Teramene: differenze tra le versioni

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m precisato la causa di morte, non fu un "suicidio obbligato" ma una vera e propria esecuzione con i metodi vigenti in Atene all'epoca
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{{vedi anche|Costituzione di Teramene}}
[[File:Eetioneia Gate (Piraeus)2.JPG|thumb|right|L'[[Eezioneia]], il molo del [[Pireo]] dove i Quattrocento eressero la fortificazione che Teramene fece abbattere.]]
Il governo oligarchico non durò però a lungo: il colpo di Stato a Samo fallì<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 73|Tucidide}}.</ref> e l'esercito di stanza nell'isola, una volta giunte le notizie, forse esagerate, delle intimidazioni e degli eccidi che venivano perpetrati ad Atene, giurò fedeltà alla democrazia.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 74-76|Tucidide}}.</ref> Nel frattempo, ad Atene, il governo si divise tra i radicali, tra i quali [[Pisandro di Atene|Pisandro]], [[Frinico (oligarca)|Frinico]] ed [[Antifonte di Ramnunte]], che ricercavano con ogni forma di pressione la pace con Sparta, e i moderati, tra i quali Teramene ed [[Aristocrate di Atene|Aristocrate]], figlio di Scelio, che intendevano invece allargare il potere ad una un'assemblea di cinquemila cittadini,<ref>{{Cita|Aristotele, Costituzione degli Ateniesi|29|Aristotele}}.</ref> anche se quest'ultima ipotesi fu considerata da Tucidide pura propaganda.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 89|Tucidide}}.</ref>
 
La fazione radicale iniziò quindi a costruire una fortificazione sulla [[Eezioneia]], il molo posto all'ingresso del [[Pireo]], in modo da affrontare un attacco sia dal mare che da terra. Gli oligarchi ammassarono al suo interno grandi quantità di derrate alimentari.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 90|Tucidide}}.</ref>