Guittone d'Arezzo: differenze tra le versioni

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Nella produzione guittoniana troviamo vari modi di scrivere, da quello fedele alla koinè letteraria pan-toscana (non impermeabile ad apporti anche demotici, per esempio di ambito popolare, mercantile) a quello più aristocratico, fedele alla grande tradizione [[Letteratura occitana|occitana]] e [[Letteratura francese|francese]] che tanto successo e adesioni avevano raccolto in Toscana (e raccoglieranno), regione da sempre particolarmente legata alle Gallie transalpine (a tal proposito si ricordi [[Rustichello da Pisa]], l'autore de ''[[Il milione]]'' con la storia dei viaggi di [[Marco Polo]], che scriveva in francese).
 
In molte opere di Guittone sono quindi presenti esplicite citazioni (spesso traduzioni di grande maestria linguistica) da autori come [[Cadenet]], [[Peire Vidal]], [[Benoit de Saint-Maure]], [[Peire Rogier]], [[ChretienChrétien de Troyes]], le allusioni ad opere di [[Raimbaut d'Aurenga]], [[Bernart de Ventadorn]] e [[Rigaut de Berbezilh]] e i contatti con l'arte di [[Raimon de Miraval]], [[Arnaut de Tintinhac]], [[Raimbaut de Vaqueiras]].<ref>Rossi, Luciano, "Guittone, i trovatori e i trovieri", in Picone, Michelangelo, a cura di, ''Guittone d'Arezzo nel settimo centenario della morte. Atti del Convegno internazionale di Arezzo (22-24 aprile 1994)'', Firenze: Franco Cesati Editore, 1995, pp. 11-31</ref>
A causa di questo forte legame con la letteratura occitana, il suo stile è sempre stato ritenuto molto tecnico e difficile.