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La '''battaglia di Colorno''', all'epoca conosciuta anche come '''l'attacco di Colorno''' o anche '''fatto d'arme di Colorno''', furono una serie di scontri militari culminati in una vera e propria battaglia, iniziati il 25 maggio [[1734]] tra gli [[Sacro Romano Impero|eserciti imperiali austro-tedeschi]], che conquistarono temporaneamente Colorno e il suo palazzo, contro quello [[Alleanza franco-piemontese|franco-piemontese]] che li scacciarono nel cruento scontro del 4-5 giugno, costringendo gli austriacicostringendoli a ritirarsi dal paese. Gli eventi sono parte della [[Guerra di successione polacca]] e furono il presagio della più sanguinosa [[Battaglia di San Pietro]] avvenuta nelle campagne di Valera fuori le mura di Parma il 29 giugno.
 
== Antefatti ==
{{Vedi anche|Guerra di successione polacca}}
[[File:Württemberg-Winnental, Friedrich Ludwig, Prinz von.jpg|thumb|left|upright=0.7|Federico Luigi di Württemberg-Winnental, Generale Imperiale che ordinò l'occupazione di Colorno.]]
 
Con la morte di [[Augusto II di Polonia]], avvenuta nel [[1733]], si scatenò una crisi successoria che ruppe il già precario equilibrio europeo. [[Francia]] e [[Spagna]], già uniti nella [[guerra di successione spagnola]], si allearono nel primo [[patto di famiglia]] borbonico ([[Trattato dell'Escorial]] del 7 novembre 1733) e, per fronteggiare la pressione austro-tedesca in Italia, ottennero l'appoggio dei [[Casa Savoia|Savoia]]. Schierata dall'altra parte, la triplice alleanza, costituitasi tra la [[zarina di Russia]] [[Anna Ivanovna]], il [[re di Prussia]] [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]] e la Casa d'Austria rappresentata da [[Carlo VI d'Asburgo]].
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===Occupazione Imperiale di Colorno===
Il 24 Maggio, [[Sacro Romano Impero|truppe Imperiali]] stanziate a [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]] che avevano come obiettivo d'impossessarsi dei territori del [[Provincia di Parma|parmense]], fecero avanzare ai di là dell'[[Enza]] un corpo di quattordicimila uomini posizionandosi a Frassinara località di campagna del parmense verso Colorno. Le rimanenti unità erano rimaste accampate al presidio di Ponte di Sorbolo, inoltre avevano un distaccamento di seimila uomini a Guastalla, uno di sette-ottomila a [[San Benedetto Po]] ed il rimanente della loro armata era stanziata nel [[Serraglio mantovano|Serraglio]].
[[File:Jean-Baptiste Desmarets, maréchal de Maillebois.jpg|thumb|right|upright=0.7|[[Jean-Baptiste Desmarets]], Marchese di Maillebois, si distinse nella difesa di Colorno]]
 
Il 25 maggio avvenne un primo tentativo di occupare il [[Palazzo Ducale (Colorno)|Palazzo di Colorno]]: [[Federico Luigi di Württemberg-Winnental]], venne erroneamente informato che il paese era sprovvisto di guarnigioni a difesa, ed inviò un distaccamento di circa duecento Usseri e Dragoni ad occuparlo, ma furono respinti dalle milizie francesi comandate da [[Jean-Baptiste Desmarets]], marchese di Maillebois, che difese il palazzo con quattro compagnie di granatieri, che nella carica uccisero una trentina tra Dragoni e Ussari.
 
Il giorno seguente, il marchese di Maillebois fece rinforzare la guarnigione con ulteriori quattrocento uomini, lasciando al comando Aimery de Cassagnet de Tilladet, Marchese di Fimarçon e Colonnello del Reggimento di Borbone, mentre dall'altra parte il generale tedesco marchese Leopold Marc du Ligneville, alla testa di circa ottocento granatieri e altrettanti corazzieri, si mobilitò per il secondo tentativo di occupazione di Colorno.
[[File:Contades.jpg|thumb|right|upright=0.7|[[Louis Georges Érasme de Contades]], generale francese]]
 
L'avanguardia del distaccamento Imperiale, che era di cento uomini di cavalleria, fu attaccata nella sua marcia verso Colorno da una squadra di trenta Dragoni e trenta Ussari, sotto il comando del Signor Daniel Capitano d’ Ussari il quale li respinse e costringendo gli Imperiali a ritirarsi, ma dopo aver perso non meno di una ventina di Dragoni. Il resto delle truppe Imperiali che arrivarono in Colorno, faticarono non poco per potervi entrare ed impiegandovi più di due ore: i Granatieri francesi che erano posti dietro le mura dei terrapieni dei giardini, fecero due cariche contro i Corazzieri tedeschi, uccidendone non meno di dodici e respingendo il secondo attacco.
 
