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Il critico d'arte Morgan Powell sottolinea inoltre che: {{Citazione|... i suoi paesaggi hanno una ricchezza, un'immensità, un senso dei grandi spazi. Quando paragono una delle sue vedute di foreste ai presunti "studi di foreste" del "Gruppo dei Sette", ho l'impressione di confrontare un gigante con un pigmeo.}}
Il mattino del 20 febbraio 1927, qualche mese prima di compiere 58 anni, Suzor-Coté
Gennaio 1929. Suzor-Coté partì per la [[Florida]], regione dal clima notevolmente più favorevole per lui. Lo accompagnò in quest'ultimo trasferimento la sua assistente-infermiera Mathilde Savard e i due si stabilirono in Ocean Avenue a [[Daytona Beach]]. [[Armand Lavergne]], suo amico d'infanzia, si recò a fargli visita e così ci racconta: {{Citazione| Rimasi stupefatto quando entrai nel suo appartamento di Daytona. Per iniziativa di Mathilde, tutto era stato imbellettato con i colori più diversi e più sgargianti: il blu e il rosso si mescolavano al verde e al giallo, l'effetto era impressionante. Ma quando entrai nella sua camera mi caddero le braccia: Suzor troneggiava in un
Il 28 novembre del 1933, Suzor-Coté sposò la sua assistente, una donna che fu "le pinson du foyer". La coppia condusse una vita di relazione molto attiva, nonostante i limiti fisici da cui Suzor-Coté era evidentemenre afflitto. Mathilde condivise l'entusiasmo, il brio, la disinvoltura e lo spirito di libertà che distinguevano il carattere di Suzor-Coté. Sino alla fine costui diede l'illusione di poter un giorno riprendere le sue attività creative.
Suzor-Coté morì il 29 gennaio del '37, e la sua scomparsa si inquadrò perfettamente nell'immagine che sua moglie aveva creato del loro matrimonio e alla quale, del resto, l'artista non era certamente estraneo. E' ancora il suo amico Armand Lavergne che ci riferisce sugli ultimi istanti di vita di Suzor-Coté: {{citazione|Il pappagallo che viveva in libertà nell'appartamento non vide affatto di buon occhio il sacerdote che era venuto a dare gli estremi sacramenti a Suzor-Coté. [Volarono allora] colpi di scopa, preghiere per i moribondi, pappagalli urlanti e servitù disperata}}Fu in questa confusione che l'artista, assistito da sua moglie, rese l'anima. Una confusione che ancor oggi perdura a causa dell'importanza che questo artista diede all'opera artistica: un'importanza smisurata.
Le opere di Suzor-Coté furono esposte nel 1964 nella "Galleria dell'Arte Francese".<ref>«La glaneuse», ''Le Journal de Montréal'', 27 novembre 1964: {{citazione|''La glaneuse'', dipinto di Suzor-Côté, che fa parte della mostra che presenta attualmente "L'Art Français"}}.</ref>
== Opere ==
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