Ars et Labor Ferrara: differenze tra le versioni

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La '''S.P.A.L. 2013''', meglio conosciuta come '''SPAL''' (acronimo di '''Società Polisportiva Ars et Labor''') o talvolta come '''SPAL Ferrara''', è una [[squadra di calcio|società]] [[Calcio (sport)|calcistica]] [[italia]]na con sede nella città di [[Ferrara]]. Nella [[S.P.A.L. 2013 2017-2018|stagione 2017-2018]] milita in [[Serie A]], massimo livello del [[campionato italiano di calcio]].
 
Nata come polisportiva ''Ars et Labor'' nel 1907<ref name=Cent'annidiSPAL>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2007/09/06/US1PO_US103.html|titolo=Cent'anni di SPAL|data=6 settembre 2007|accesso=19 aprile 2016}}</ref>, ne 1913 istituì la sua sezione calcistica chiamata originariamente ''Associazione Calcio Ferrara''<ref name="ReferenceA">{{cita news|pubblicazione=Gazzetta Ferrarese|data=17 marzo 1913}}</ref><ref name=Gruppioni>{{cita|Gruppioni}}.</ref>, intraprendendo successivamente l'attività agonistica a livello federale nel 1919, con la nuova denominazione di ''Società Polisportiva Ars et Labor''. Ricostituita a seguito di due fallimenti societari datati 2005 e 2012, è il sodalizio più prestigioso della città di appartenenza: nella sua storia ha infatti partecipato a 22 edizioni del massimo campionato italiano, di cui 17 alla [[Storia della Serie A|Serie A a ''girone unico'']], ottenendo come miglior risultato il 5º posto al termine della [[Serie A 1959-1960|stagione 1959-1960]]. Essa si colloca al 26º posto nella [[Classifica perpetua della Serie A dal 1929|classifica perpetua della Serie A]]<ref>{{Cita web|http://www.rsssf.com/tablesi/italalltime.html|Rsssf.com all-time Serie A table|accesso=8 luglio 2017|lingua=en}} ''(calcolata assegnando due punti per vittoria, dati aggiornati alla stagione 2016-2017)''</ref> e al 29º posto nella graduatoria della [[tradizione sportiva in Italia|tradizione sportiva italiana]] secondo i criteri della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]]<ref>{{cita|Panini, 2015|pp. 510-511}}.</ref>. È stata insignita della [[Stella al merito sportivo|Stella d'oro al merito sportivo]] nel 1974.
 
Nel palmarès annovera una [[Coppa Italia Serie C|Coppa Italia di Serie C]] vinta nel [[Coppa Italia Serie C 1998-1999|1999]] e una [[Supercoppa di Lega Pro]] vinta nel [[Supercoppa di Lega Pro 2016|2016]]; in ambito internazionale si è aggiudicata l'ultima edizione della [[Coppa dell'Amicizia]], nel [[Coppa dell'Amicizia italo-svizzera 1968|1968]]. Ha inoltre raggiunto la finale di [[Coppa Italia]] nel [[Coppa Italia 1961-1962|1962]].
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Le più antiche tracce del calcio a [[Ferrara]] risalgono al 1896 con la costituzione di una squadra nell'ambito della ''Palestra Ginnastica Ferrara''. A seguire, nei primi decenni del [[Novecento]] sorsero in città numerose altre formazioni, tra cui la ''Unione Sportiva Ferrarese'', la ''Pro Juventus Ferrara'' e l'''Eridania Football Club''.<ref>{{cita news|pubblicazione=il Resto del Carlino - QS Sport|data=27 agosto 2016|p=13}}</ref>
Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la S.P.A.L. vide la luce nel marzo 1907<ref name=Cent'annidiSPAL/> per iniziativa del sacerdote salesiano Pietro Acerbis, all'epoca direttore dell'oratorio ferrarese di via Coperta: questi fondò un circolo religioso-culturale denominato ''Ars et Labor'' (in [[Lingua latina|latino]] "Arte e Lavoro") che nel giro di un paio d'anni divenne ''Circolo Ars et Labor'', dando mandato al padre catechista del seminario don Pastorino di aggiungere alle attività artistiche anche quelle sportive, inizialmente limitate ad [[atletica leggera|atletica]], [[ginnastica]] e [[ciclismo]]. I colori sociali adottati furono il [[bianco]] e l'[[azzurro]], mutuati dallo stemma della [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco]].<ref name=Malaguti-Piffanelli1>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 3-4}}.</ref>
 