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Per Colorno segui una serie di devastazioni da parte delle occupanti truppe imperiali: non vennero risparmiati i luoghi sacri, gli archivi della comunità del paese come quelli parrocchiali vennero in parte depredati e parte bruciati, stessa sorte per quel che restava degli arredi del palazzo e dei giardini, in parte saccheggiati e in parte distrutti, anche se in realtà il [[Ducato di Parma e Piacenza|duca di Parma]] [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]], prima della partenza per la [[conquista borbonica delle Due Sicilie|conquista delle Due Sicilie]] e visto l'avvicinarsi delle truppe imperiali nel nord Italia, mise in sicurezza a Genova parte dei suoi averi della [[Collezione Farnese]] custoditi nel Palazzo di Colorno e a Parma, in attesa di rientrare in momenti di più sicuri.
 
===La ripresapresa franco-piemontese di Colorno===
IlCostretto 3a giugnoseguire guardingo, circadalla ventimilasponda soldatisinistra del RegnoPo, dii Sardegnamovimenti sottodelle truppe di Mercy, il comando3 digiugno, Carlo Emanuele III di Savoia al comando di circa ventimila soldati del Regno di Sardegna, passarono il Pofiume a Casalmaggiore, stanziandosi accampandosi a Sanguigna, mentre gli austriaci rinforzarono le difese richiamando verso Colorno l'armata Imperiale comandata da Maggiore Generale Conte d'Hennin, con l'ordine di portarvi pezzi d'artiglieria e i pontoni sotto la scorta di cento cavalieri e di settecento fanti del Reggimento di Bareith.
 
Lo stesso giorno, ronde delle truppe imperiali si portarono in ricognizione nei dintorni di Colorno, al fine di studiare i movimenti nemici: alcuni di esse marciarono fino a ridosso delle prime trincee difensive dell'accampamento di Sacca. Nel ritirarsi alle prime schermaglie francesi, notarono un grosso corpo di cavalleria che avanzava verso Colorno, valutato come il preludio di un imminente attacco al paese. Le truppe di Württemberg vennero schierate in difesa e venne ordinato all'artiglieria di accelerare la marcia, che arrivarono il giorno dopo al campo.
 
All'alba del 4 giugno, il Marchese di Maillebois, unitamente al Maresciallo di campo Signor d’Affres Marchese dell’Isle, il Signor di Thomè Brigadiere, Charles-René Armand Duca di Tremoille e Colonnello del Reggimento di Champagne e il Signor di Souillac Tenente Colonnello del Reggimento di Picardie, avanzò verso Colorno alla testa di venti compagnie di granatieri e di altrettante di picchetti, suddivisi in quattro colonne si misero in marca alla volta di Colorno. Queste truppe entrarono da tre differenti posizioni in quella parte del paese che rimane al di là della [[Parma (torrente)|Parma]] verso nord, penetrando di casa in casa e cacciando i nemici. I colornesi rimasero fedeli al Duca di Parma, [[Carlo III di Spagna|Don Carlo]], legittimo discendente di casa Farnese:, vie èanche prova chei Preti e paesani del luogo combatterono contro gli invasori austro-tedeschi.
 
Le truppe franco-sarde si disposero in ordine di battaglia lungo la destra e la sinistra del ponte di Colorno per tenerlo coperto da eventuali attacchi Imperiali, e poter attaccare con più sicurezza l'altro ponte di pietra che era sulla foce al torrente [[Lorno]] poiché era ancora sotto il controllo di un presidio austriaco.
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Essendo di gran lunga superiore il fuoco dei franco-sardi, che riuscirono poi a passare il ponte e occuparono i primi appartamenti e le prime case, costringendo le truppe Imperiali a ritirarsi nel Palazzo ed in particolare nei giardini che divenne la dritta della linea di battaglia, da cui continuarono a far fuoco tutta quella notte.
 
Il Marchese di Maillebois fece fabbricare due ponti[[Pontone|pontoni]] sul Lorno non lontani dal paese e il palazzo, su dei quali passarono la fanteria e la cavalleria, e si accamparono nelle vicinanze della foce del fiume Lorno con [[Parma (torrente)|la Parma]], ed estendendosi verso S. Andrea in direzione Parma. Quella notte le ronde austriache notarono intensi movimenti di truppe franco-sarde altra parte del fiume, intenti marciare lentamente verso Parma che, i Generali Imperiali interpretarono come manovre d'aggiramento delle linee e si comincio a meditare una possibile ritirata.
 
La mattina del 5 giugno duemila soldati delle truppe Imperiali si presentarono fuori le loro trincee posizionandosi di fronte i due pontipontoni che erano sul torrente Lorno, mantenedo il letto della Parma tra loro e i francesi, che erano posti dall'altra parte del fiume. Essendo però sotto il tiro continuo continuo delle truppe franco-piemontesi, si ritirarono e smobilitarono in fretta e furia tutta l'artiglieria facendola defilare dalle linee. Ne approfittarono i francesi che avanzarono con dieci compagnie dì granatieri, dieci di picchetti e altrettanti di cavalleria e fanteria, passarono in massa la Parma e liberarono definitivamente Colorno dalla presenza austriaca.
 
