Utente:Giulio Zanni/Sandbox2: differenze tra le versioni

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Essi (in particolare [[Osvaldo Piacentini]], Ligabue, Salvarani e Pastorini) trovarono ispirazione e stimolo alla maturazione di queste idee nella collaborazione con [[Franco Marescotti]] per la redazione di alcune sezioni del libro: ''Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione''<ref>{{Cita libro|autore=Irenio Diotallevi|autore2=Francesco (Franco) Marescotti|altri=Osvaldo Piacentini e i suoi colleghi curarono l'indagine sul problema dell'abitazione a Milano, Cap. 20, tavv. 1-4, Cap. 3, tav. 1-4, 5-12|titolo=Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione|anno=1948|città=Milano}}</ref>. Questa esperienza, fondata sull'analisi minuziosa e aggiornata oltreché estesa all'ambito internazionale delle tipologie residenziali a scala sia di quartiere che di edificio e dei singoli ambienti, fu trasferita all'intero gruppo, sul quale ebbe notevole influenza. Maturò così nei futuri professionisti la consapevolezza che l'attività che avevano scelto di intraprendere richiedeva collaborazioni e specializzazioni  poco compatibili con una attività solo individuale.
 
Maturata la scelta di adottare per il collettivo la forma di società cooperativa, non fu semplice convincere della opportunità di fondare una inedita cooperativa tutta di tecnici il [[Movimento cooperativo|Movimento Cooperativo]] di cui ad esempio un rappresentante importante, Arturo Bellelli, nel 1947 era contrario<ref name=":7" />. L’onorevole [[Ivano Curti]], senatore, presidente del C.C.P.L. (Consorzio Cooperativo di Produzione e Lavoro) di Reggio Emilia e futuro presidente della “Associazione Nazionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro” fu invece un sostenitore della prima ora dell'idea e divenne figura politica di riferimento per il gruppo al punto che venne da essi considerato uno dei "padri" della cooperativa<ref name=":6" />.
 
=== Il "periodo eroico"<ref name=":6" /> ===