Il ramo sportivo del ''Circolo Ars et Labor'' divenne indipendente da quello artistico nel 1912, costituendosi autonomamente come ''Società Polisportiva Ars et Labor''. La sezione calcistica fu istituita nei primi mesi del 1913:<ref name="ReferenceA"/><ref name=Gruppioni/><ref>{{cita web|url=http://www.valderrama.it/dalloratorio-alla-serie-a/|titolo=La SPAL, dall’oratorio alla Serie A|accesso=19 settembre 2016}}</ref> inizialmente la squadra di calcio assunse tuttavia la denominazione di ''Associazione Calcio Ferrara'', abbandonandola nel 1919 con la fine della [[prima guerra mondiale]], allorché anche la sezione calcistica uniformò il suo nome a quello della polisportiva. Il debutto della denominazione S.P.A.L. avvenne in occasione di una partita interna disputata contro la {{Calcio Triestina|N}} il 16 giugno 1919; la prima vittoria della formazione estense giunse il 18 agosto del medesimo anno, a spese della stessa Triestina, per 1-0.<ref>{{cita|Fontanelli, Negri|pp. 26-27}}.</ref>
 
La società disputò il suo primo campionato sotto l'egida della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] nella stagione [[Promozione 1919-1920|1919-1920]], venendo inserita nel girone emiliano della Promozione (secondo livello calcistico dell'epoca) e riuscendo a qualificarsi nella massima divisione per la stagione successiva.<ref name=Malaguti-Piffanelli1/>
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[[File:Spal 1922-23.jpg|thumb|left|Formazione della SPAL che disputò la [[Prima Divisione 1922-1923]].]]
 
Tra il [[Prima Categoria 1920-1921|1920]] e il [[Prima Divisione 1924-1925|1925]] la SPAL militò nella massima serie del tempo, la [[Prima Categoria (campionato prime squadre)|Prima Categoria]] (poi ridenominata [[Prima Divisione]] a partire dal [[Prima Divisione 1922-1923|1922-1923]], conseguentemente al [[Compromesso Colombo]]). Nella stagione [[Prima Categoria 1921-1922|1921-1922]] gli estensi raggiunsero la semifinale del campionato nazionale, venendo poi sconfitti dalla [[Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese|Sampierdarenese]] per 2-1 nello spareggio (disputato a [[Milano]]) con in palio la finale. La rosa biancazzurra in quella partita era composta da: [[Oreste Canova|Canova]], [[Giuseppe Ticozzelli|Ticozzelli]], [[Ugo Fini|Fini]], [[Antonio Manfredini|Manfredini]], [[Abdon Sgarbi|Sgarbi]], [[Giuseppe Preti]], [[Carlo Dabbene|Dabbene]], [[Giacomo Olivieri|Olivieri]], Zanoli, [[Ilario Preti]] e [[Vassarotti]].<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|p. 28}}.</ref>
 
Retrocessa in seconda serie nel 1925, quattro anni dopo fu assegnata al neonato [[Serie B 1929-1930|campionato di Serie B a girone unico]]<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|pp. 30-31}}.</ref>; parallelamente il campo da gioco di Piazza d'Armi (risalente al 1919) venne sostituito nel 1928 dal nuovo [[Stadio Paolo Mazza|stadio Comunale]].<ref name=StadioMazza>{{cita web|url=http://lanuovaferrara.gelocal.it/sport/2016/04/19/news/il-mazza-rinasce-l-avventura-di-uno-stadio-glorioso-1.13325953|titolo=Il ''Paolo Mazza'' rinasce, l'avventura di uno stadio glorioso|data=19 aprile 2016|accesso=28 agosto 2016}}</ref> Da quel momento la società andò incontro a un decennio contrassegnato da molte difficoltà, veleggiando tra la B e la terza serie; contestualmente dal 1939 sino al termine della [[seconda guerra mondiale]] cambiò denominazione da ''Società Polisportiva Ars et Labor'' ad ''Associazione Calcio Ferrara'', adottando maglie a strisce bianco-nere (in omaggio ai colori civici della città [[Ferrara|estense]]).<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|pp. 59-69}}.</ref>
 
