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Il Marchese di Maillebois fece fabbricare due [[Pontone|pontoni]] sul Lorno non lontani dal paese e il palazzo, su dei quali passarono la fanteria e la cavalleria, e si accamparono nelle vicinanze della foce del fiume Lorno con [[Parma (torrente)|la Parma]], ed estendendole verso S. Andrea in direzione Parma. Quella notte le ronde austriache notarono intensi movimenti di truppe franco-sarde altra parte del fiume, intenti marciare lentamente verso Parma. Il sospetto che questi movimenti fossero manovre d'aggiramento delle linee, tra gli Imperiali s'incomincio a meditare un possibile ritiro da Colorno.
 
La mattina del 5 giugno duemila soldati delle truppe Imperiali si presentarono fuori le loro trincee posizionandosi di fronte i due pontoni che erano sul torrente Lorno, mantenedo il letto della Parma tra loro e igli francesialleati, che erano posti dall'altra parte del fiume. Essendo però sotto il tiro continuo continuo delle truppe franco-piemontesi, si ritirarono e smobilitarono in fretta e furia tutta l'artiglieria facendola defilare dalle linee. Ne approfittarono igli francesialleati franco-sardi che avanzarono massicciamente con dieci compagnie dì granatieri, dieci di picchetti e altrettanti di cavalleria e fanteria, passarono la Parma e liberarono definitivamente Colorno dalla presenza austriaca.
 
Il Maresciallo di campo Marchese di Pezè si staccò dalle armate assieme al Signor di Valcourt Comandante di una brigata di carabinieri, con al seguito duecento granatieri e cinquecento cavalieri, all'inseguimento dei i nemici in ritirata. Ma non riusci a raggiungerli: riferì solo di aver visto la loro ultima colonna incamminarsi alla volta di [[Sorbolo a Levante|Ponte Sorbolo]].