Figlio dell'uomo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Rimozione di avvisi di servizio Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
→L'interpretazione ebraico-messianica: Da es.wiki 3 paragrafi "El punto de vista"..+ integrazioni Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
Riga 55:
;fuori dal canone biblico
Altri passi in cui compare l'espressione "Figlio dell'uomo" si trovano nel [[Libro di Enoch]], conservato in lingua etiope, e nel IV Libro di [[Esdra]].
== L'interpretazione ebraico-messianica ==
Nella letteratura apocalittica offerta dal profeta Daniele, l'espressione ebraica בר אנש Bar-'enash, traducibile come ''Colui che possiede ke qualità di Adamo ''prima'' della cacciata dal [[Giardino dell'Eden]]'', era senza peccato, incorruttibile (senza divenire) e immortale (Lettera gli Ebrei 4,15).
Solamente quando il Gesù Cristo Dio, [[Messia]] e Re, offerse la sua vita in croce quale sacrificio espiatorio per il (solo) [[peccato originale]] del genere umano, si spoglla volutamente di questi attributi, per farsi il Servitore sofferente di Jahvè, in adempimento delle profezie (Fil 2,5-9), condividendo in tutto la condizione umana fuorché nel peccato.
Perciò, "Figlio dell'uomo" è uno dei nomi col quale il Messia stesso si chiamò, per far comprendere a tutti che doveva offrire il suo corpo in espiazione dei peccati dell'uomo (Is 53,10). "Figlio dell'uomo" è inteso come "qualunque uomo" o "genere umano": con la resurrezione dai morti vincere la morte una volta per sempre, per non morire mai più (Sal 16,8-10).
== L'interpretazione cattolica ==
Secondo i teologi cattolici, questo libro, appartenente al canone ebraico ([[Tanek]]), alla sezione degli scritti ([[Ketuvim]]), ha dato luogo all'uso dell'espressione "figlio dell'uomo" riferito al [[Messia]] atteso dal popolo ebraico.
Oltre ai numerosi passi in cui Gesù chiama sé stesso come il "Figlio dell'Uomo", parlando in prima persona, i Vangeli hanno diversi passi in cui l'Evangelista, parlando interza persona, sceglie di chiamare Gesù in questo modo: Gv 9,35-38, e nei tre sinottici, Mt 26, 63-64; Mc 14, 61-62; Lc 22, 66-69, dove proclama nel corso del [[Processo di Gesù|processo davanti al Sinedrio]]. Nella narrazione evangelica, Gesù era il Messia di Dio e il Figlio dell'Uomo presente nelle profezie, e fu condannato per non aver mai negato questa verità. A riguardo disse:
{{quote|Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.|Matteo 5,17-20}}
Per l'interpretazione detta, alla giustizia (distributiva e compensativa), Gesù aggiunse il gratuito dono della propria vita, offerta per amore del genere umano, per rendere di nuovo possobile la vita eterna in Paradiso.
Gli evangelisti, tutti [[martirio|martiri]], non usarano per caso o per coincidenza fortuita le stesse parole delle profezie dell'Antico Testamento. Al contrario prestarono attenzione ad usare proprio le stesse parole, oltre a riferire le parole di Gesù che disse che tutto doveva adempiere le profezie, e "nemmeno uno iota" di quanto detto nell'Antico Testamento sarebbe stato tolto o negato.
Il nodo critico è una questione di fede: accettando che Gesù Cristo è Dio, in quanto perfetto, onnisciente e Sommo Bene, non può mentire o sbagliarsi nel dire che le parole dei profeti erano a Lui riferite, che Egli è il Figlio dell'uomo delle profezie. Anche per testimoniare questo, permise che fosse condannato a morte.
== L'interpretazione del Gesù storico ==
Secondo il teologo Geza Vermes, uno dei maggiori studiosi del [[Gesù storico]] e di controtendenza, l'espressione "Figlio dell'uomo" sarebbe una [[Frase idiomatica|espressione idiomatica]] tipica e frequente nella [[aramaico|lingua aramaica]] così come parlata in [[Galilea]], usata dagli abitanti per riferirsi a sé stessi.
Nel [[Libro di Daniele]], non sarebbe usata per una singola persona, ma per l'insieme dei "Santi dell'Altissimo" (Vermes: 181), e l'interpretazione messianica del Libro di Daniele (Figlio dell'uomo= Messia) sarebbe del II° secolo, quindi non del profeta. Parimenti, nel Vangelo non avrebbe un carattere titolare (Vermez:197).
== Nelle lingue antiche ==
|