Negli anni 1920 e 1930 la società lanciò diversi giocatori poi approdati in [[Serie A]]: [[Bruno Bertacchini]], [[Elvio Banchero]], [[Abdon Sgarbi]] (il quale vestirà la maglia della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]]), gli attaccanti [[Mario Romani (calciatore)|Mario Romani]] e [[Aldo Barbieri]] (entrambi ceduti al {{Calcio Milan|N}}), [[Archimede Valeriani]] e [[Savino Bellini]]. A essi seguirono, negli anni 1940, [[Otello Badiali]] e [[Albano Luisetto]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 4-5}}.</ref>
 
=== L'arrivo di Paolo Mazza e il secondo dopoguerra ===
[[File:Spal 1945-46.jpg|thumb|La prima formazione della SPAL nel [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]], campionato [[Serie B-C Alta Italia 1945-1946|1945-1946]]. Il primo da destra è il nuovo presidente, [[Paolo Mazza]].]]
 
Al termine del [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]], nel 1945 la squadra riadottò i colori bianco-azzurri e il nome SPAL. Sotto la gestione del nuovo presidente (ed ex allenatore della squadra negli anni 1930) [[Paolo Mazza]], la società ferrarese tornò in [[Serie B]] e puntò alla promozione in [[Serie A]].<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|pp. 71-72}}.</ref>
 
Tra gli affari significativi conclusi in quegli anni dal presidente spallino spiccarono le cessioni del centravanti [[Mario Astorri]] alla {{Calcio Juventus|N}} (prelevato per {{formatnum:25000}} [[Lira italiana|lire]] dallo {{Calcio Schio|N}} e venduto per 2 milioni ai bianconeri nel 1946)<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|p. 8}}.</ref>, della mezzala [[Egisto Pandolfini]] alla {{Calcio Fiorentina|N}} (prelevato dai viola per 3 milioni nel 1947 e rivenduto agli stessi per 16 milioni l'anno successivo)<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|p. 10}}.</ref><ref name="ReferenceB">{{cita news|pubblicazione=La Stampa|data=7 ottobre 1958}}</ref>, dell'attaccante [[Attilio Frizzi]] al {{Calcio Torino|N}} (capocannoniere della [[Serie B 1948-1949]] con 25 reti, acquistato dai granata all'indomani della [[tragedia di Superga]]) e della coppia di punte [[Domenico De Vito]]-[[Giovanni Ciccarelli]] (ceduti alla {{Calcio Triestina|N}} per 35 milioni nel 1950).<ref name="ReferenceB"/>
 
=== Gli anni 1950 ===
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[[File:Spal 1952-53.jpg|thumb|left|La SPAL che partecipò al proprio secondo campionato di Serie A a girone unico, stagione [[Serie A 1952-1953|1952-1953]].]]
 
Nel [[Serie B 1950-1951|1950-1951]] la SPAL allenata da [[Antonio Janni]] e guidata in campo dal capitano [[Giovanni Emiliani]] vinse il campionato di [[Serie B]], accedendo per la prima volta alla [[Serie A]] a girone unico. La formazione-tipo di quell'anno era composta da: [[Renato Bertocchi|Bertocchi]], [[Raffaele Guaita|Guaita]], [[Alessandro Carlini|Carlini]], [[Giovanni Emiliani|Emiliani]], [[Giuseppe Macchi|Macchi]], [[Fulvio Nesti|Nesti]], [[Silvano Trevisani|Trevisani]], [[Goffredo Colombi|Colombi]], [[Aldo Biagiotti|Biagiotti]], [[Niels Bennike|Bennike]] e [[Alberto Fontanesi|Fontanesi]], cui si aggiungevano anche [[Renato Dini|Dini]], [[Plinio Patuelli|Patuelli]] e [[Enzo Rosignoli|Rosignoli]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 13-15}}.</ref> L'anno della promozione coincise inoltre con l'inaugurazione del rinnovato [[Stadio Paolo Mazza|stadio Comunale]], ricostruito completamente in sostituzione del vecchio impianto risalente al 1928. La [[Serie A 1951-1952|stagione di esordio nella Serie A]] si concluse con il nono posto in classifica.
 
