Audio digitale: differenze tra le versioni

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Approfondimento: Due righe per dire che un segnale analogico non è uno digitale, come la corrente elettrica alternata
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Per far ciò molti artifizi tecnologici sono stati usati, fino alla definitiva invenzione del [[telefono]] (da parte dell'italiano [[Antonio Meucci]], però brevettata per primo dall'americano [[Alexander Graham Bell]]), che permetteva di trasformare i [[segnale (fisica)|segnali]] sonori in segnali elettrici che contenevano tutte le informazioni (o quasi) del segnale sonoro originale, ma che potevano essere più facilmente (e più velocemente) trasportate nello spazio (tramite fili elettrici in un primo tempo e successivamente anche tramite [[Radiazione elettromagnetica|onde elettromagnetiche]] con l'invenzione della [[Radio (elettronica)|radio]] di [[Guglielmo Marconi]]). Per ottenere ciò, al suono veniva associata un'altra grandezza fisica, con caratteristiche di rigorosa relazione con il suono che rappresentava. Questa relazione rigorosa con il suono di partenza permetteva all'arrivo della grandezza fisica di essere di nuovo riconvertita in suono, come ad esempio succede nel ricevitore del telefono, dove la corrente elettrica, che ha trasportato l'informazione sonora, viene all'arrivo ritrasformata in suono dal piccolo [[altoparlante]] inserito nella cornetta.
 
Questa relazione di corrispondenza viene detta "codifica" del suono in corrente elettrica, mediante la trasformazione di un segnale [[analogico]] (la voce) in un segnale elettrico [[digitale]] quale èche la rappresenta. La nostra corrente elettrica è una [[corrente alternata]], e può essere (o meglio veicolare) sia un segnale elettrico analogico (come per la [[televisione analogica terrestre]]), sia un segnale elettrico digitale.
Il segnale elettrico digitale viene poi essere "ricostruito" dall'altra parte del telefono con una codifica opposta da digitale a analogico: dal punto di vista della fisica, il segnale digitale è qualitativamente e quantitavamente del tutto diverso da quello analogico, anche se con una sufficiente [[frequenza di campionamento]] alla sorgente, e una buona [[connessione]] nel percorso intermedio fra mittente e destinatario, i sensi non sono in grado di percepire la differenza (sono equivalenti ai fini esterni). Ciò vale sia per la vista che per l'udito.
 
Analoghi criteri di codifica si hanno ad esempio nella memorizzazione dei suoni codificati in parametri magnetici nel nastro dei registratori magnetici a nastro, o nei parametri geometrici di forma e profondità dei solchi nelle vecchie registrazioni su [[disco in vinile|dischi di vinile]]. Le moderne tecnologie informatiche, che mettono a disposizione computer capaci di elaborare grandi quantità di numeri al secondo, forniscono un'ulteriore e diversa possibilità di codifica dei suoni, associando ai parametri acustici delle onde sonore delle lunghe serie di numeri (detti anche ''digit'', in italiano cifra), che li rappresentano piuttosto fedelmente e che possono, con elevata precisione essere riconvertite nei suoni originali. Questo processo di codifica delle grandezze fisiche continue ([[analogico|analogiche]]) in serie numeriche di cifre digitali è detta digitalizzazione e le grandezze sono dette essere rappresentate in maniera digitale. Queste lunghe serie numeriche possono poi essere memorizzate in memorie al silicio (''[[pen drive]]'' ad esempio) o in memorie magnetiche (''[[hard disk]]'' di computer) o infine in [[Disco ottico|memorie ottiche]] (CD, DVD o Blu-Ray), per essere trasportate nello spazio e nel tempo.