Terrone: differenze tra le versioni
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Il termine si diffuse dai grandi centri urbani dell'Italia settentrionale con connotazione spesso fortemente spregiativa e ingiuriosa e, come altri vocaboli della lingua italiana (quali ''[[wikt:villano|villano]]'', ''[[wikt:contadino|contadino]]'', ''[[burino]]'' e ''[[cafone]]'') stava per indicare "[[servo della gleba]]" e "bracciante agricolo" ed era riferita agli immigrati del meridione. Gli immigrati venivano quindi considerati, sia pure a livello di [[folklore]], quasi dei contadini sottosviluppati, anche perché in effetti le grandi ondate migratorie dal Sud verso il Nord tra gli anni cinquanta e settanta erano composte perlopiù da masse di semidiseredati. Essi stessi, almeno all'inizio, alla domanda quale lavoro svolgessero precedentemente, rispondevano "il terrone", ovvero il bracciante agricolo.
Il suo maggiore utilizzo data comunque essenzialmente agli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]] e limitatamente ad alcune zone del nord Italia, in seguito alla forte ondata di emigrazione di lavoratori e contadini del meridione d'Italia in cerca di lavoro verso le industrie del nord e in particolare del [[triangolo industriale]] ([[Genova]] – [[Milano]] – [[Torino]]), a Genova sovrapposto all'altrettanto diffuso termine marinaresco ''gabibbo'', di derivazione araba. In tale ambito si spiega anche la diffusione del termine: storicamente, grossi movimenti di popolazioni hanno sempre portato con sé anche fenomeni di [[intolleranza (società)|intolleranza]] o [[razzismo]] più o meno larvati. {{cn|Successivamente, allo stesso modo è sorta la locuzione "terrone del nord", generalmente per indicare gli italiani del nord-est (principalmente i veneti, detti "[[Boaro|boari]]"),}} che per ragioni simili - ma con esiti assai diversi, sul versante dell'integrazione, anche nel breve periodo - cominciarono negli stessi anni ad emigrare verso il nord-ovest, venendo così, in quegli anni, in qualche modo accomunati agli emigranti meridionali.
=== Terrone come insulto ===
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