Il ventennio successivo vide la SPAL ottenere i suoi migliori risultati, mantenendo la categoria ininterrottamente dal 1951 alla prima retrocessione in B del 1964. I biancazzurri tuttavia ottennero la salvezza tramite spareggio battendo per 2-1 il [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] nel 1954 (con le reti di [[Giorgio Bernardin|Bernardin]] e [[Rinaldo Olivieri|Olivieri]]), mentre nel 1955 la squadra venne ripescata nella massima serie insieme alla {{Calcio Pro Patria|N}}, a seguito delle sanzioni per illecito sportivo comminate al termine del campionato a {{Calcio Udinese|N}} e {{Calcio Catania|N}}.<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 23-26}}.</ref>
 
Il calciatore più rappresentativo degli anni in Serie A fu l'[[Argentina|argentino]] [[Oscar Massei]], il quale vestì la maglia biancazzurra per nove stagioni (dal 1959 al 1968).
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==== Il miglior piazzamento in Serie A con Oscar Massei ====
 
Al termine della stagione [[Serie A 1958-1959|1958-1959]] il presidente [[Paolo Mazza|Mazza]] decise di rinnovare profondamente la squadra. Cedette quindi [[Angelo Villa|Villa]], [[Giancarlo Vitali|Vitali]], [[Edoardo Dal Pos|Dal Pos]], [[Pietro Broccini|Broccini]], [[Aulo Gelio Lucchi|Lucchi]] e [[Riccardo Toros|Toros]] e gli emergenti [[Saul Malatrasi|Malatrasi]] e [[Orlando Rozzoni|Rozzoni]]; in cambio acquistò i giovani Micheli, Rossi, Picchi e Balleri, gli esperti Ganzer e Massei, il terzo portiere dell'Inter Nobili e i rientranti Novelli e Corelli. I soli giocatori confermati furono Bozzao, Morbello, Maietti e Pandolfini. In panchina sedeva il tecnico [[Fioravante Baldi]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 37-39}}.</ref>
[[File:Spal 1961-62.jpg|thumb|La SPAL dell'annata [[Serie A 1961-1962|1961-1962]], finalista di [[Coppa Italia 1961-1962|Coppa Italia]].]]
 
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=== Gli anni 1960 ===
==== La finale di Coppa Italia ====
Nel 1962 la SPAL raggiunse la finale di [[Coppa Italia 1961-1962|Coppa Italia]], persa contro il {{Calcio Napoli|N}}. Gli estensi, allenati da [[Serafino Montanari]], si schierarono con [[Edo Patregnani|Patregnani]], [[Manlio Muccini|Muccini]], [[Gennaro Olivieri|Olivieri]], [[Adolfo Gori|Gori]], [[Sergio Cervato|Cervato]], [[Osvaldo Riva (calciatore)|Riva]], [[Carlo Dell'Omodarme|Dell'Omodarme]], [[Oscar Massei|Massei]], [[Silvano Mencacci|Mencacci]], [[Dante Micheli|Micheli]] e [[Carlo Novelli|Novelli]]. Il Napoli passò in vantaggio su punizione con l'ex spallino [[Gianni Corelli]] al 12', i biancazzurri pareggiarono con Micheli al 15'; infine al 79' [[Pierluigi Ronzon]] portò definitivamente in vantaggio la formazione partenopea, regalandole il primo trofeo della sua storia.<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 44-45}}.</ref>
 
==== La prima retrocessione e il ritorno in Serie A ====
[[File:Spal 1962-63.jpg|thumb|left|La prima SPAL in maglia a righe bianco-azzurre, stagione [[Serie A 1962-1963|1962-1963]].]]
 
