Utente:FabiorWikiTIM/Post-verità: differenze tra le versioni

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Nel 2009 il politologo francese [[Dominique Moïsi]] ha intitolato un suo libro ''Geopolitica delle emozioni''. Il flusso incontrollato di notizie ci predispone alle ''bolle mediatiche''. Il meccanismo dei ''followers'', dei ''like'' non smonta le falsità, al contrario le rinforza. Secondo il politologo, la post-verità si diffonde alla rete e ai [[Rete sociale|social network]]: è un meccanismo per cui fatti obiettivi influiscono sempre meno sull’opinione pubblica e si smorza il confronto tra le opinioni, che è elemento essenziale nel gioco della democrazia. Sempre secondo il politologo, alla fine la post-verità, la bufala politica diventa un monologo ripetuto all'infinito e che si sostituisce al dialogo tra parti avversarie.<ref>{{cita testo|autore=Dominique Moïsi|titolo=La géopolitique de l'émotion: Comment les cultures de peur, d'humiliation et d'espoir façonnent le monde|editore=Flammarion|città=Paris|data=2008}}</ref>
 
L'uso contemporaneo del termine è da attribuire al blogger David Roberts, che lo usò nel 2010, per un rubrica presente nel sito di informazione online ''Grist''.<ref name="economist-10-9-16">[http://www.economist.com/news/briefing/21706498-dishonesty-politics-nothing-new-manner-which-some-politicians-now-lie-and "The post-truth world: Yes, I’d lie to you," ''The Economist'' Sept 10, 2016]</ref> I [[politologi]] hanno identificato un'ascesa nell'uso delle politiche post-fattuali nella vita politica americana, inglese, indiana e turca, ed anche in altre aree di discussione, a causa della sempre più veloce diffusione delle notizie, uso di fallaciefallaci logiche sempre più diffuse nei giornali, e l'aumentata onnipresenza dei social media.<ref name="economist-10-9-16" /><ref name="NSci-revolut"><cite class="citation news">[https://www.newscientist.com/article/mg23030763-000-free-speech-has-become-sound-bites-with-revolutionary-results/ "Free speech has met social media, with revolutionary results"]. </cite></ref>
 
Il termine si diffuse nel 2016 durante le campagne per le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016|elezioni presidenziali americane del 2016]] e per il [[Referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea|referendum del 2016 sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea]]. L'[[Oxford Dictionary]], nello stesso anno elesse ''Post-Truth'' a ''parola dell’anno'', definendola come «relativa a circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti, nel formare l’opinione pubblica, del ricorso alle emozioni e alle credenze personali».