosì créatricescompromessa. LesNei dixdieci annéesanni qu'ilche luiseguirono, resteprima àdella vivresua luimorte, permettrontegli cependantsi dededicò sealla consacrerdiffusione àdelle lasue diffusionopere de son œuvre et dee prépareral sonsuo entréeaccoglimento dansin un éventueleventuale panthéon"Pantheon" canadiencanadese. La nouvellenotizia dedel sonsuo [[hémiplégie]]stato ete dedi soncome combategli ravivelottava contro la sympathiemalattia duravvivò publiccomunque àle sonsimpatie égard.della Suiventgente desverso traitementsdi àlui. lFu curato all'hôpitalOspedale Françaisfrancese ete aunel SanatoriunSanatorio Prévost dedi [[Cartierville]]. AvecCon l'aideaiuto dedi sonsuo frèrefratello Arthur, fondévendette dele pouvoir,opere ilche écouleerano sonpresenti fondsnel suo d'atelier. LesMa autoritésle deautorità ladella villesua d'Arthabaskaamata restentcittadina insensiblesdi àArthabaska ignorarono la possibilitépossibilità quiche s'offregli alorssi àoffriva ellesloro d'acquérirdi leacquistare tutta la sua eredità toutartistica.
 
Au mois de janvierGennaio 1929, de Foy. Suzor-Coté partpartì pourper la [[FlorideFlorida]], enregione compagniedal declima Mathildenotevolmente Savard,più sonfavorevole assistante-infirmièreper lui. IlLo saccompagnò in quest'établitultimo autrasferimento {{numéro|29}}la sua assistente-infermiera Mathilde Savard e i due si stabilirono in Ocean Avenue àa [[Daytona Beach]]. Visité par son ami d'enfance [[Armand Lavergne]], cesuo dernieramico nousd'infanzia, rapportesi recò a fargli visita e così ci racconta: {{CitationCitazione|Je fusRimasi stupéfaitstupefatto lorsquequando j'entrai dansnel sonsuo appartementappartamento àdi Daytona. SousPer l'initiative de soniniziativa assistantedi Mathilde, touttutto avaitera étéstato peinturluréimbellettato aveccon lesi couleurscolori lespiù plusdiversi disparatese etpiù lessgargianti: plusil choquantesblu :e leil bleurosso etsi lemescolavano rougeal severde mêlaiente aual vertgiallo, etl'effetto auera jauneimpressionante. QuantMa quando j'entrai dansnella sasua chambre,camera lesmi deuxcaddero brasle m'en tombèrent.braccia: Suzor trônaittroneggiava dansin un immenseletto litimmenso decolor couleurmostarda, moutardedecorato décorédi detutte toutesle lestinte couleursdel de la créationcreato.}}{{refnec}}
 
LeIl 28 novembre del 1933, de Foy Suzor-Coté épousesposò sonla assistante-infirmièresua assistente, uneuna femmedonna quiche futfu "le pinson du foyer". LeLa couplecoppia mènecondusse uneuna vievita socialedi trèsrelazione activemolto malgréattiva, lenonostante handicapi physiquelimiti dontfisici l'artisteda estcui affligéSuzor-Coté era evidentemenre afflitto. ElleMathilde partagecondivise l'entrainentusiasmo, il brio, la désinvolturedisinvoltura ete l'espritlo despirito libertédi quilibertà caractériseche l'artiste.distinguevano Jusqu'àil lacarattere fin,di Suzor-Coté. entretientSino alla fine costui diede l'illusionillusione dedi pouvoirpoter un jourgiorno riprendere le reprendresue saattività productioncreative.
 
Son décès le 29 janvier 1937 fut à l'image du foyer que son épouse avait créé, une image dont de Foy Suzor-Coté n'était pas étranger. Armand Lavergne rapporte les derniers moments de l'artiste : {{citation|Le perroquet qui vivait en liberté dans l'appartement vit d'un fort mauvais œil le prêtre venu donner les derniers sacrements. Coups de balaie, prières des mourants, perroquet criard, serviteur aux abois}}. C'est dans ce tintamarre que l'artiste assisté de son épouse rendit l'âme. Un tintamarre qui encore se prolonge aujourd'hui par la place que cet artiste a donné à l'œuvre artistique : une place immense. L'artiste est alors exposé par la [[Galerie L'Art français]]<ref>« La glaneuse », ''Le Journal de Montréal'', 27 novembre 1964: {{citation|La glaneuse, peinture du Suzor Côté, qui fait partie de l'exposition que présente actuellement L'Art Français}}.</ref>.