Nel corso del campionato [[Serie A 1962-1963|1962-1963]], concluso all'ottavo posto (ottenendo anche la vetta solitaria della classifica per qualche giornata)<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 48-51}}.</ref>, la SPAL modificò lo stile delle proprie maglie: le divise a tinta unita azzurra con maniche e colletto bianchi lasciarono il posto al motivo a strisce verticali bianche e azzurre.
 
Dopo tredici anni consecutivi in [[Serie A]] la formazione estense retrocedette in [[Serie B|serie cadetta]] nel [[Serie A 1963-1964|1964]], ove tuttavia rimase un solo anno: il terzo posto ottenuto nel campionato di [[Serie B 1964-1965]] le valse infatti l'immediata risalita nella massima serie. La formazione-tipo biancazzurra era composta da [[Eugenio Bruschini|Bruschini]], [[Gennaro Olivieri (calciatore)|Olivieri]], [[Gianfranco Bozzao|Bozzao]], [[Arturo Bertuccioli|Bertuccioli]], [[Roberto Ranzani|Ranzani]], [[Sergio Frascoli|Frascoli]], [[Dante Crippa|Crippa]], [[Osvaldo Bagnoli|Bagnoli]], [[Dario Cavallito|Cavallito]], [[Oscar Massei|Massei]] e [[Enrico Muzzio|Muzzio]]; con l'aggiunta di [[Gabriele Cantagallo|Cantagallo]], [[Sergio Cervato|Cervato]], [[Osvaldo Riva (calciatore)|Riva]], [[Costanzo Balleri|Balleri]], [[Luigi Pasetti|Pasetti]], [[Maurizio Moretti|Moretti]], [[Gianfranco De Bernardi|De Bernardi]], [[Bruno Onorato Fochesato|Fochesato]], [[Carlo Novelli|Novelli I]], [[Franco Pezzato|Pezzato]] e [[Fabio Capello|Capello]]. L'allenatore era [[Francesco Petagna]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 52-57}}.</ref>
 
La SPAL militò in Serie A per altre tre stagioni, raggiungendo la salvezza nei tornei [[Serie A 1965-1966|1965-1966]] e [[Serie A 1966-1967|1966-1967]]. Il centrocampista 21enne [[Fabio Capello]], acquistato cinque anni prima per 2 milioni di lire dai dilettanti del {{Calcio Pieris|N}}, venne ceduto nell'estate 1967 alla {{Calcio Roma|N}} per 260 milioni.
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==== La discesa dalla Serie A alla Serie C ====
Nel [[Serie A 1967-1968|1968]] la SPAL, a seguito del passaggio della Serie A da 18 a 16 squadre, si classificò quattordicesima retrocedendo così in [[Serie B]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 66-67}}.</ref> Nel giugno dello stesso anno i biancazzurri si aggiudicarono la [[Coppa dell'Amicizia italo-svizzera 1968|Coppa dell'Amicizia italo-svizzera]].
 
[[Serie B 1968-1969|Il campionato seguente]] risultò in un'ulteriore retrocessione in [[Lega Pro|Serie C]]: sebbene [[Paolo Mazza|Mazza]] avesse promesso un'immediata risalita nella massima serie il rendimento degli estensi fu deludente, anche a seguito dell'infortunio dell'attaccante [[Alberto Orlando]], tanto che per la prima volta la tifoseria giunse a contestare apertamente l'operato del presidente. Tale campionato coincise inoltre con le ultime partite disputate nel calcio professionistico da [[Gastone Bean]].<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|p. 68}}.</ref>
 
=== Gli anni 1970 e 1980 ===
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[[File:SPAL FORMAZIONE 1972-73.jpg|thumb|left|La SPAL promossa in Serie B al termine della stagione [[Serie C 1972-1973|1972-1973]].]]
 