Il Maresciallo di campo Marchese di Pezè si staccò dalle armate assieme al Signor di Valcourt Comandante di una brigata di carabinieri, con al seguito duecento granatieri e cinquecento cavalieri, all'inseguimento dei i nemici in ritirata. Ma non riusci a raggiungerli: riferì solo di aver visto la loro ultima colonna incamminarsi alla volta di [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]].
 
Il Re di Sardegna e iI Marchese di Coigny entrarono in quella sera in Colorno, dove gli eserciti imperiali austriaci ebbero ammazzati più di quattrocento uomini. I Francesi persero seicento uomini in quella azione, ed ebbero più di duecento feriti.
 
I molti feriti vennero trasportati negli accampamenti e alcuni di essi morirono nei giorni a seguire per le gravi ferite nei giorni in seguito. Tra questi si ricorda Georges-Jacques Clermont-Gallerande d'Amboise, brigadiere dell'armata del Re e Colonnello del Reggimento d'Auveigne, ferito mortalmente nel attacco del 4 giugno e morirà nel campo di Sanguigna due giorni dopo.
 
== Conseguenze ==
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Il Generale Mercy rientrò dalla malattia il 7 giugno a Ponte Sorbolo, riprese il comando delle truppe imperiali e disapprovò le operazioni di [[Federico Luigi di Württemberg-Winnental|Württemberg-Winnental]], su Colorno: essersi preso e poi perso il controllo sul palazzo fu la causa di molte perdite, e non si sarebbero dovuti sacrificare cosi tanti soldati per un paese così piccolo e di poca influenza, e che sarebbe stato meglio fosse stato abbandonato.
 
Gli alleati franco-piemontesi sismobilitarono riposizionaronoda inColorno localitàil 17 giugno e occupata la linea Sant’Andrea-Baganzola e Badia di Cortile San Martino, misero il quartier generale a Cervara, formando una linea fino a Cornocchio, a poca distanza dalla città di Parma, ove si scontrarono nuovamente contro gli imperiali il 29 giugno in località Valera nella [[battaglia di San Pietro]].
I feriti vennero trasportati negli accampamenti e alcuni di essi morirono nei giorni a seguire per le gravi ferite. Tra questi si ricorda Georges-Jacques Clermont-Gallerande d'Amboise, brigadiere dell'armata del Re e Colonnello del Reggimento d'Auveigne, ferito mortalmente nel attacco del 4 giugno e morirà nel campo di Sanguigna due giorni dopo.
 
Quando Carlo di Borbone conquistò le [[Due Sicilie]], successivamente ai trattati di pace che decretavano la rinuncia al titolo di [[Duchi di Parma|Duca di Parma]] per diventare [[Sovrani di Napoli|Re di Napoli]], [[Collezione Farnese|la collezione Farnese]], messa precedentemente in sicurezza a Genova, non fece più rientro nei Palazzi di Colorno e Parma, ma venendo definitivamente dirottata a [[Napoli]]. Il trasferimento delle opere venne completato tra il 1735 e il 1739. Furono inclusi in questo viaggio anche le gemme e la biblioteca farnesiana, portate nel [[palazzo reale di Napoli]] nel 1736.
Gli alleati franco-piemontesi si riposizionarono in località Cornocchio, a poca distanza dalla città di Parma, ove si scontrarono nuovamente contro gli imperiali il 29 giugno in località Valera nella [[battaglia di San Pietro]].
 
== Rappresentazioni artistiche della battaglia ==
* Nel 1740 circa, la stamperia prussiana gestita dagli eredi di Johann Baptist Homann, conosciuta come la Homanniani Heredes o Homann Erben a Norimberga, all'epoca molto nota per le precise stampe di mappe geografiche e cartografie, pubblicò una stampa con le due rappresentazioni delle battaglie di Parma e di Colorno. La parte superiore mostra la battaglia e gli schieramenti fuori le mura di Parma avvenuta il 29 Giugno del 1734. La seconda raffigura le posizioni delle truppe ne fatto d'arme di Colorno come erano il 4 Giugno del 1734. Venne pubblicato come foglio sciolto probabilmente allegato all'interno di un atlante. Incisione in rame, in mm. 460 X 560.
* [[Francesco Simonini]] raffigurò la battaglia nel quadro a olio su tela noto come la ''Battaglia di Colorno - 4 giugno 1734'', esposto nella Sala delle Battaglie della [[Pinacoteca Borromeo]] sull'[[Isola Madre]].<ref>{{cita web|url=http://www.verbanensia.org/quadro_details.asp?quID=16482|titolo=verbanensia.org - "Battaglia di Colorno - 4 giugno 1734 - Francesco Simonini"|accesso=12 gennaio 2015}}</ref>
* Dino Mora disegnò due raffigurazioni della battaglia: ''5 giugno 1734. Carlo Emanuele III di Savoia con le milizie franco-sarde costringe gli austiaci ad abbandonare la Ducal Villa Farnese di Colorno'' - Lavoro a quarzo, e 5'' giugno 1734. Carlo Emanuele III di Savoia con i franco-sardi affronta e fuga gli austriaci che occupavano Colorno'' - in cm. 24,5 x 40.
 
== Note ==