Assassinio di Kitty Genovese: differenze tra le versioni
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| Riga 9: |GiornoMeseNascita = 7 luglio |AnnoNascita = 1935 |NoteNascita = <ref name="kew">{{Cita web| url = http://www.oldkewgardens.com/ss-nytimes-3-6.html| titolo = Kitty Genovese| accesso = 12 marzo 2007| sito = A Picture History of Kew Gardens, NY| lingua = en| urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070223065725/http://www.oldkewgardens.com/ss-nytimes-3-6.html| dataarchivio = 23 febbraio 2007}}</ref> |LuogoMorte = New York |GiornoMeseMorte = 13 marzo Riga 24: == La vita == Kitty Genovese nacque a New York City da una famiglia [[italoamericani|italoamericana]] appartenente alla ''[[ceto medio|middle class]]''; era la maggiore di cinque fratelli e trascorse l'infanzia nel quartiere di [[Brooklyn]]. Dopo che sua madre fu testimone di un omicidio in città, la sua famiglia, nel [[1954]], scelse di trasferirsi nel [[Connecticut]]. Tuttavia la diciannovenne Kitty decise di restare nella città dove sarebbe vissuta per altri nove anni. Col tempo, accettò un lavoro di gestore di bar nel locale ''Ev's 11th Hour Sports Bar'', sulla Jamaica Avenue, in Hollis, Queens. All'epoca del suo omicidio viveva in un appartamento del Queens che condivideva con una sua socia gerente, Mary Ann Zielonko.<ref>{{cita web|url=http://www.soundportraits.org/on-air/remembering_kitty_genovese/|titolo= === L'aggressione === Riga 52: == Impatto sulla pubblica opinione == La storia dell'assassinio di Kitty Genovese divenne una parabola pressoché istantanea della insensibilità, o almeno dell'atteggiamento di [[apatia (psicologia)|apatia]] nei confronti degli altri, mostrato dalla gente della città di New York, dall'[[Stati Uniti d'America|America]] urbana, o in generale dall'[[Homo sapiens|umanità]]. Molto di questo inquadramento dell'evento sopraggiunse a seguito della pubblicazione, sul ''[[New York Times]]'' del 27 marzo [[1964]] (due settimane dopo l'omicidio), di un articolo investigativo<ref>Martin Gansberg, "{{collegamento interrotto|1=[http://www.selu.edu/Academics/Faculty/scraig/gansberg.html Thirty-Eight Who Saw Murder Didn't Call the Police] |date=novembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}," New York Times, 27 marzo [[1964]].</ref> a firma di Martin Gansberg. L'articolo originale era intitolato: ''"Trentasette che hanno visto l'omicidio non hanno chiamato la polizia"'' (il numero venne innalzato in seguito a 38)<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2016/04/06/insider/1964-how-many-witnessed-the-murder-of-kitty-genovese.html?_r=0|titolo=1964 | How Many Witnessed the Murder of Kitty Genovese?|sito= The New York Times|data=6 aprile 2016|lingua=en}}</ref>; la visione pubblica della storia si cristallizzò attorno ad una citazione da quell'articolo, proveniente da un non identificato personaggio del vicinato, che vide parte dell'attacco ma che, deliberatamente, prima di sollecitare infine un altro vicino a chiamare la polizia, non volle ''«restare coinvolto»''. Altri rapporti, citati da Harlan Ellison nel suo libro, ''Harlan Ellison Watching'', affermarono che un uomo alzò il volume della radio in modo da non sentire le urla della Genovese. Ellison dice che il verbale che ha letto ha ascritto la citazione del ''«restare coinvolto»'' a quasi tutti i trentotto che presumibilmente assistettero all'omicidio.<ref>Ellison, Harlan (1983). "100: March 26, 71". ''The Other Glass Teat''. Ace. p. 383.</ref> | |||