Dopo quattro anni di [[Lega Pro|Serie C]] nel corso dei quali si alternarono come allenatori [[Giovan Battista Fabbri]], [[Tito Corsi]] e [[Cesare Meucci]]<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|pp. 176-179}}.</ref>, alla fine del 1972 [[Mario Caciagli]] sostituì sulla panchina biancazzurra [[Eugenio Fantini]] imprimendo una grossa svolta alla stagione: [[Franco Pezzato]] al termine del [[Serie C 1972-1973|campionato]] sarà capocannoniere e la SPAL tornerà in [[Serie B]] rimanendo in serie cadetta per quattro anni. La squadra della promozione era composta da [[Roberto Marconcini|Marconcini]], [[Eliseo Croci|Croci]], [[Enzo Vecchiè|Vecchiè]], [[Giulio Boldrini|Boldrini]], [[Enrico Cairoli|Cairoli]], [[Elio Rinero|Rinero]], [[Ferdinando Donati|Donati]], [[Marco Tartari|Tartari]], [[Faustino Goffi|Goffi]], [[Lucio Mongardi|Mongardi]], [[Franco Pezzato|Pezzato]]. Altri giocatori schierati furono: Cariolato, Romano, [[Renzo Ragonesi|Ragonesi]] e [[Odilio Moro|Moro]].<ref>{{cita|Becchetti, Palmieri|pp. 184-188}}.</ref>
 
Nel corso della stagione [[Serie B 1976-1977|1976-1977]] (al quarto campionato di B, dopo che a Caciagli si avvicendarono [[Umberto Pinardi]] e [[Guido Capello]]) [[Paolo Mazza]] venne deposto dalla presidenza della società: dopo trent'anni alla guida del sodalizio estense e l'esperienza come Commissario Tecnico della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] ai [[Campionato mondiale di calcio 1962|Mondiali del Cile]] del 1962, dovette cedere la guida della società a Primo Mazzanti, già dirigente spallino.<ref>{{cita|Malaguti, Piffanelli|pp. 84-86}}.</ref>
[[File:SPAL 1979-1980.JPG|thumb|Formazione della SPAL nel campionato di [[Serie B 1979-1980]].]]
 
Al termine del campionato la SPAL retrocesse in C allenata da [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Luisito Suárez]], ma con il ritorno in panchina di Mario Caciagli nel [[Serie C 1977-1978|1978]] i biancazzurri riconquistarono subito la Serie B. Nel campionato [[Serie B 1980-1981|1980-1981]] degna di nota fu la trasferta a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] contro il {{Calcio Milan|N}}, allora relegato in serie cadetta: una partita segnata dal gol di mano di [[Walter Novellino]] che contribuì alla vittoria dei rossoneri per 2-1. Dopo altri quattro anni di B, la squadra estense subì una nuova retrocessione in [[Lega Pro Prima Divisione|C1]] nel [[Serie B 1981-1982|1982]] con [[Battista Rota|"Titta" Rota]] prima e [[Ugo Tomeazzi]] poi in panchina.
 
Dopo un campionato in [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C1]] con [[Gaetano Salvemini (calciatore)|Gaetano Salvemini]] prima e [[Gianni Seghedoni|Giovanni Seghedoni]] poi come allenatori, la SPAL risalì la china a metà anni 1980 sotto la guida di [[Giovanni Galeone]] e [[Ferruccio Mazzola]] (giunse quarta nel [[Serie C1 1983-1984|1984]] e nel [[Serie C1 1986-1987|1987]])<ref>{{cita|Malaguti, Rizzi|pp. 101-108}}.</ref>, ma successivamente nel [[Serie C1 1988-1989|1989]] retrocesse per la prima volta nella sua storia in [[Lega Pro Seconda Divisione|Serie C2]].
[[File:Spal 1986-1987.JPG|thumb|left|Formazione della SPAL nel campionato di [[Serie C1 1986-1987]].]]
 
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Nel 1990 la società viene rilevata dalla [[Coopcostruttori]], cooperativa di costruzioni del ferrarese. Il massimo dirigente della stessa, l'[[argenta]]no Giovanni Donigaglia, diviene il nuovo presidente. Accanto a CoopCostruttori rimangono con quote di minoranza anche alcuni vecchi soci, tra cui l'ex patron Ravani.
 
