Figlio dell'uomo: differenze tra le versioni
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Nel [[Nuovo Testamento]] l'appellativo "Figlio dell'Uomo" si riferisce sempre a [[Gesù]] ed è uno dei titoli con il quale egli stesso molte volte preferisce autodesignarsi.
Nei [[Vangelo|Vangeli]] sinottici ricorre 66 volte, incluso Giovanni ricorre circa 80 volte, quante nel [[Libro di Ezechiele]]; al di fuori di essi ricorre in At {{passo biblico|At|7,56}}, in Eb {{passo biblico|Eb|2,6}}, e tre volte in Ap {{passo biblico|Ap|1,9}}, {passo biblico|Ap|1,13}} e {{passo biblico|Ap|14,14}}.
Questa locuzione pone l'attenzione sul fatto che Gesù sia anche un essere
In altri termini questa espressione vuole puntualizzare lo stretto legame di parentela esistente fra Gesù Cristo e il genere umano oltreché ovviamente essere tesa ad esaltare la sua funzione salvifica (in virtù del passo di Dn {{passo biblico|Dan|7,13}}).
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{{Citazione|Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio|I Gv 4,15}}
Nei Vangeli l'espressione "Figlio dell'Uomo"
{{cn|Gli studiosi cristiani la ritengono come un ''modo discreto''}} al quale Gesù ricorreva per rivendicare con forza la sua messianicità ma nel contempo usando l'accortezza di non allarmare i suoi ascoltatori.
Questa considerazione di fondo giustifica il fatto che essa sia utilizzata in un ampio e
* in Mc {{passo biblico|Mc|8,38}} è collegata all'idea del trionfo escatologico: ''“… anche il Figlio dell'Uomo si vergognerà di lui …”'',
* in Mc {{passo biblico|Mc|8,31}} si parla della ineluttabilità delle sofferenze: ''“E cominciò ad insegnar loro che il Figlio dell'Uomo doveva molto soffrire …”'',
* in Mc {{passo biblico|Mc|2,27-28}} è legata alla realtà immediata di Gesù che predica ed opera miracoli: ''“E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato»”'',
Non dimentichiamo che peraltro il suo modo di parlare doveva apparire enigmatico a molti degli ascoltatori (cfr. Gv {{passo biblico|Gv|12,34}} ''“Chi è questo Figlio dell'Uomo?”).''
In Gv 3.14, Gesu' Cristo compie un parallelismo fra il Figlio dell'Uomo e il serpente di bronzo (Numeri 21,39) che Mose' fece costruire per tenere lontani i veri serpenti velenosi che uccidevano fra il popolo di Israele. In Ap 1.15-16, si trova la descrizione del Figlio dell'Uomo come uno che ha piedi di bronzo fuso a fuoco e una bocca dalla quale sporge una spada affilata dai due lati, metafora possibile della lingua biforcuta di un serpente. E Gesu' afferma che si dovranno affidare al Figlio dell'Uomo, cosi' come Mose' dovette affidarsi al serpente di bronzo.
Gesu' si proclama Maestro e Signore (Gv 13.13), non servitore di alcuno (Gv 15,15), e tuttavia figlio dell'uomo servitore (Mt 20,28) e Colui che serve (Lc 22,27), ''sempre prima persona'". Nel complesso, e' il servitore di Dio Padre, non tenuto a servire alcun uomo in quanto Signore Dio e Re, e che da solo liberamente sceglie di farsi servitore del prossimo (come nella lavanda dei piedi agli apistoli) per lasciare al genere umano l'esempio da imitare.
Parimenti in Luca 17.26 e in Matteo 14.37, si riferisce al ritorno del Figlio dell'Uomo, associando tale giorno allo stesso tipo di segnali celesti che si manifestarono nella natura quando ci fu il [[diluvio universale]] o fuoco e zolfo su [[Sodoma]] e [[Gomorra]] ai tempi di Lot.
{{Vedi anche|Ira di Dio}}
Diverse sure del Corano fanno menzione di castighi di Dio/Allah al popolo di Nie' e alla famiglia di Lot, come ad altri popoli: aditi, madianiti, tamudei.
;fuori dal canone biblico
Altri passi in cui compare l'espressione "Figlio dell'uomo" si trovano nel [[Libro di Enoch]], conservato in lingua etiope, e nel IV Libro di [[Esdra]].
== Nelle lingue antiche ==
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