In due stagioni la SPAL ottiene il doppio salto dalla [[Lega Pro Seconda Divisione|Serie C2]] alla [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C1]] e da questa alla [[Serie B]], vincendo lo spareggio a [[Verona]] contro la {{Calcio Solbiatese|N}} nel [[Serie C2 1990-1991|1990-1991]] e conquistando il primo posto del campionato di [[Serie C1 1991-1992]], con il ritorno di [[Giovan Battista Fabbri]] come allenatore e [[Gian Cesare Discepoli]] come vice. La formazione della promozione in B era composta da: [[Davide Torchia|Torchia]], [[Sergio Lancini|Lancini]], [[Michele Paramatti|Paramatti]], [[Cristian Servidei|Servidei]], [[Andrea Mangoni|Mangoni]], Zamuner, [[Giuseppe Brescia (calciatore)|Brescia]], [[Andrea Messersì|Messersì]], Mezzini, [[Andrea Bottazzi|Bottazzi]], Labardi.<ref>{{cita|Galasso, Nicolucci, Teodorini|p. 92}}.</ref>
[[File:SPAL 1991-1992.jpg|thumb|La SPAL promossa in Serie B con la vittoria del campionato [[Serie C1 1991-1992|1991-1992]].]]
 
Una volta in serie cadetta, l'obiettivo è tentare l'approdo alla [[Serie A]]. Il gruppo della doppia promozione verrà però smantellato: tra i nuovi arrivi gli attaccanti [[Marco Nappi]] e [[Massimo Ciocci]], il difensore [[Dario Bonetti]], l'ala [[Armando Madonna]] e il giovane [[Giovanni Dall'Igna]]. I biancazzurri retrocedono al primo anno di Serie B, nonostante un serrato testa a testa con la {{Calcio Fidelis Andria|N}} nell'ultima parte del torneo.
 
Dopo tre tentativi di ritorno in Serie B (con due eliminazioni ai [[play-off]] subite dal {{Calcio Como|N}}, nel [[Serie C1 1993-1994|1994]] e nel 1996)<ref>{{cita|Fontanelli, Negri|pp. 323-326}}.</ref> il presidente Donigaglia decide per un ridimensionamento degli impegni della CoopCostruttori, e al termine del campionato [[Serie C1 1995-1996|1995-1996]] cede contestualmente a Vanni Guzzinati la carica di presidente, rimanendo nelle vesti di patron. Ne segue una stagione culminata con la retrocessione in Serie C2 perdendo i [[play-out]] contro l'{{Calcio Alzano Virescit|N}}.<ref>{{cita|Fontanelli, Negri|pp. 327-330}}.</ref>
 
Donigaglia quindi riassume la presidenza e affida il compito di formare la squadra all'esperto direttore sportivo [[Roberto Ranzani]], il quale sceglie come allenatore [[Gianni De Biasi]]. Vengono confermati soltanto tre giocatori dall'annata precedente: a Ferrara arrivano l'attaccante Cancellato, il regista difensivo [[Riccardo Fimognari|Fimognari]], il portiere [[Andrea Pierobon|Pierobon]] e l'esperto [[Fausto Pari]]. La SPAL riconquista la Serie C1 vincendo il campionato [[Serie C2 1997-1998|1997-1998]], al termine di un duello con il {{Calcio Rimini|N}}. L'anno successivo ([[Serie C1 1998-1999|1998-1999]]) Ranzani tenta di rinforzare il telaio della promozione, puntando sul regista Antonioli, la punta [[Fabio Lucidi|Lucidi]] e la giovane promessa [[Ciro Ginestra|Ginestra]]. Dopo un'ottima partenza, una crisi di risultati coincisa con un doppio lungo infortunio di Cancellato fa sfumare il traguardo dei [[play-off]]. La SPAL a fine stagione conquista la vittoria della [[Coppa Italia Serie C 1998-1999|Coppa Italia Serie C]]. Il finale di campionato, con il mancato raggiungimento degli spareggi-promozione, porta alcune incomprensioni tra società e guida tecnica, sfociate con la mancata conferma dell'allenatore [[Gianni De Biasi|De Biasi]].